Aprirà eccezionalmente le porte il Seminario arcivescovile dove si formano i sacerdoti, e ritornerà visitabile l’appartamento presidenziale riservato al Capo dello Stato in Prefettura. Si potrà riscoprire l’antica Abbazia di santa Maria di Mili voluta dal gran conte Ruggero, tra le più antiche testimonianze normanne in Sicilia: l’anno scorso riaprì al pubblico dopo dieci anni proprio per il festival; e ci si perderà tra villaggi e frazioni alla ricerca di chiese dimenticate che contengono opere d’arte inattese. Ventisei luoghi con numerosi siti inediti, passeggiate alla scoperta della città e dei dintorni e tante esperienze tra cui quella con i “cocciulari” di Ganzirri.
Sono i numeri del Festival Le Vie dei Tesori che ritorna a Messina per il settimo anno consecutivo e un’edizione che si preannuncia da ricordare. Stamattina è stata scelta la città dello Stretto per presentare l’intero festival, che da quest’anno entra nel network di Italia Romanica, nuovo format nazionale che unisce Lombardia, Sardegna e Sicilia in un unico percorso di bellezza sul filo del periodo dell’arte romanica, che nell’Isola coincide temporalmente con l’arabo normanno.
Il festival parte sabato 16 settembre e va avanti, sempre sabato e domenica, fino all’1 ottobre. “Abbiamo voluto fortemente condividere questa bellissima iniziativa che la Prefettura sposa per il secondo anno, riaprendo le sue porte al pubblico. L’anno scorso è stata infatti il luogo più visitato della città e vorremmo esserlo di nuovo – ha detto il Prefetto Cosima Di Stani, che stamattina ha anche presentato il nuovo albo dei Prefetti della Provincia, realizzato da Mario Valenti, che prosegue l’elenco dell’albo storico. Tre weekend per un nuovo festival di “riappropriazione della bellezza” che racconta l’intera Isola: dieci città in questa prima tranche, poi altre cinque (Ragusa, Scicli e Noto; Sciacca e Carini) dal 7 al 22 ottobre, e Palermo e Catania per tutto il mese di ottobre. Un progetto che si anima della narrazione collettiva, della voglia di riappropriazione dei cittadini, della partecipazione delle centinaia di giovani che ogni anno si uniscono alla squadra di organizzatori, narratori, esperti del territorio, giornalisti.
“Un festival che riesce a rendere visibile ciò che è invisibile. Grazie a questo progetto anche i cittadini scoprono tesori nascosti, e ovviamente i turisti sono spinti ad andare oltre le solite tappe, e al di là della consueta stagione estiva con inevitabili ricadute positive sull’indotto” ha detto l’assessore regionale al Turismo Elvira Amata. E infatti Le Vie di Tesori ogni anno generano una ricaduta economica, in termini di indotto turistico, nelle città che attraversa, come certifica l’Otie, Osservatorio turistico delle economie delle Isole: nell’ultimo anno (il 2022), la ricaduta è stata di oltre 192 mila euro nei tre weekend. Complessivamente l’anno scorso la Sicilia ha avuto un indotto di oltre 6 milioni di euro.
Un festival che ha portato la cultura fuori da palazzi istituzionali e atenei, ha sperimentato, cercato, scoperto percorsi e siti. E costruisce reti: a Messina come nelle altre città, con Unicredit come main sponsor, il festival ha lavorato in stretta collaborazione con la Prefettura e la Diocesi. Perché Le Vie dei Tesori sin dall’inizio ha saputo creare sinergie e dialogo con Regione, Atenei, Comuni, Diocesi, gestori privati, istituzioni dello Stato, proprietari di palazzi nobiliari.
“Raccontiamo luoghi trasversali, intrecciati per interesse, tematismi, bellezza, non per titolarità; un luogo non raccontato rimane muto. Dare ai siti lo spessore della storia è uno strumento di marketing potentissimo” ha detto Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori. “Cerchiamo di restare con le nostre attività quotidiane, in contatto continuo con il territorio: questo festival è l’esempio dell’attenzione ai cittadini” interviene Nello Domino, responsabile Area retail Messina di Unicredit.
