“Sulla cenere dell’Etna auspichiamo un rapido passaggio dalle parole ai fatti,a tutti i livelli. Non serve immaginare chissà quale soluzione, basta invece organizzarsi su tre aspetti: pulizia delle città, stanziamenti economici compensativie strutturali per comuni e cittadini e, infine, la gestione del conferimento finale della sabbia vulcanica”. Così il sindaco di Misterbianco, Corsaro.
Stiamo già lavorando sul primo punto: quando pioverà cenere, a Misterbianco puliremo con la nostra nettezza urbana in maniera più celeree repentina. Intendiamo cioè inserire lo spazzamento immediato della cenere vulcanica, attraverso mezzi specializzati,nel capitolo del prossimo appalto comunale della nettezza urbana. Stiamo per bandire la nuova gara settennale in città e la raccolta della cenere dovrà essere uno tra i requisiti migliorativi delle proposte che avanzeranno i privati interessati ad aggiudicarsi il servizio. Questo – prosegue Corsaro – renderà ordinato ed efficace lo spazzamento, evitando appalti in emergenza con notevoli risparmi perl’ente.
Occorre, però, che la Regione e lo Statonon si voltino dall’altra parte su tutti gli altri aspetti dell’emergenza cenere”. Il sindaco di Misterbianco, Marco Corsaro, componente del direttivo Anci Sicilia, a proposito dell’emergenza cenere dell’Etna che sta interessando cronicamente l’intera provincia di Catania. Misterbianco, fra le città più popolose del catanese, è una delle città colpite dal fenomeno, imprevedibilema ormai ben noto e costante come le eruzioni dell’Etna.
“Auspichiamo – conclude Corsaro – la creazione di un sistema strutturale di aiuti finanziari compensativi in casodi eruzione, con un apposito fondo istituito da Roma e Palermo e gestito poi dalla protezione civile regionale. A tale dotazione dovrebbero attingere anche i singoli cittadini etnei, alle prese con i costi fuori controllo della pulizia di tetti, terrazze e grondaie. Lo Stato e la regione potrebbero così rimborsare gli interventi previa presentazione delle relative fatture ai comuni. Non si tratterebbe di milioni a perdere, ma del giusto ristoro per i costi di eventi che, purtroppo, si ripeteranno sempre, con una frequenza non prevedibile. Infine, occorre un intervento legislativo anche sul conferimento e stoccaggio finale della sabbia, prevedendo siti idonei, magari recuperando le ex cave abbandonate sull’Etna e compensando gli ulteriori extracosti che si stanno abbattendo su Catania e i comuni della provincia.
Le soluzioni ci sono e su scala metropolitana ci stiamo muovendo in forte sinergia fra tutti i sindaci, coinvolgendo anche la prefettura, sempre attenta e sensibile alle istanze dei comuni. Adesso occorre creare una vera e propria catena di montaggio fra Roma, Palermo e i comuni della provincia di Catania”.