Immaginate che Dio, dopo aver creato il mondo abbia tanto, troppo tempo libero e che voglia trovare un lavoro sulla terra. Si arma di curriculum vitae (nessuno lo ha più lungo del suo) e scende a Palermo a trovare un lavoro. Quello che nessuno si aspetta, e forse nemmeno Dio stesso, è di trovarsi in difficoltà davanti ad un colloquio di lavoro e ai test psico attitudinali. “Il curriculum di Dio” di Jean Louis Fournier, con letture di Marcello Mordino e Paride Benassai, andrà in scena domani sera alle 21.15 al nuovo Montevergini di Palermo. E’ un capolavoro di garbata ironia, divertente, a tratti dissacrante ma mai volgare o irrisorio.
Nel testo di Fournier Dio crea il cielo, la terra, gli animali e gli uomini. Un lavoro molto impegnativo che, però, ad un tratto finisce e lascia a Dio tanto tempo libero. E allora arriva la malinconia, come quella che può provare un disoccupato. Dio si cimenta in altre attività come la ceramica, ma non funziona. Ha bisogno di un nuovo lavoro. Quindi, con curriculum vitae alla mano, con tanto di lettera di presentazione che non può mancare, Dio si mette alla ricerca di un lavoro. Nessuna persona possiede un curriculum più vasto del suo. Dio decide di andare a cercare lavoro a Palermo e, davanti alle domande impertinenti e brillanti del direttore di una grande azienda e davanti ai classici test psico attitudinali, anche Dio si trova in difficoltà. Dio si dichiara contrario alla pena di morte, ma allora perché ha inventato la vecchiaia gli viene chiesto o la guerra o ancora, più semplicemente, i funghi velenosi?
É buffo vedere Dio imbarazzato davanti a queste domande, un Dio che non sembra poi tanto convinto al 100% di tutto ciò che ha creato. Non è solo buffo, è anche ironico. L’intento dell’autore è portare lo spettatore a porsi domande complesse come quelle sull’esistenza e l’essenza del mondo e della divinità.