Tra palazzi nobiliari e chiese, in due grotte sotterranee scavate dalla lava sotto la città; i laboratori dove lavorano ancora gli artigiani, le collezioni accademiche, le gallerie ritrovate, l’antica farmacia ottocentesca… Oltre a tantissime esperienze: in barca sul waterfront, tra i maestri d’ascia di Aci Trezza, sulle colate laviche, nei giardini sospesi sull’Etna, alla scoperta dell’albero con i rami più lunghi del mondo.
Le Vie dei Tesori ritorna per il quarto anno consecutivo a Catania, con un’edizione che mai come quest’anno ha il sapore della scoperta, della riappropriazione, della comunità. Grande e piccola, visto che il festival si muoverà, sì, nel capoluogo etneo, ma scoprirà anche piccoli centri fuori dai circuiti turistici come Viagrande o Adrano – dove un agguerrito gruppo di giovanissimi è una naturale gemmazione del festival -, e ritornerà dopo due anni anche nella vicina Acireale, dove apriranno due musei-gioiello e alcune chiese.
Un programma intenso – costruito con il supporto di UniCredit come main sponsor, in collaborazione con l’Università di Catania e il Comune –: si inizia domani (2 ottobre) e si andrà avanti – al fianco di Palermo – per cinque weekend fino al 31 ottobre; e, fino al 17 ottobre, il festival aprirà luoghi e proporrà esperienze anche a Sciacca, Ragusa e Scicli e per la prima volta, anche a Erice e Cefalù. “Un’opportunità unica per visitare luoghi non sempre conosciuti dai cittadini – dice il sindaco Salvo Pogliese – ne mettiamo a disposizione alcuni tra i più belli del nostro patrimonio, a partire da Palazzo degli Elefanti che verrà presto musealizzato. Catania in questo momento è piena di turisti, abbiamo superato i dati del 2019: è il momento di pensare al futuro, ecosostenibile e a misura di cittadino. Ieri in giunta è stata deliberata l’istituzione dell’isola pedonale, in occasione de Le Vie dei Tesori, il sabato pomeriggio e la domenica, su via Etnea da Villa Bellini a piazza Duomo: un modo per permettere ai visitatori di scoprire i luoghi del festival in sicurezza “.
“Una quarta edizione e un’amicizia che si rafforza – interviene Barbara Mirabella, assessore comunale alla Pubblica Istruzione, Attività e beni culturali -. Un festival sempre più smart, più interessante anche perché fa scelte inedite e dedica attenzione a luoghi fuori dai circuiti, come quelli che hanno rapporto con l’acqua come le grotte”. Le Vie dei Tesori dunque, seconda tranche (anzi verrebbe da dire terza visto che quest’anno i Borghi dei Tesori hanno fatto da apripista con le loro 21mila presenze a fine estate) che segue la prima parte del festival appena conclusa con un bellissimo successo di 34 mila visitatori nelle prime dodici città. “Le Vie dei tesori cresce come semina di conoscenza: nata per celebrare il Bicentenario dell’Università di Palermo, ha nel suo Dna la voglia di trasferire conoscenza dalle istituzioni culturali alla strada attraverso la divulgazione – dice Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori -. L’anno scorso abbiamo deciso di svolgere l’edizione in presenza durante la pandemia con misure di sicurezza straordinarie, quell’edizione “eroica” ha ricevuto un importante riconoscimento, il Premio Cultura e Impresa in partnership con Unicredit. Adesso sembra che il peggio sia passato e possiamo imboccare la strada della ripartenza”.
Cinque weekend, sempre sabato e domenica, per un nuovo festival di “resistenza”, il secondo post covid: l’anno scorso, in piena pandemia, quando ogni rassegna rimandava o rinunciava ai suoi programmi, Le Vie dei Tesori ha tenuto accesa la luce, riscrivendo ogni visita e ogni percorso nel segno della sicurezza, privilegiando luoghi all’aperto, sostituendo le visite guidate con audioguide d’autore ascoltabili dal proprio smartphone. Nonostante la necessità di contingentare gli ingressi e i repentini cambiamenti di colore, il festival ha messo insieme 120 mila visitatori in meno di due mesi, lontani dai numeri straordinari del 2019 (erano stati 404 mila con una ricaduta economica sul territorio di oltre 5 milioni di euro) ma che raccontavano una manifestazione viva, partecipata, e con la voglia di continuare a raccontare la bellezza.
Un festival che ha portato la cultura fuori da palazzi istituzionali e atenei, ha sperimentato, cercato, scoperto percorsi e siti: come La Città della Scienza, di solito non fruibile e che verrà aperta proprio per il Festival. “Abbiamo condiviso il progetto perché affini agli obiettivi della Terza Missione dell’Università – intervengono Germana Barone delegata dal Rettore per il SiMua, il sistema museale di Ateneo, e Alessia Tricomi delegata dal Rettore al coordinamento della Terza Missione, Public Engagement e Città della Scienza -, è un festival che crea sinergie tra istituzioni, non slogan, ma gesti concreti”. Riconquiste per i cittadini e occasioni imperdibili per i turisti.
