È stato presentato a ravina di Catania il libro “Un miracolo chiamato vita” di Nunzio Currenti. La manifestazione si è svolta presso la sala delle arti Emilio Greco, all’interno del parco comunale Paolo Borsellino di Gravina.
L’incontro è stato moderato dalla giornalista e scrittrice Valentina Carmen Chisari che ha anche letto dei passi significativi del testo. Nel presentare l’autore e l’opera, Chisari ha precisato come “nella vita si nasca due volte: la prima quando veniamo al mondo noi, la seconda quando diamo vita ai nostri figli divenendo genitori”. L’evento è stato realizzato grazieall’iniziativadell’associazione di volontariato Gravina in loco, della Fidapa, sezione di Gravina e paesi etnei e al patrocinio del comune di Gravina.
Per la Fidapa era presente la professoressa Lucia Di Paola che, nel ringraziare l’amministrazione comunale, ha definito l’opera “un inno alla vita” essendo stata proprio lei l’insegnante del piccolo protagonista della vicenda. Per l’amministrazione comunale gravinese erano presenti il portavoce del sindaco di Gravina, Antonio Aiello, che nel portare i saluti di tutta l’amministrazione comunale si è soffermato sulla storia della dimora nobiliare in cui ha sede la sala Emilio Greco che ha ospitato l’evento e la responsabile dell’ufficio di gabinetto del sindaco, Agata Viola.
Il sindaco Massimiliano Giammusso, impegnato in un altro impegno istituzionale, ha ribadito “non solo l’importanza di quel fiore all’occhiello della culturaa Gravina che è la sala delle arti, ma anche la profondità del significato di un’opera, quale quella presentata stasera, che avvicina alla vita facendocene apprezzare la bellezza”.
Nel corso del pomeriggio culturale è intervenuto Maurizio Giustolisi, amico dell’autore, da lui conosciuto per caso, ma con cui è nata una solida amicizia che come lui ha pure vissuto una toccante vicenda di attaccamento alla vita e di rinascita attraverso lo sport che gli ha dato la giusta motivazione per lottare, non arrendersi e andare sempre avanti e della quale ha fornito testimonianza nel corso del suo intervento .
Nel libro una storia autobiografica scritta sotto forma di diario che mostra uno dei momenti più intensi dell’esistenza, quello cioè della nascita di un figlio, o due come in questo caso, che si trasforma in un dramma cupo che vede una coppia di genitori ritrovarsi uniti a lottare fra una prova e l’altra pur di salvare la vita ad uno dei due piccoli gemelli ma che, fra sacrificie speranze, dolori e coraggio, ha avuto il suo lieto fine.
“Vari – dichiara l’autore – sono stati gli altie bassi vissuti come famiglia durante questa vicenda. Varie le persone che mi hanno supportato per superare la difficile situazione. Mia moglie intanto, quindi lo staff medico, il rapporto con i rappresentanti dell’associazione Bambini in crescita e i tanti amici che mi hanno mostrato vicinanza attraverso lo strumento del silenzio che ho interpretato non come disinteresse ma, al contrario, come profondo segno di rispetto, da preferirea banali frasi di circostanza verso la situazione che io ,e soprattutto mio figlio, stavamo vivendo in quei terribili 226 giorni, ovvero 36 settimane e 4 giorni, in cui l’emozione dell’attesa per la sua nascita è andatadi pari passo col rischio di una sua morte prematura essendo egli stato ricoverato in una culletta termica in terapia intensiva, in quel di Messina, cui ha fatto seguito un triennale percorsodi riabilitazione
Oggi Damiano è cresciuto ed è stato per noi familiari toccante e commovente l’applauso tributatogli dalla commissione scolastica in occasione del suo esame conclusivo di licenza media”.
Nel complesso una storia profonda e intensa che si commenta da sola e che ribadisce la bellezza e la meraviglia del mistero della vita anche quando questa ci mette dinanzi a prove difficili, sì, ma che una volta superate temprano sicuramente il nostro carattere e ci avvicinano ad essa.