Un progetto che tutto l’anno lavora per generare valore sociale intorno al patrimonio culturale con una costante attività di valorizzazione e di storytelling, con restauri e manifestazioni. E che, tra settembre e ottobre, vive la lunga stagione del Festival, trasformando le città in ecosistemi culturali integrati dove vengono abbattuti i paletti di titolarità dei luoghi del patrimonio. E che quest’anno riaccoglie il progetto satellite Terre dei Tesori: apriranno cantine, vigneti, frantoi, caseifici, vivai, in collaborazione con l’Assessorato regionale all’Agricoltura.
La prima parte del Festival, a settembre, quest’anno sarà già un’ubriacatura di bellezza: al fianco di Messina, ecco Enna che mette insieme un palazzo Liberty inedito a un giardino segreto nel cuore della città, prepara le visite ai conventi o il giro delle cripte con il mummiologo; Caltanissetta che visita le miniere, torna nel suo cimitero monumentale, scopre una delle due uniche ghigliottine siciliane e abbraccia la vicina San Cataldo. Guardano al mare Trapani, che scopre un monastero domenicano in una casa privata e si perde tra stucchi barocchi e l’organo più complesso d’Europa; poi Marsala che ritorna nelle cantine e apre imponenti torri vinarie, ma ha preparato anche percorsi e siti archeologici per appassionati; e infine Mazara accoglie un percorso attraverso progetti e atelier di artisti che hanno scelto di vivere in questo lembo di Sicilia. Avvicinandosi a Palermo, ecco Alcamo che tenterà di bissare il successo del debutto dello scorso anno: riapre i suoi castelli colmi di leggende, aggiunge un’antica cantina dello Stabilimento Florio, sale sulle cupole, ascolta cantastorie e canti gregoriani. La new entry Corleone condurrà alla scoperta di chiese e conventi dove è palpabile la devozione antica; e una bellissima mostra di simulacri sei e settecenteschi della processione del Corpus Domini, dimenticata da mezzo secolo. Abbracciano infine il capoluogo, sia Bagheria che apre la famosa “villa dei mostri”, invita gli innamorati sull’arco sospeso sul mare, ma racconta anche Ignazio Buttitta nella bottega dove scriveva, da fanciullo, le prime poesie; che Termini Imerese dove apriranno per la prima volta i depositi del Museo civico, e due chiese di valore inestimabile; San Gerolamo con l’inedito “forno mistico”, la Biblioteca Liciniana con il chiostro e l’anfiteatro romano; senza contare il Grand Hotel delle Terme, il sito più visitato in Sicilia nella scorsa edizione del Festival.
La formula è ormai diventata un format rodato, studiato nelle università: un luogo non raccontato è un luogo muto, diventa grigio, trasparente. La narrazione è scoperta e riappropriazione, soprattutto se affidata ai giovani – e sono oltre 500 quelli che si mettono in gioco durante i due mesi di festival, e accanto a loro ci sono 1200 studenti delle scuole -, al racconto delle comunità.