Ma è soprattutto una manifestazione che costruisce reti: con Unicredit come main sponsor per il secondo anno – “Unicredit ha rinnovato il suo impegno perché ha una tradizione in ambito di progetti culturali – dice Francesca Cannaò, responsabile Area Retail Catania – è un modo per promuovere coesione sociale e senso di appartenenza delle comunità” – , Le Vie dei Tesori ha saputo creare sinergie e dialogo, e attivato un progetto che si compie grazie alla collaborazione di oltre 200 partner: Atenei, Comuni, Diocesi, Regione, gestori privati, istituzioni dello Stato, proprietari di palazzi nobiliari, e le tantissime associazioni che già lavorano sul territorio. E sono tante le aziende enogastronomiche che partecipano al progetto satellite, Terre dei Tesori, e apriranno cantine, vigneti, frantoi, caseifici, vivai, in collaborazione con il dipartimento Agricoltura della Regione siciliana. Un progetto che si anima della narrazione collettiva, della voglia di riappropriazione dei cittadini, della partecipazione di centinaia di giovani che ogni anno si uniscono alla squadra di organizzatori, narratori, esperti del territorio, giornalisti che amano profondamente, indissolubilmente quest’Isola. E che sperano, con loro, di restare a lavorare nella loro terra, senza essere costretti a cercare altrove.
IL FESTIVAL 2021
Molti luoghi sono tornati a grande richiesta, altri sono veramente inediti. “E’ una città inedita che apre le porte, ma è anche territorio – spiega Teresa Saitta, archeologa che ha costruito il programma a Catania – supereremo i confini del comune e arriveremo anche a Acireale, Adrano e Viagrande. E abbiamo coinvolto tanti giovani che, dopo aver lavorato con il festival, hanno fatto “gemmare” percorsi analoghi che abbiamo inserito in programma”.
Per percorrere insieme i camminamenti segreti delle monache di clausura, ma soprattutto scendere nelle cavità formate dalla lava sotto la città: della grotta dell’Amenano già si sapeva, ma quest’anno si aggiunge Grotta Petralia, un vero tunnel preistorico generato dal raffreddamento della lava. Nella farmacia storica De Gaetani sembrerà di respirare l’aria antica degli speziali, alla Società Storica Catanese (che conoscono solo i cittadini e neanche tutti) si scoprirà la “stanza dei re” con documenti dal 1816 al dopoguerra; e ci si potrà meravigliare di fronte agli exibit interattivi e le animazioni 3D della Città della Scienza: la partecipazione dell’Università quest’anno è di peso, apre infatti anche il Museo dei saperi e delle mirabilia siciliane, un “assaggio” vero e proprio delle innumerevoli collezioni dell’Ateneo; e il palazzo centrale dell’Università dove da pochi giorni è esposto lo scheletro del più piccolo elefante nano mai esistito sulla Terra, presente fino a 500 mila anni fa”.
Dalla chiesa di santa Chiara dove Verga ambientò “Storia di una capinera” si passerà a Santa Maria di Gesù che è uno scrigno di preziose opere d’arte, non perdete la Madonna con bambino di Antonello Gagini e il trittico di Antonello da Saliba. Dal Bastione degli Infetti voluto da Carlo V, che ospitò un lazzaretto seicentesco, al castello Ursino costruito da Federico II che ha resistito ad ogni calamità.
Le mani d’oro: quelle dei pupari storici, i Fratelli Napoli che apriranno il loro laboratorio; e le altre, di mastro Alfredo Guglielmino che alla bottega Cartura crea impalpabili delicatezze di carta. Alla Cappella Bonajuto vi parleranno di come Houel ne subì il fascino bizantino, nella cripta di Sant’Euplio, la storia del martire cristiano. Sarà l’anno dei palazzi nobiliari: Palazzo degli Elefanti che ospita il Comune, palazzo Asmundo di Gisira divenuto un albergo di charme, chi cerca il bel tempo andato raggiunge Palazzo della Cultura, chi invece cammina sulle tracce del Basile, Palazzo Biscari che è tutto un gioiello; preferirà Villa Manganelli, si ritorna ad ammirare i rimandi sfacciati al Rinascimento fiorentino di Palazzo Scuderi Libertini: fatevi mostrare il loggiato defilato e la terrazza affacciata sul giardino.
Si potrà entrare nelle botteghe dove gli artisti creano, parlano, raccontano: c’è AnRi con il suo minuscolo giardino, il mondo di cartapesta e la mostra “Terra-Luna A/R” racconti in piccole scatole “arredate”; SoRu, dove si restaurano tutte le cose che hanno un’anima e c’è uno spazio per i più piccini; l’ex industria delle calzature EGA, 850 metri quadrati, su tre livelli in stile Decò, per notare i cambiamenti della moda e dello stile attraverso i decenni, a partire dal marchio “Gravan”che arrivò a Parigi della Cava. L’altra chicca è Tabaré, creative espace di 5 artiste e piccola galleria da ascoltare, visitando anche la mostra fotografica “Pianeta Etna” della reporter internazione Maria Vittorio Trovato.
