Sarà presentato venerdì 19 aprile nella sala lettura della biblioteca regionale G. Longo di Messina, il testo di Gero Difrancesco dal titolo “Giuseppe Alongi il poliziotto sociologo”. L’appuntamento si inserisce nella rassegna di BCsicilia “30 libri in 30 giorni”.
L’iniziativa culturale si aprirà con i saluti istituzionali e l’introduzione della direttrice Tommasa Siragusa che avrà anche il ruolo di moderatrice. Seguiranno gli interventi di: Sabrina Patania, presidentessa BCsicilia di Messina; Emilio Pintaldi, giornalista; Marcello Saija, già accademico presso atenei siciliani; Marta Liotta, presidentessa della banca del tempo Zancle solidale, alla presenza dell’autore.
Al termine verrà lasciato ampio spazio al dibattito. Si ripercorrerà, tra le pagine del saggio storico di Difrancesco, impreziosito dalla prefazione dello scrittore Enzo Russo, la vita umana, professionale e intellettuale dell’Alongi, maestro elementare e uomo di legge vissuto tra l’Ottocento e il Novecento. Nato nel 1858 a Prizzi, nel palermitano, Giuseppe Alongi, appena ventenne, dopo aver intrapreso l’esperienza dell’insegnamento nel paese natale, seguì la carriera nella pubblica sicurezza che lo portò da semplice ed integerrimo poliziotto a ricoprire la qualifica di questore, coniugando impegno professionale e studio. Venner oalla luce opere monografiche e saggi giornalistici fondamentali per la conoscenza delle classi pericolose e della delinquenza associativa in Sicilia seguendo i dettami della scuola di criminologia di Cesare Lombroso, tra i quali “Polizia e delinquenza in Italia”, “La maffia nei suoi fattori e nelle sue manifestazioni”, “La camorra”, etc, che gli valsero l’appellativo di poliziotto sociologo.
Il suo temperamento quale agente arguto, irreprensibile e attivissimo, mutò d’improvviso a causa della carcerazione del figlio, anche lui poliziotto, e parimenti il suo rapporto con la vta e con gli interessi cultuali. Non tralasciò mai la scrittura ma diede alla lettura dei fatti una visione disincantata e ironica. Concluse la sua carriera dirigendo l’istituto di vigilanza “Vecchia guardia” di Palermo, dove morì il 2 agosto del 1939.
L’autore, Gero Difrancesco, nativo di Sutera, in provincia di Caltanissetta, denominato “il balcone della Sicilia”, nel 1954, ha poi conseguito la maturità classica e, dopo aver frequentato la facoltà di medicina e chirurgia della stessa città, abbandonandone gli studi prossimo alla laurea, si è poi diplomato in archivistica, paleografia latina e diplomatica, dedicandosi alla ricerca e ad approfondimenti sulla storia della Sicilia. È stato responsabile della biblioteca comunale di Sutera e dell’archivio storico della provincia regionale di Caltanissetta.
Negli anni Ottanta è stato presidente dell’assemblea dell’unità sanitaria locale di Mussomeli e consigliere poi provinciale di Caltanissetta, nonché sindaco di Sutera. Ha fatto anche parte del direttivo regionale e nazionale dell’unione delle province d’Italia. Condirettore della rivista “Studi storici siciliani” ha all’attivo numerosi articoli e pubblicazioni su riviste e quotidiani di rilievo.
Tra le sue opere, oltre ai due volumi Sutera Milocca, un comune del latifondo siciliano e al collage storico autobiografico “Storie scordate”, sulla storia contemporanea di Sutera, con tratti della propria esistenza, si annoverano anche due lavori storici di più ampio respiro: “Riesi 1919: la guerra non è ancora finita” del 2019 e “L’ombra del principe, il ministro e il fiduciario fascista” del 2022. Per conto della rivista “Studi storici siciliani” ha da ultimo curato il volume collettaneo “Sicilia 1920, lotte sociali, conflitti politici e violenza dopo la grande guerra” del 2023.