Tutelare i Banchi del Canale di Sicilia per l’equilibrio dell’ecosistema del Mediterraneo è il tema dell’incontro di studio organizzato dalla Soprintendenza del Mare che si terrà mercoledì 3 Dicembre 2014 alle ore 9,00 a Palazzetto Mirto in Via Lungarini, 9, a Palermo.
Alla riunione prenderanno parte: Franco Andaloro, Direttore dell’ISPRA, Aurelio Angelini, Direttore della Fondazione Patrimonio Unesco Sicilia, Fabio Badalamenti, Ricercatore CNR, Michele Buffa, Dirigente del Servizio Pianificazione paesaggistica dell’Assessorato regionale Beni Culturali e Identità siciliana, Stefano Donati, Direttore AMP Isole Egadi, Giuseppe Giaccone, già Ordinario di Botanica presso l’Università di Catania, Antonio Mazzola, Direttore del Dipartimento Scienze della Terra e del Mare, Università di Palermo, Silvano Riggio, già Ordinario di Ecologia presso l’Università di Palermo, Giovanni Tumbiolo, Presidente, Distretto produttivo della pesca di Mazara del Vallo, Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare.
Al confronto sono stati invitati Istituzioni, Enti pubblici, Associazioni, allo scopo di avviare una comune riflessione in merito alla tutela dei Banchi del Canale di Sicilia che rappresenta un settore del bacino del Mediterraneo ad elevata rilevanza sociale, economica, storica ed ambientale e principale hot-spot della biodiversità mediterranea. Una realtà che rende più che mai necessario e improcrastinabile una adeguata salvaguardia e la loro valorizzazione.
Il Canale di Sicilia (tecnicamente più esatto definirlo Stretto di Sicilia) è caratterizzato da una piattaforma continentale europea ristretta e da una piattaforma continentale africana molto estesa separate da un’ampia, ma moderatamente profonda, scarpata continentale. I numerosi bassifondi, detti anche “Secche” o “Banchi”, sorgono sia sulla piattaforma europea che su quella africana. Se ne ricordano alcuni: Avventura, Pantelleria, Skerki, Talbot, Terribile, Graham, ambienti sensibili caratterizzati da ecosistemi fragili ma essenziali per la diversità biologica dell’intera area, oltre ad essere aree di straordinario interesse naturalistico e spesso anche archeologico.
I Banchi assumono un ruolo essenziale, unico e irripetibile per la biodiversità e la produttività dello Stretto di Sicilia, essi rappresentano un ecosistema di eccezionale valore ecologico; alcuni sono geositi ed ecosistemi geotermici unici e non replicabili in quanto peculiari sistemi idrotermali a bassa temperatura, delle rarità in ambito geologico su scala planetaria. Questi sono solo alcuni tra i motivi che rendono i Banchi dello Stretto di Sicilia ecosistemi di eccezionale importanza ecologica e ambientale. Peraltro, lo Stretto di Sicilia possiede fondali fra i più importanti del globo terracqueo, poiché vi si trovano, conservate le testimonianze della vita dell’uomo preistorico, innumerevoli relitti di ogni epoca e origine che sono l’emblema del forte carattere interculturale di quest’area che ne fa certamente lo spazio di mare più ricco di storia di tutto il Mediterraneo.
“L’interesse ambientale e culturale dei Banchi del Canale di Sicilia è fondamentale per la sopravvivenza socio-economica delle comunità rivierasche e per l’equilibrio dell’ecosistema del Mediterraneo – dichiara Sebastiano Tusa, soprintendente del mare – Per questo è necessario provvedere alla promulgazione di adeguati strumenti normativi per la loro salvaguardia e per adeguati meccanismi di valorizzazione, indispensabili per un corretto e non distruttivo sfruttamento delle qualità intrinseche di questo spettacolare angolo del pianeta che va tutelato nel presente e consegnato integro alle future generazioni che abiteranno questi territori”.