L’arte è lo specchio della vita e soprattutto dell’anima: lo sa benissimo Pina Imbesi, che attraverso i suoi dipinti esprime un messaggio di riflessione profonda sulla condizione umana nel terzo millennio. All’Auditorium di San Vito si è svolta la cerimonia di presentazione dal titolo “Verso l’infinito” esponendo la sua vasta collezione, frutto del suo genio e lungimiranza. Nel suo doppio ruolo di presentatore e di poeta Vito Natoli ha introdotto la biografia dell’artista tratteggiando i momenti più importanti della sua poetica. Un intermezzo musicale ha deliziato gli astanti grazie al violoncellista Sebastiano Imbesi nell’esecuzione di un brano tratto da “ La vedova allegra” di Franz Lehar. Molto sentita è stata la partecipazione delle istituzioni municipali tramite l’Assessore al Bilancio dott. Cosimo Recupero, il quale nel porgere il saluto dell’intera Amministrazione ha invitato gli artisti ad impegnarsi nella politica per la loro generosità e creatività, poiché essi, possedendo la capacità di vedere le cose fuori dagli schemi, offrono un apporto rilevante nella costruzione di una società migliore. Il presidente dell’Associazione Culturale e Sportiva “Giuseppe Garibaldi” dott. Carmelo Cicero ha definito l’evento di grande importanza permettendo di far conoscere al pubblico la personalità di una pittrice dalle elevate qualità. Dopo l’intervento di Rodrigo Foti nella sua veste di critico d’arte ad esaminare sotto il profilo tecnico artistico le opere ivi esposte, vi è stato un altro momento melodico con la giovanissima Dominique Cicero, la quale ha interpretato col suo flauto traverso una parte della Nona Sinfonia di Beethoven, meglio nota come “L’inno alla gioia”. La serata è stata ulteriormente arricchita dalle poetesse Loredana Aime con l’ode intitolata “Corpo di donna”, Angela Maggio con la lirica “Donna”, Caterina Barresi con la poesia “La ballata delle donne”. Ha concluso l’attimo lirico lo stesso Vito Natoli con “Elettra, la mia femminota”, un componimento misto fra vernacolo ed italiano. Dopo i ringraziamenti di Pina Imbesi, ha concluso l’evento la soprano Isabella Scarpaci interpretando dapprima l’“Ave Maria” di Schubert ed infine “Casta Diva”, tratto dalla “Norma” di Vincenzo Bellini. Il genio di Pina Imbesi è ispirato su un eclettismo originato dallo studio delle più importanti correnti dell’arte moderna conciliando la parte realistica con quella onirica. La prevalenza cromatica sulle linee indicano l’egemonia del sentimento sulla razionalità nonostante tracce di classicismo siano presenti in tutte le sue opere. Abile nello spaziare fra Vedutismo, Impressionismo, Surrealismo, contesti Naif, fino ad ispirarsi a Botero, Pina Imbesi conferisce ad ogni opera un forte simbolismo alimentando il vivente ed il vissuto. Fra le realizzazioni più eminenti si annoverano “Verso sera”, ambientato in una delle tante caratteristiche viuzze mediterranee ormai disabitate, dove il contesto assume una visione più naturale, fondata su effetti cromatici e luminosi dovuti ad una pennellata a tratti leggera, a tratti marcata per sottolineare una dimensione sobria, basata su una vita semplice, ma sana e di elevati valori etici ormai al tramonto: a tal proposito emblematico è il particolare dell’anziano raffigurato a camminare sulla parte della stradina dove c’è l’ombra simboleggiante non solo la fine del giorno, ma anche il lento termine della vita. Interessanti sono le opere ispirate al Surrealismo figurativo: in particolare di natura filosofica sono i quadri “La porta della speranza” e “Senza tempo”: nel primo l’antro angusto, all’interno del quale fluisce l’acqua, è contrassegnato da un’enorme bolla pendente dal soffitto a precludere l’uscita verso il mondo del reale, simboleggiando che la vita è un sogno ed il reale è nascosto e l’isolotto sullo sfondo rappresenta il mondo delle certezze. La seconda rappresenta il fluire ininterrotto del pensiero, il cui processo di analisi approda parzialmente alla verità. I quadri in mostra celebrano Pina Imbesi come una personalità a 360°, la cui attività di ricerca sarà foriera di altre opere pittoriche dalla notevole importanza culturale.
Foti Rodrigo