Due spacciatori sono finiti in manette a Catania. Si tratta dei pregiudicati Giuseppe Chiesa, 36 anni e Antonio Crisafulli, 25 anni, entrambi accusati di detenzione ai fini di spaccio di marijuana.
Una pattuglia delle volanti, transitando sotto gli edifici popolari di viale Grimaldi a Librino, dove è presente la piazza di spaccio denominata “Fossa dei leoni” ha notato un giovane che indossava un giubbotto particolarmente rigonfio nella parte anteriore. Vista la pattuglia, il giovane ha accelerato il passo in direzione di un condominio vicino. Insospettiti dall’atteggiamento del ragazzo i poliziotti hanno deciso di bloccarlo ma il ragazzo è scappato nel condominio facendo perdere le sue tracce. Nella fuga si era liberato di due buste di plastica contenenti 200 stecchette di marijuana, per un peso complessivo di 300 grammi.
Gli agenti si sono poi accorti che poco distante dal luogo c’era un’altra persona che ha cercato di allontanarsi ma questa volta è stato raggiunto dai poliziotti che sono riusciti a bloccarlo. Si trattava di Giuseppe Chiesa che aveva nel giubbotto 87 stecchette di marijuana per un peso i 130 grammi e nella tasca dei pantaloni 750 euro in contanti in banconote di piccolo taglio. L’uomo, con a carico precedenti specifici in materia di stupefacenti, è stato arrestato.
L’operazione non si è fermata. Lo spacciatore che era riuscito a scampare alla cattura, nella fuga aveva perso le chiavi di casa ritrovate dagli agenti nell’androne condominiale. Così con l’ausilio di altro personale della sezione volanti gli agenti hanno verificato piano per piano quale appartamento aprissero le chiavi ritrovate. Dopo diversi tentativi, la ricerca ha portato i suoi frutti al quinto piano del palazzo dove è stato riscontrato che le chiavi aprivano l’appartamento di Crisafulli, anche lui con precedenti specifici, riconosciuto dagli agenti come lo spacciatore che si era dileguato poco prima. Anche l’uomo è stato condotto agli arresti e, su disposizione dell’Autorità giudiziaria di turno, entrambi sono stati posti ai domiciliari in attesa del giudizio con rito direttissimo.
Maria Chiara Ferraù