Caltagirone (Ct): Operazione Ibis, gli arrestati

All’alba di oggi i carabinieri del comando provinciale di Catania insieme ai colleghi del nucleo elicotteri di Catania Fontanarossa e a quelli del comando provinciale di Palermo hanno arrestato otto persone nell’ambito dell’operazione denominata Ibis.

Le manette sono scattate ai polsi di Alfredo Scurato, detto Marco, 38enne di Palermo; Fabrizio Bertolino, alias “colpo di pala”, 44enne di Palermo,; Salvatore Impeduglia, ragusano del 1979; Tomita Vlad, alias Tommi, romeno di 27 anni. Domiciliari per Vittorio Liuzzo Scorpo, 41enne di Regalbuto; Loredana Alba Lombardo, 47enne di Palermo.

Le indagini erano state avviate dopo la denuncia presentata da una romena il 30 agosto del 2012,  per violenza sessuale e tentativo di induzione alla prostituzione messi in atto da due romeni e da un italiano. E’ emerso che alcuni soggetti palermitani avevano cercato di introdursi nel territorio calatino, e nello specifico nei comuni di Caltagirone, Grammichele e Mazzarrone, tramite la presenza in loco di uno degli indagati. L’obiettivo era quello di estorcere i commercianti e di spacciare grossi quantitativi di droga, evitando uno scontro aperto con la criminalità organizzata locale.

Le indagini dei carabinieri hanno permesso di scompaginare una pericolosa associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, nonché ai furti ed alle estorsioni nei confronti degli imprenditori agricoli operanti nel territorio calatino. Inoltre, sono stati acquisiti numerosi elementi che hanno consentito di monitorare la composizione e le dinamiche criminali dei soggetti operanti nel territorio, accertandone lo sviluppo di alleanze e contrapposizioni ed intervenendo tempestivamente per arrestare diversi soggetti, a cui veniva impedita la prosecuzione della loro attività delittuosa.

Gli arrestati avevano preparato il loro ingresso nel territorio calatino prendendo contatti con Liuzzo Scorpo che gestiva l’agriturismo Casale Sn Pietro e Paolo. A lui avevano proposto un finanziamento per l’ampliamento del casale, vantando amicizie a Palermo in grado di concedere un contributo tramite l’indagata Loredana Lombardo. Secondo gli accordi Liuzzo, dopo aver ottenuto il finanziamento, avrebbe dovuto consegnare parte del denaro ottenuto ai palermitani. All’inizio l’uomo non è riuscito a mantenere i patti e per questo ha cercato di prendere tempo, vantando di essere compare della nota famiglia Scinardo. Minacciato più volte dai palermitani e vistosi uccidere da loro il migliore vitello dell’azienda, ha deciso di associarsi ai palermitani e di offrire l’agriturismo come base operativa e logistica dell’associazione.

Così i palermitani, affiancati da Liuzzo, hanno deciso di organizzarsi per iniziare le estorsioni nel territorio calatino, previa autorizzazione di Cosa nostra locale. Liuzzo Scorpo ha contattato personalmente Giancarlo Maria Lucio Giugno, referente di Cosa nostra del niscemese. Quest’ultimo, tramite il suo braccio destro Alberto Musto, ha autorizzato il gruppo ad iniziare le estorsioni nel territorio calatino. Dopo l’arresto di Giugno e di Musto in alcune operazioni di polizia giudiziaria e l’arresto degli associati Vlad Tomita e Salvatore Impeduglia per l’omicidio del romeno Andrijoiu Sevastian, ai palermitani era venuta meno l’autorizzazione precedentemente ottenuta e hanno così interrotto le attività illecite nel territorio calatino.

Inoltre, dalle indagini è emersa un’associazione per delinquere finalizzata all’attività di sfruttamento della prostituzione a Vittoria, disarticolata il sette giugno del 2013 dai carabinieri del comando provinciale di Ragusa. Infine, il 15 gennaio del 2013 gli investigatori hanno acquisito fondamentali elementi che hanno consentito al commissariato di Caltagirone di assicurare alla giustizia gli autori dell’omicidio del romeno Sevastian Andrijoiu. Due degli indagati risultano irreperibili.  

Maria Chiara Ferraù

 

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