Sono cinque i soggetti (mafiosi o loro familiari) che percepivano illecitamente il reddito di cittadinanza. Lo hanno scoperto i carabinieri della compagnia catanese di Paternò. Nell’ambito di una rapida e mirata indagine, avviata d’iniziativa, è stata approfondita la posizione dei cittadini percettori di erogazioni pubbliche da parte dello Stato. Gli accertamenti sono stati indirizzati ad identificare quelle persone che risultano usufruire ugualmente, direttamente o indirettamente, dell’erogazione del reddito di cittadinanza.
Gli investigatori hanno scovatro tra i beneficiari soggetti appartenenti a consorterie mafiose attive nel capoluogo etneo e in provincia che hanno personalmente richiesto e ottenuto il beneficio.
In particolare: P.P, attualmente detenuto, capo e organizzatore del clan Alleruzzo-Assinnata-Amantea, articolazione territoriale della famiglia Santapaola-Ercolano di Catania, arrestato nell’operazione “sotto scacco” condotta dalla compagnia carabinieri di Paternò e dalla dda etnea, conclusasi il 4 maggio 2021 con l’esecuzione di 40 ordinanze di custodia cautelare in carcere.
A.R., detenuta, appartenente al clan Rapisarda, attivo nel comune di Paternò e articolazione locale della famiglia Laudani di Catania, moglie di Rapisarda Salvatore, alias Turi u porcu, reggente dell’omonimo clan e S.S., appartenente al gruppo di Picanello della famiglia Santapaola-Ercolano di Catania.
Altre due donne hanno richiesto e ottenuto illecitamente il beneficio, per conto dei propri coniugi, pur essendo anche questi ultimi gravati da sentenze di condanna definitive per associazione di tipo mafioso. L’importo complessivo riscosso indebitamente, a vario titolo tra marzo 2020 e lo scorso settembre, è di oltre 48.000€. L’I.N.P.S., che ha confermato l’importo, su delega della Procura della Repubblica di Catania ha revocato immediatamente il beneficio e avviato le necessarie procedure di restituzione di quanto illecitamente percepito, evitando così che l’Erario continuasse ad elargire ai soggetti denunciati ulteriori consistenti somme non dovute nel corrente mese.