E le esperienze: di qualcuna si è già detto, ma sono di nuovo il punto di forza del festival, un modo per riprendersi lo spazio, dedicando tempo a se stessi. Si potrà assistere a due spettacoli di danza Butoh, tra i sontuosi arredi di palazzo Libertini: al Bastione degli Infetti il 9 ottobre ecco “Roulette”, quadri luce di Mariano Leotta e Valeria Geremia che firma anche “Dama”, il 31 a Palazzo Libertini; che il 16 e 17 ottobre ospiterà anche “Paramòrfosi”, teatro-danza contemporanea di Letizia Francioni per EAD ballet Concept.
Si andrà per mare – per tentare i fondali con un sub esperto, scoprire l’arte antica del costruttori di barche Rodolico ad Acitrezza, o navigare dinanzi alle Isole Ciclopi o veleggiare guardando Ognina. Eccoci “fuori porta”: dal seicentesco giardino tropicale di Villa Trinità a Mascalucia, al parco Paternò del Toscano che oltre a far visitare lo splendido giardino roccioso terrazzato sull’Etna, aprirà un angolo esclusivo per un vero déjeuner sur l’herbe, al parco d’arte en plein air della Fondazione Lo Verde a San Giovanni La Punta.
E per scoprire cosa successe a Misterbianco 350 anni fa – la “grande ruina”, l’eruzione del 1669 la cancellò – bisogna trovarne le tracce antiche sul posto. E sono state organizzate anche sei passeggiate, una più interessante dell’altra: dal giardino della memoria del Cimitero Inglese ad un city tour solo per i bambini a cura di Kids Trip; ai trekking alla Valle delle Muse a Adrano, sulla lava a Viagrande (dove un’esperienza è incentrata su villa Manganelli Biscari che sarà una scoperta strabiliante tra collezioni minuziose e giardini romantici), al borgo di Tres Casti Agni (Trecastagni), nei noccioleti di Linguaglossa. Con le guide si salirà sull’Etna sui sentieri-natura, raggiungendo i campi lavici e Mascali; si scoprirà che il faro del Plemmirio è tra i pochi rimasti e che l’Ilice du Carrunu è tra gli alberi con i rami più lunghi del mondo. E si camminerà a San Berillio, per scoprire i suoi abitanti, le sue voci fuori dal coro, mentre i giovani migranti condurranno passeggiate alla scoperta dei quartieri del centro storico.
Acireale, un ritorno. Inserito quest’anno nel programma di Catania, ecco una piccola preziosa sortita anche ad Acireale, che ha partecipato al festival anche due anni fa. Aprono i due musei gioiello, quello dedicato alle uniformi e l’altro dove si scoprirà proprio tutto sulla costruzione dei carri del famoso Carnevale. Apriranno alcune chiese – San Benedetto, un trionfo dorato; la seicentesca San Biagio, SS. Salvatore l’ex lazzaretto – e si salirà anche sul Raciti Palace e si entrerà nel laboratorio Chiarenza dove nascono i carretti tradizionali.
Il sito www.leviedeitesori.com è una miniera dove trovare schede, fotografie, aneddoti e curiosità, sfogliare il magazine e programmare le proprie visite, sempre in modalità 4.0. Prenotazioni caldamente consigliate, distanziamento, acquisto dei coupon on line.
1 EURO PER LA BELLEZZA. I coupon sono donazioni scaricabili dalla dichiarazione dei redditi. Anche quest’anno è possibile aggiungere 1 euro a ogni acquisto di coupon e partecipare così al progetto “1 euro per la bellezza”: i fondi raccolti saranno destinati esclusivamente a restauri (finora ne sono stati portati al traguardo 7), a progetti per l’educazione al patrimonio dei bambini, a borse di studio per giovani siciliani, con una particolare attenzione a coloro che vogliono tornare in Sicilia.
COME PARTECIPARE
Per partecipare a Le Vie dei Tesori basta acquisire il coupon per l’ingresso con visita guidata sul www.leviedeitesori.it o negli infopoint allestiti durante il Festival in ogni città. Un coupon da 18 euro è valido per 10 visite, da 10 euro per 4 visite e da 3 euro è valido per un singolo ingresso. Per le passeggiate è previsto un coupon da 6 euro. Per le esperienze, i coupon sono di valore variabile. Consigliata la prenotazione on line su www.leviedeitesori.com. A chi prenoterà verrà inviata per mail una pagina con un codice QR con giorno/orario di prenotazione da mostrare all’ingresso dei luoghi sul proprio smartphone o stampata. In alternativa, ci si può presentare direttamente all’ingresso dei luoghi mostrando la pagina con il codice QR ricevuta via mail al momento dell’acquisto, ma si entrerà soltanto se ci sono posti disponibili. I coupon non sono personali e possono essere utilizzati da più visitatori, anche simultaneamente e in posti diversi, fino a esaurimento del loro valore. Per chi è sprovvisto del coupon “multiplo” saranno disponibili nei luoghi solo ticket da 3 euro. Le scuole o i gruppi organizzati possono scrivere a prenotazioni@leviedeitesori.it.