S’intitola “Un vento irrequieto soffiava tra gli alberi…” ed è un’azione scenica ideata da Umberto Naso e in programma domenica 15 gennaio, ore 17, nell’ambito della mostra “Libero Elio Romano. 1909-1996” organizzata dall’Accademia di Belle Arti di Catania e in corso a Palazzo della Cultura fino al 20 gennaio.
Protagonisti i cantanti del Frottole Vocal Ensemble diretti da Salvo Fresta. A spiegare il progetto che si articola fra brani di letteratura e partiture per coro è lo stesso Naso – scenografo, costumista e regista – che di Romano è stato allievo al Liceo Artistico. Ingresso libero.
“Lo spazio espositivo – spiega Naso, autore di una installazione ispirata all’arte e alla poetica di Romano – si anima accogliendo linguaggi paralleli: i brani musicali sono descrizioni di stati d’animo, piccole storie narrate attraverso la polifonia, in affinità con la pittura che suscita emozioni attraverso il colore, la materia e la luce. Le letture raccontano la vita dei colori, la loro essenza emozionale, la loro sonorità: dicono parole di poesia, dicono che l’arte è soprattutto aspetto dello spirito, humus del giardino dell’umanità”. In programma un’antologia di brani da Kandinskij, Clemènt, Yoko Ono e Marguerite Youcenar; per la musica madrigali, mottetti e un’antifona gregoriana di autori dal XIII al XVI secolo come Marchetto Cara, Des Prez, Cipriano de Rore, Verdelot, Arcadelt, de Morales, Festa, de Sermisy e un brano dei Carmina Burana.
La mostra “Libero Elio Romano. 1909 – 1996”, a cura di Vittorio Ugo Vicari, è organizzata dell’Accademia di Belle Arti di Catania in collaborazione con il Comune e il Centro studi Elio Romano, è visitabile tutti i giorni: dal lunedì al giovedì solo al mattino dalle 9 alle 13. Da venerdì a domenica anche nel pomeriggio: 9-13 e 16-19. Ingresso libero. Visite guidate, con allievi e cultori dell’Accademia, prenotando via email a mostraromano@abacatania.it
Selezionate dal curatore, Vittorio Ugo Vicari, storico dell’arte e docente Abact, per “Libero Elio Romano. 1909 – 1996” sono in mostra cinquantasette opere meno note o del tutto inedite provenienti da collezioni private: paesaggi rurali dove pennellate corpose e veloci restituiscono un cromatismo vibrante; scorci di interni con nature morte, una galleria di ritratti di familiari, sculture, due marine nella luce della nera scogliera lavica di Catania e una raccolta di nudi, dalla trama pastosa e sensuale.
“Forse i nudi sono tanto frequenti nei miei quadri perché sono forme ancora incontaminate dal cambiamento del costume. Sono semplici e pure”, ebbe a dire il Maestro, ben prima che i tatuaggi diventassero fenomeno di massa. Opere che, dagli anni della formazione – la Scuola Libera del Nudo all’Accademia di Roma e poi il diploma alla Regia Accademia delle arti del disegno di Firenze, dove fu allievo di Felice Carena – fino a quelli della maturità trascorsi nel “buen retiro” della villa di famiglia a Contrada Morra, nelle campagne di Assoro (En), indagano l’intero arco produttivo dell’autore nel corso del Novecento e dei suoi eventi traumatici.
Figlio di magistrato che lo avrebbe voluto giudice – e laureato in Giurisprudenza contemporaneamente al raggiungimento del diploma accademico – Elio Romano nella capitale è vicino ad ambienti di intellettuali che si opponevano al regime fascista. Ricercato dalla polizia politica nel 1938, riesce a tornare in Sicilia dove trova rifugio nelle campagne di Morra insieme alla famiglia. Ed è qui che, per sottrarla alle persecuzioni razziali, nasconde per circa tre anni la collega di studi conosciuta a Firenze, la scultrice ebrea Ingeborg Franck Hunzinger, insieme al compagno di lei, il pittore tedesco secessionista Helmut Ruhmer.
Pluripremiato alle mostre nazionali e internazionali del suo tempo, docente a Firenze nella Facoltà di Architettura, nella sua cerchia di mentori, estimatori e amici Elio Romano annovera alcune tra le più importanti personalità culturali e artistiche italiane del secolo scorso: Francesco Guglielmino, Giuseppe Luigi Ferretti, Giuseppe Lombardo Radice, Mario Mafai, Felice Carena, Ennio Pozzi, Nunzio Sciavarrello, Yehezkel Streichman, Eugenio Montale e i già citati Ruhmer e Franck Hunzinger delineando sin dall’adolescenza il profilo di un autore di fronda sia durante il ventennio che dopo, nell’Italia repubblicana e democratica.
