il 10 marzo del 1948 quando il sindacalista della Cgil Placido Rizzotto venne assassinato dalla mafia dei corleonesi di Luciano Liggio. Oggi, nel giorno dell’anniversario, a Polizzi Generosa si è tenuta l’iniziativa Germogli di speranza al feudo di Verbumcaudo uno dei beni sequestrati alla mafia con l’inaugurazione del vigneto dedicato a Rizzotto.
Il vigneto sarà gestito dai giovani delle cooperative che lavorano nelle terre confiscate alla mafia. Alla cerimonia erano presenti, fra gli altri, il presidente della commissione nazionale antimafia, Rosy Bindi e il presidente della commissione antimafia europea, Sonia Alfano.
Il vigneto sperimentale di circa 5 ettari, è stato realizzato dall’assessorato regionale dell’agricoltura in collaborazione con il comune di Polizzi Generosa, con il consorzio Sviluppo e legalità e con l’istituto regionale Vini e oli di Sicilia.
Nel corso del seminario Germogli di speranza, è stato illustrato il percorso di recupero e riuso dei beni confiscati alla mafia, il ruolo delle cooperative agricole dei giovani e i programmi dell’assessorato regionale a sostegno di questo modello di imprese sociali in agricoltura. È stata anche l’occasione per presentare l’albo Banca della terra di Sicilia che “consentirà l’assegnazione dei terreni incolti e abbandonati, provenienti anche dalla riforma agraria, per rafforzare le opportunità occupazionali e di reddito nelle aree rurali” come affermano gli organizzatori dell’iniziativa.
“L’idea di Placido Rizzotto di fare della terra una grande risorsa di legalità e sviluppo è ancora molto attuale ed oggi è stata in parte realizzata presso il feudo Verbumcaudo, confiscato a Cosa nostra, dove è stato inaugurato un vigneto realizzato dalla Regione”. Così il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia, che ha partecipato all’iniziativa “Germogli di Speranza”, tenutasi stamani a Polizzi Generosa, nel giorno dell’anniversario dell’assassinio del sindacalista della Cgil ucciso a Corleone nel 1948.
“Il feudo Verbumcaudo – aggiunge – sequestrato e confiscato da Falcone, era ritornato alle attenzioni delle famiglie mafiose del territorio (David, Privitera, Madonia). Adesso i sindaci delle Madonie, guidati dalla Prefettura di Palermo, hanno organizzato un consorzio sull’esempio del Consorzio “Sviluppo e Legalità” del corleonese. Coltivare i terreni confiscati e dare lavoro ai giovani è la strada maestra per fare legalità e sviluppo e per dare una risposta alle minacce di Riina, che sfida lo Stato, minaccia i magistrati con in testa il dottor Di Matteo. È l’antimafia sociale che si affianca all’azione repressiva dello Stato – conclude Lumia”.
Maria Chiara Ferraù