LE VIE DEI TESORI A MESSINA
L’antica Messina affacciata sullo Stretto, devastata dal terremoto del 1908 ma rinata. Da quel cataclisma sono sopravvissuti ipogei, forti, ville, opere d’arte, e tanta voglia di ricostruzione: parecchie delle chiese aperte con le Vie dei Tesori racconteranno crolli, danni, a volte la chiusura. “Io stesso scopro ogni giorno qualcosa di nuovo, Messina è una continua novità e Le Vie dei tesori sono un’occasione importante per avere una marcia in più e andare avanti” ha detto il sindaco di Messina, Federico Basile. Costruito sul territorio da Marco Grassi, il programma parte da un inedito, il Seminario Arcivescovile, che mette a disposizione alcune sezioni della Biblioteca Painiana, un’ antica raccolta zoologica, ma anche i celebri bozzetti e cartoni di Aristide Sartori per i mosaici del Duomo. Molto attesa la Prefettura che aprirà saloni normalmente chiusi al pubblico e l’appartamento riservato al Capo dello Stato quando è in visita a Messina. Quest’anno sarà di nuovo possibile varcare la soglia dell’antica chiesa abbaziale voluta dal gran conte Ruggero, Santa Maria di Mili nata con il convento nel 1090 su un cenobio bizantino; e visitare il Santuario di san Francesco che mostrerà un’inedita statua seicentesca con un bellissimo rivestimento argenteo. Le visite proseguono: la sobria casa museo della poetessa dialettale Maria Costa, la prima sede dei Domenicani in Sicilia, alla chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani e alla chiesetta di San Giovanni di Malta dove vi racconteranno la storia di San Placido, patrizio e monaco; nella cappella di Gesù e Maria delle Trombe, vi mostreranno il Bambinello miracoloso. Un’esperienza da non perdere sarà di certo la “gogna” di Castel Gonzaga, dove venivano rinchiusi i condannati, e la piccola Cuba nel giardino del monastero di San Placido Canonero. Da scoprire le preziose collezioni universitarie, le maioliche Zipelli e i reperti dei Gesuiti, la galleria d’arte moderna e contemporanea “Lucio Barbera” che ospita Fontana, Casorati e Guttuso; i piccoli musei scientifici: i fossili della collezione universitaria della Fauna, e il Museo della musica popolare dei Peloritani a Gesso.
Sono due le ville che aprono i battenti: la settecentesca Villa Cianciafara sopravvissuta indenne al terremoto, mostra ancora i segni del suo passato da tenuta agricola e gli arredi originali, oltre ai segni di Filippo Cianciara, fotografo cugino dei Piccolo e dei Tomasi; ritorna anche villa Giovanna, ex sede della Guardia Regia oggi centro olistico Mater Vitae, a Villaggio Pace, dove ci si troverà immersi in un vero giardino tropicale, che degrada verso il mare. Infine, non potevano mancare Forte San Salvatore – aperto anche quest’anno con la collaborazione della Marina Militare – dove è giusto dedicare una preghiera alla Madonnina, guardando lo Stretto.
ESPERIENZE
I musei parlano e lo fanno anche le antiche abbazie normanne, basta saperli ascoltare: collezioni, reperti, ma anche maschere, angoli, maschere e pupi. Alla fattoria urbana Villarè lo hanno capito: l’esperienza (soprattutto per i più piccoli) stringerà un contatto con gli animali da cortile; ma si potrà anche cercar vongole nel laghetto di Ganzirri, raggiungere l’arroccata Floresta, borgo di tradizione pastorale dove il tempo scorre lento, lontani dai ritmi frenetici della metropoli.
PASSEGGIATE
Le passeggiate proposte da Le Vie dei Tesori in collaborazione con numerose associazioni locali condurranno alla scoperta di aspetti particolari della città: dal centro storico tra vestigia medievali e normanne, all’antica via del Dromo, tra i resti di costruzioni agricole e industriali, alle testimonianze liberty ancora presenti. Poi l’antico casale di Castanea, racchiuso da pinete e il sentiero dei mulini della Vallata di Cumia.