La mostra – che giunge al termine di un annoso quanto metodico lavoro di ricerca condotto da Vicari e da altri colleghi storici dell’arte fra gli archivi di accademie, università, musei e più volte interrotto dall’emergenza della pandemia – arriva a ventisette anni dall’ultima antologica a lui dedicata a Catania (Castello Ursino, anno 1995, a cura di Giuseppe Frazzetto) ed è articolata in quattro sezioni cronologiche: gli anni della formazione a Catania, quelli dello studio accademico a Roma e Firenze, la guerra e il dopoguerra, gli anni della maturità.
“L’intento – spiega il curatore Vittorio Ugo Vicari, che a Romano ha dedicato anche un saggio storico – è quello di transitare l’autore dalla dimensione della critica a quella della storia dell’arte con uno scarto metodologico utile al processo di storicizzazione dell’autore. Da storico dell’arte, infatti, ho adottato un metodo umanistico che studia i contesti, la mentalità, la cultura che gravitano intorno all’autore. Così il catalogo che, con un approccio interdisciplinare, propone contributi che parlano molto dei contesti: da quello familiare e personale a quello sociale entro cui opera, fino ad arrivare alle macrostrutture della produzione e della critica coeva. Il visitatore troverà un ordinamento meno esornativo ma più intimo, maggiormente raccolto intorno a immagini che personalmente considero determinanti: una sorta di viaggio affettivo tra luoghi, amicizie e amori di Elio Romano”.
Concepita dal Centro Studi omonimo e prodotta dall’Accademia di Belle Arti di Catania – presieduta da Lina Scalisi e diretta da Gianni Latino – la mostra su Elio Romano si è rivelata uno straordinario laboratorio creativo e didattico che in questi due anni ha coinvolto docenti e studenti dei tre dipartimenti dell’ente: arti visive, progettazione e arti applicate, comunicazione e didattica dell’arte. Ognuno per la sua area impegnato con gli studenti a fornire il necessario supporto professionale nella complessa gestazione della mostra, che sperimenta anche nuovi metodi di divulgazione ed esperienza di conoscenza dall’unione fra i linguaggi dell’arte, della tecnologia e della pittura.
A completare infatti il percorso espositivo a Palazzo della Cultura, insieme ad una installazione ambientale di Umberto Naso, sono proiezioni multimediali, un video d’epoca restaurato e integrato dagli interventi del curatore e le stampe 3D di alcune sculture che, nell’ottica di una conoscenza trasversale e inclusiva, potranno essere “toccate” dal pubblico, dai bambini e dai non vedenti. Infine, a chiusura del percorso, una sala ospiterà una straordinaria animazione digitale delle opere di Elio Romano: una visita virtuale “dentro i quadri” per un’esperienza immersiva nei luoghi e con le persone care al maestro, protagonisti delle sue opere. Un progetto a cura di Enrico La Rosa, responsabile dell’allestimento espositivo.
Un cenno a parte merita il corposo catalogo realizzato da Abact con il sostegno dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana sotto la guida di Alberto Samonà e che presto sarà reso fruibile nella versione digitale dalla Biblioteca Regionale Siciliana. Il volume è introdotto dal curatore Vicari, autore di un ulteriore intervento che documenta le ricerche condotte da anni tra Catania, Enna, Roma e Firenze sulle tracce del maestro del quale mappa anche i grandi affreschi e le pitture murali per la committenza pubblica in Sicilia. Un lavoro corale e partecipato, quello di Vicari, che chiama a raccolta interventi di critici e storici dell’arte, testimonianze di artisti e, soprattutto, si annuncia con un incipit d’autore. Quello della scrittrice Giovanna Giordano che, vicina di casa “postuma” – abitando da qualche anno nello stesso condominio del Maestro, a Catania – immagina di destinargli una lettera piena di domande e carica di fascinazioni: “Quello che vedeva – scrive la Giordano – si trasformava in pittura liquida e gessosa, stemperava l’abbaglio della luce siciliana in una luce più tenue, più sommessa. Troppa luce forse, troppa bellezza fuori che lei riduceva un poco”.
La mostra “Libero Elio Romano. 1909 – 1996” è ad ingresso gratuito. Sarà visitabile dal lunedì al giovedì, dalle 9 alle 13. Venerdì, sabato e domenica 9-13 e 16-19. Prima e terza domenica del mese visite d’autore con il curatore prof. Vittorio Vicari. Le visite guidate per gruppi e scolaresche sono a cura dell’Accademia di Belle Arti e vanno prenotate inviando una email a mostraromano@abacatania.it. Prima e terza domenica del mese visite guidate con il curatore in due turni, ore 10 e 12. Visite guidate su prenotazione, email mostraromano@abacatania.it