Giornata di studi a Comiso, dedicata a Gaetano Ponte, vulcanologo e fotografo di Palagonia, fra i fondatori dell’istituto di vulcanologia di Catania. Appuntamento il 25 marzo alle 11.00 a palazzo Fidone a Comiso, nel ragusano. Un appuntamento organizzato dall’associazione culturale Arteinsieme di Comiso in collaborazione con l’istituto comprensivo di Gaetano Ponte di Palagonia, con il centro parchi internazionale, l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – osservatorio etneo.
Nel corso della giornata, sarà proposta la visione di circa 40 foto realizzate da Gaetano Ponte che documentano fasi salienti del suo lavoro e della sua ricerca scientifica. Fulcro della giornata sarà il convegno dal tema: “Gaetano Ponte, vulcanologo e fotografo”.
Stefano Branca, direttore dell’osservatorio etneo INGV di Catania presenterà “Il ruolo di Gaetano Ponte (1876 – 1955) nello sviluppo della vulcanologia catanese e “il fondo fotografico Gaetano Ponte”. Gaetano Interlandi, docente di scienze matematiche all’istituto Gaetano Ponte di Palagonia e responsabile del progetto “Gaetano Ponte”, parlerà delle origini di Ponte. Moderatore sarà Carmelo Nicoloso, coordinatore di Mezzogiorno d’Italia comitato parchi”. Il convegno sarà introdotto dal presidente di ARteinsieme, Marcello Nativo; dalla dirigente scolastica Grazia Poma e dal sindaco Maria Rita Schembari.
“Questo convegno – spiega Marcello Nativo – rappresenta il momento clou di una lunga e proficua collaborazione con la scuola di Palagonia, con cui abbiamo avviato alcune iniziative sia in occasione dei 700 anni di Dante Alighieri, sia per il centenario VErghiano, con eventi ancora in corso. La scuola è intitolata a Gaetano Ponte, uno studioso e uno scienziato che ha dato un contributo straordinario allo studio della vulcanologia, grazie a lui affrontata con nuove e moderne tecniche d’indagine. Ponte è un uomo che la Sicilia può e deve conoscere di più e noi vogliamo dare un apporto in questa direzione”.
Gaetano Ponte fu un uomo di scienza, studioso competente ed appassionato, che seppe dare un contributo importante alla cultura scientifica della Sicilia, dove si trova il più grande vulcano attivo d’Europa. Può essere considerato uno dei padri della moderna vulcanologia. Nel corso dell’Ottocento alcuni studiosi avevano tentato di costituire una struttura attrezzata per lo studio dei vulcani e dei fenomeni sismici. Mario Gemmellaro nel 1804 costruì l’Osservatorio scientifico sull’Etna, il primo al mondo per lo studio dei fenomeni vulcanici. Nel 1887 il vulcanologo Orazio Silvestri costituì il Regio Osservatorio Vulcanologico Etneo. La morte prematura fermò il progetto che venne ripreso e portato a termine da Gaetano Ponte.
“Nel 1933 – spiega Stefano Branca – si giunse alla costituzione del primo Istituto Vulcanologico Universitario d’Europa. Erano annessi l’Osservatorio Etneo a quota 2941 metri e la Stazione Vulcanologica a quota 1881”.
Appassionato fotografo, Ponte riuscì a documentare, anche attraverso le foto, l’attività scientifica e di osservazione. Una selezione sarà esposta a Comiso. Fu autore di numerosi studi e pubblicazioni sia in Italia che all’estero (se ne contano circa 150).
“Di rilievo – continua Branca – sono i suoi studi sulle formazioni laviche e palagonistiche degli Iblei, sulla Mofeta dei Palici (formazioni lacustri nei pressi di Palagonia che si riteneva potessero essere collegate ai fenomeni vulcanici dell’Etna, con acque melmose agitate da masse gassose, sulle fumarole dell’Etna e dello Stromboli, sulle strutture basali dell’Etna, sulla genesi e sulle tipologie delle gallerie di svuotamento nelle colate laviche etnee, sulla genesi delle bombe vulcaniche, sulla necessità di sorveglianza sismica dei vulcani attivi, sulla possibilità di deviare il corso delle colate laviche con l’uso di esplosivi, che egli ipotizzò per primo precorrendo i tempi. Gaetano Ponte lasciò un’eredità importante di studi e di conoscenza, ma fu anche e soprattutto un esempio di attività professionale seria, rigorosa, caratterizzata da grande passione e impegno negli studi”.