BORGHI DEI TESORI. Una settantina di piccoli centri siciliani riuniti in un’unica Associazione Borghi dei Tesori, nata sotto l’egida della Fondazione Le Vie dei Tesori: più della metà ha accolto visitatori curiosi – per due weekend, ma domani parte il terzo (9 e 10 settembre) – aprendo castelli, sorgenti, palazzi, conventi; offrendo esperienze, degustazioni, passeggiate. Nel Messinese partecipano cinque borghi: dalle esperienze di Mirto (che si raggiunge domani con bus da Palermo) tra passeggiate in jeep, costumi d’epoca, tante degustazioni e un museo con i ricordi dei vip che sono passati dall’elegante Grand Hotel et Des Palmes palermitano dove un barman curioso raccoglieva i loro autografi; a zonzo tra le erbe dei Nebrodi sulle orme del frate e naturalista Francesco Cupani, si potrà assaggiare il miele limpido di ape sicula e visitare i noccioleti dove scorrazzano i maialini neri. Arrampicata sui monti ecco la minuscola Tripi (raggiungibile domenica in bus da Palermo): a parte i murales di Ligama che la raccontano, l’antica Abakainon, la misteriosa città fondata dai siculi, si racconta anche nel piccolo e prezioso museo-gioiello “Santi Furnari” tra i più innovativi nell’Isola. Altro monte, altro borgo: Frazzanò, oltre al bellissimo monastero basiliano di San Filippo Fragalà – che è uno spettacolo, immerso in un ambiente incontaminato, silenzioso, straordinario -, ospita nella chiesa di San Lorenzo una complicata macchina teatrale che permette di “occultare” e proteggere la statua del patrono dietro un quadro. Torna Alcara Li Fusi con le sue chiese antichissime che nascondono un’ Annunziata in telacolla del XVI secolo; San Pantaleone con l’organo seicentesco, e il Cristo in cera col costato aperto e gli organi interni visibili. E ovviamente non si può lasciare Alcara senza aver visto da vicino i grifoni, l’unica colonia di rapaci esistente nell’isola: domenica alle 16 armati di macchina fotografica e binocoli per osservare i luoghi di nidificazione dei grifoni. Un percorso naturalistico che, grazie alla vittoria del Premio Borghi dei Tesori (lanciato dalla Fondazione Vie dei Tesori e da Fondazione Sicilia), sarà riqualificato con l’installazione di un binocolo panoramico per osservare i rapaci. A San Piero Patti (anche qui arriva domenica il bus da Palermo) si potrà assistere, alle 19 nel chiostro del convento dei Carmelitani a Danlenuàr, racconto teatrale di e con Giacomo Guarneri, storia d’amore ambientata ai tempi della catastrofe mineraria di Marcinelle. Antonio, intrappolato al fondo della miniera che brucia, rivolge un ultimo pensiero alla sua Genoveffa, sposata sette anni prima, il giorno stesso della sua partenza. Il percorso nel borgo parte dalla casbah Arabite, alle pendici del castello, o nelle campagne dove si scoprono antiche costruzioni, pietra su pietra ad anelli concentrici. Ci sono anche anche un misterioso Cristo Nero; una Madonna che commosse il Gagini; un convento dei Carmelitani che si è reinventato tramite l’arte, e i ruderi del castello oggi dedicato alla poetessa, pittrice e narratrice Helle Busacca. Se si scende fino al fiume Timeto, ci si imbatte in laghetti, vecchi mulini e acque sulfuree.
Il sito www.leviedeitesori.com è nuovo di zecca, una miniera dove trovare schede, fotografie, aneddoti e curiosità, sfogliare il magazine e programmare le proprie visite, sempre in modalità 4.0. e così anche i social del festival, che ottengono sempre migliaia e migliaia di visualizzazioni e condivisioni. Un festival smart, veloce, comodo, che viaggia sugli smartphone: prenotazioni caldamente consigliate, e coupon on line.
COME PARTECIPARE
Per partecipare a Le Vie dei Tesori basta acquisire il coupon per l’ingresso con visita guidata sul www.leviedeitesori.it o negli infopoint allestiti durante il Festival in ogni città. Un coupon da 18 euro è valido per 10 visite, da 10 euro per 4 visite e da 3 euro è valido per un singolo ingresso. Per le passeggiate è previsto un coupon da 8 euro. Per le esperienze, i coupon sono di valore variabile. Consigliata la prenotazione on line su www.leviedeitesori.com. A chi prenoterà verrà inviata per mail una pagina con un codice QR con giorno/orario di prenotazione da mostrare all’ingresso dei luoghi sul proprio smartphone o stampata. In alternativa, ci si può presentare all’ingresso dei luoghi mostrando la pagina con il codice QR ricevuta via mail al momento dell’acquisto, ma si entrerà solo se ci sono posti disponibili. I coupon non sono personali e possono essere utilizzati da più visitatori, anche simultaneamente e in posti diversi, fino a esaurimento del loro valore. Nei luoghi disponibili solo ticket da 3 euro.
Info point a Messina allestito nella chiesa San Giovanni di Malta (via omonima), sabato e domenica dalle 10 alle 13.30 e dalle 16 alle 19.30.