Contro lo smantellamento delle soprintendenze in Sicilia si oppone SiciliAntica. La giunta regionale, con la delibera 108 dello scorso10 marzo, aveva previsto proprio la rimodulazione amministrativa delle soprintendenze.
Sono trascorsi alcun mesi da quando, lo scorso ottobre, le associazioni del gruppo SOS Sicilia centrale hanno rivolto al presidente della repubblica, Sergio Mattarella, un accorato appello affinché bloccasse la scellerata rimodulazione degli organi preposti alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale siciliano che è stata invece puntualmente varata dalla giunta regionale.
Il governo Musumeci ha scelto deliberatamente di mettere una pietra tobale sulle sezioni tecnico-scientifiche delle soprintendenze che con questo provvedimento amministrativo vengono accorpate in tre unità operative le quali dovrebbero, da sole, assolvere le competenze sui ben architettonici, archeologici, storico-artistici, archivistici, bibliografici, paesaggistici e demo-etno-antropologici.
Non meno allarmante si presenta la situazione dei parchi archeologici che, ad esclusione dei maggiori (Agrigento, Naxos, Morgantina e Villa Romana del Casale di Piazza Armerina e Siracusa), avranno al loro interno una sola unità operativa che dovrebbe assolvere a tutti i compiti dell’istituto, accorpando in un unico ufficio ruoli amministrativi e tecnico-scientifici sotto la responsabilità di un dirigente generico che potrebbe non avere alcuna attinenza con i beni culturali, in netto contrasto con l’articolo 9 bis del codice dei beni culturali e del paesaggio e con il dm 244/2019 che ha dato recentemente un ordinamento alle professioni dei beni culturali, indicando tra le attività proprie degli archeologi di prima fascia la direzione dei parchi archeologici.
L’intento del governo regionale – continua il comunicato – è ormai chiaro da tempo visto che negli ultimi anni abbiamo assistito ad un progressivo e deleterio depotenziamento delle soprintendenze e ad un’ingerenza sempre più invasiva della politica nel sistema di gestione dei beni culturali siciliani che ha sempre premiato il clientelismo, mortificando le competenze e limitando l’autonomia tecnico-scientifica.
Quest’ultimo, arrogante e vergognoso atto amministrativo, va anche oltre perché pretende addirittura di sovvertire sia la legge regionale 80/77 sia il codice dei beni culturali e del paesaggio, cancellando con un colpo di spugna le sezioni tecnico scientifiche delle soprintendenze e ridimensionando drasticamente il personale di alcuni parchi archeologici che si troveranno a dover gestire numerosi siti con risibili risorse umane.
SiciliAntica ha dato mandato al proprio ufficio legale di impugnare la delibera della giunta regionale che altrimenti avrebbe delle conseguenze catastrofiche per la tutela e la valorizzazione di uno dei più invidiati patrimoni culturali al mondo, già minato dall’atavica incapacità dei nostri governanti di salvaguardarlo e proteggerlo dal cemento e dalla speculazione”.