In occasione dei festeggiamenti agatini, promossi dal comitato ufficiale nato in seno al comune della città di Catania, si celebrerà Sant’Agata attraverso opere, inni e liriche dalla forte carica emotiva e afflato spirituale.
Insigni autori catanesi del XIX e XX secolo hanno sempre dedicato la propria arte compositiva al culto della patrona di Catania. Un paziente lavorodi ricerca, portato avanti dal coro lirico siciliano, ha permesso la riscoperta di un patrimonio musicale caduto in oblìo da oltre un secolo e che potrà essere finalmente restituito alla fruizione del pubblico catanese: i preziosi manoscritti sono stati reperiti tra i cimeli musicali custoditi in collezioni private e in bibliotechedi istituzioni musicali e religiose. Un particolare contributo alla ricerca è stato fornito dal seminario arcivescovile di Catania che ha messo a disposizione il proprio archivio musicale.
Una vera innovazione delle festività 2024 riguarderà, infatti, il gran concerto che annualmente si svolge il 3 febbraio in una gremita e palpitante piazza del duomo a Catania. Tra tradizione, innovazione, avanguardia e riscoperta il coro lirico siciliano, insieme alla brillante formazione orchestrale giovanile “Vincenzo Bellini” del conservatorio etneo, diretta da Giuseppe Romeo, farà rivivere magiche atmosfere musicali di un tempo perduto in cui grandi compositori ed operisti impiegavano il loro genio per intessere le lodi canore della Martire catanese.
Il programma prevede l’esecuzione di una sontuosa opera “Questa terra fortunata, consacrata dal tuo Sangue” composta nel 1886 da Francesco Paolo Frontini, apprezzato operista ed etnomusicologo, e che sarà riproposta in prima assoluta. La “cantata” di Frontini è, insieme a quella di Pietro Platania, “Qui pugnavi celeste guerriera” scritta nel 1856, l’unica composizione originale e autentica dedicata alla martire catanese. Il 1886 rappresenta una tappa molto importante per la storia della devozione agatina: in quell’anno infatti, gli abitanti di Nicolosi invocarono l’intercessione della martire catanese per ottenere la salvezza delle loro abitazioni minacciate da una eruzione vulcanica. Lo stesso cardinale G. B. Dusmet, arcivescovo di Catania, guidò una solenne processione con la reliquia del Velo di S. Agata per invocare l’arresto del fronte lavico, cosa che effettivamente si verificò di lì a poco generando grande impressione tra la popolazione che acclamò al miracolo. Il compositore catanese F. P. Frontini doveva essersi interessato alle manifestazioni musicali inerenti la devozione agatina già prima del 1886, come sembrerebbe evincersi dal dono di una bacchetta di ebano con intarsi d’argento con cui il circolo cittadino S. Agata lo omaggiava nel 1879 (questo cimelio è attualmente custodito al Museo Bellini di Catania).
È abbastanza probabile che la composizione di questo “Inno”, che in realtà possiede la struttura formale di una cantata articolata in tre parti (introduzione, preghiera e cabaletta), debba essere ricondotta ai festeggiamenti che seguirono allo scampato pericolo per l’eruzione dell’Etna. Nel testo della “preghiera” sembrerebbe infatti cogliersi un riferimento al miracoloso intervento della santa martire: “Dal trono di gloria / O invitta guerriera / ascolta fra i cantici / La nostra preghiera: / Ci salva pietosa / Da tutti i flagelli / Fa dono alla Patria / di giorni più belli”. Il manoscritto autografo dello spartito fa parte del fondo musicale dell’Archivio Frontini.
Altra novità del gran concerto lirico corale è la parte dedicata alla musica liturgica con la suggestiva antifona “Stans beata Agatha” del maestro Filippo Tarallo, nota ai catanesi per via del tradizionale omaggio musicale che le monache benedettine tributano a S. Agata durante il transito del fercolo per via Crociferi; ed ancora la celebre composizione di Rosario Licciardello, “Inno del Centenario”, composto nel 1951 in occasione dei festeggiamenti per il XVII centenario del martirio della Santa Patrona di Catania; la devozionale “Coroncina” di Giuseppe Maugeri (nella elaborazione e in omaggio a Mons. Nunzio Schilirò, compianto maestro fondatore della Cappella Musicale del Duomo) e l’omaggio inedito di Marco Frisina alla martire catanese “Vergine buona”, composto proprio su commissione del Coro Lirico Siciliano.
Un accorato e partecipato omaggio per la Patrona della Città etnea, nella viglia della grande festa, per una celebrazione in musica, viatico di spiritualità.