“Scrivo momenti. Solo istanti. Aggrovigliati nel mondo ovale”: è così che si presenta Antonio Falda, scrittore, che in Sicilia ha presentato la sua ultima fatica letteraria. Edito da Absolutely Free, “Per la libertà – Il rugby oltre le sbarre” è uno scorrevole ma intenso esempio di giornalismo narrativo, che racconta del rugby in carcere, con i felici esperimenti di creazione di formazioni dedite alla palla ovale in corso in otto istituti penali di tutto lo stivale: storie che parlano della ricerca di riscatto e libertà – in primis di quella libertà che fa rima con dignità – e del rugby come strumento di questo percorso che è formazione, aggregazione, per molti versi rivoluzione, interiore ed esistenziale.
Classe 1962, originario di Cautano (Benevento) ma trapiantatosi a Capoterra in Sardegna (terra nativa della moglie), Falda è già autore di “Novelle ovali – 35 piccole storie di rugby e di vita” (Davide Zedda Editore), coautore de “Il XV del Presidente” (A.Car.Edizioni), e più recentemente di “FRANCO come il RUGBY”, libro/conversazione con Franco Ascantini per i tipi di Absolutely Free che gli è valso il premio USSI Sardegna 2014. Attualmente cura la rubrica “Il rugby oltre le sbarre” sul portale Detenzioni – www.detenzioni.eu
E dalla Sardegna è arrivato nell’altra grande isola del Mediterraneo per parlare di queste storie ovali dietro, e oltre le sbarre. Dopo una prima tappa a Ragusa l’8 maggio, con una presentazione curata dal giornalista Meno Occhipinti (addetto stampa del Padua Ragusa Rugby), alla Sala Magma di Catania, sita in via Adua 3, istituzione da sempre sensibile ai più importanti temi socioculturali, sabato 9 maggio è intervenuto il prof. Claudio Saita, sociologo docente dell’Università di Catania, da lungo attivo nelle carceri e responsabile negli ultimi anni di un laboratorio di scrittura creativa di gruppo per i ragazzi ristretti dell’Istituto Penale Minorile di Bicocca (Catania).
Molto apprezzata l’esposizione del prof. Saita, che, prendendo spunto tanto dal libro quanto dalla propria esperienza, ha disegnato un efficace excursus fra gli “attori” della vita intramuraria – dai ragazzi reclusi negli IPM, ai detenuti delle carceri, passando per gli agenti di Polizia Penitenziaria, i direttori, gli educatori e i volontari – e le modalità, le basi giuridiche, i “numeri” del fenomeno, la percezione dello stesso, concentrando particolare attenzione a quelle formule “virtuose” che, dati alla mano, riducono atti autolesivi e, soprattutto, la recidiva.
Fra queste, particolarmente propizia si rivela la pratica del rugby, che il prof. Saita ha auspicato possa diffondersi anche negli istituti siciliani, ricevendo in tal senso la piena disponibilità, fra i presenti in Sala, del presidente del Comitato Fir Sicilia, Orazio Arancio, e dell’allenatore dei Briganti Rugby Librino, Umberto Bonaccorsi, in uno con la propria società di appartenenza, a cui se ne aggiungeranno altre già interessate da questa attività di volontariato. Il giorno successivo Falda ha visitato la “Librineria”, biblioteca allestita proprio dai Briganti nell’impianto sportivo “San Teodoro” del popoloso quartiere catanese.
Molti gli applausi e gli apprezzamenti per la nota ed apprezzata attrice catanese Letizia Tatiana Di Mauro, che ha letto brani tratti dal volume trasmettendo, a detta dei presenti, grande talento e forti emozioni. Appassionata la testimonianza diretta dell’autore, intervenuto a presentazione già iniziata a causa di disguidi conseguenti il rogo occorso nell’aeroporto di Fiumicino, che ha sottolineato i tratti umani di cui è stato ed è ancora testimone: “uscendo dagli istituti, sono due i desideri: raccontare, e tornare per rincontrare luoghi e volti”, ha affermato Antonio Falda. È seguito un ricco dibattito, moderato dal giornalista Roman Henry Clarke, addetto stampa della Sala Magma e del Comitato Siciliano della Federazione Italiana Rugby.
Ed è proprio la Federugby a patrocinare “Per la libertà”, insieme al CIAR – Club Italia Amatori Rugby ed al Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.