“Non ho affatto intenzione di fermarmi – afferma il noto musicista, stella internazionale Billy Cobham – suonare dal vivo è qualcosa di cui non posso fare a meno per la sensazione di irripetibilità che provo: quello che accade sul palco accadrà una sola volta”.
Sarà proprio Cobham, mercoledì 15 settembre alle ore 21.30 al Teatro di Verdura, ha firmare come big la terza giornata del Sicilia Jazz Festival, la manifestazione frutto della collaborazione tra l’Assessorato Regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, il Comune di Palermo, i Conservatori di Musica del territorio regionale e la Fondazione the Brass Group, ente a partecipazione pubblica (legge 1 febbraio 2006, n. 5).
Autentica leggenda vivente della batteria, Billy Cobham, da oltre mezzo secolo, con le sue bacchette scandisce il tempo di molte delle più esaltanti stagioni del jazz: dalla svolta elettrica e rock di Miles Davis all’etno-fusion esotica e spirituale della Mahavishnu Orchestra, proseguendo ancora oggi un percorso che ignora confini tra jazz, fusion, funk, rock e soul. Nel dicembre di due anni fa “Il Maestro dei tamburi” ha scelto di concludere a Palermo il “75° Birthday Celebration Tour” per festeggiare il proprio compleanno in giro per il mondo lungo l’intero arco del 2019.
In quell’occasione il batterista era accompagnato dall’Orchestra Jazz Siciliana diretta da Domenico Riina e chi ha avuto la fortuna di assistere all’evento ricorda ancora non solo l’intatto magistero di una scansione ritmica ancora freschissima ma anche la bellezza di un programma che in pratica ripercorreva quasi per intero la sua carriera solistica, dall’epocale album “Spectrum” del 1973 fino ai giorni nostri. Riconfermando l’amore per la nostra Isola e lo speciale rapporto di stima che lo lega alla Fondazione The Brass Group, il musicista statunitense ha voluto che alla ripresa dell’attività concertistica dopo il lungo lockdown fosse nuovamente Palermo ed il Sicilia Jazz Festival ad ospitare una delle prime tappe del tour europeo nel quale è accompagnato da alcuni dei migliori virtuosi del vecchio Continente: Jean-Marie Ecay, chitarra elettrica, e Fifi Chayeb, basso elettrico, entrambi francesi, e il tastierista scozzese Steve Hamilton.
Nato a Panama ma con passaporto statunitense, Cobham gode di enorme fama per avere saputo infondere nel suo stile percussivo potenza, creatività, grinta e tecnica smagliante ma anche per avere espresso una musica senza confini, capace di spaziare dal jazz più acustico e legato alla tradizione a quello più elettrico e contaminato, dal rock alla world music, dal funk al soul fino alla fusion, ed è proprio di quest’ultimo linguaggio che è divenuto l’icona massima L’apice viene raggiunto con la Mahavishnu Orchestra che fonda assieme al chitarrista John McLaughlin, subito dopo che entrambi i musicisti hanno lasciato la corte di Davis.
Gruppo tra i più innovativi, la Mahavishnu Orchestra codifica un nuovo linguaggio tra jazz e rock, crea inediti ponti sonori tra Oriente e Occidente, apre la strada al genere fusion. Poco dopo Cobham intraprende una brillante carriera solista il cui primo tassello è “Spectrum”, album del 1973 che, oltre ad essere il disco di jazz-rock forse più venduto di ogni tempo, è unanimemente considerato la Bibbia per ogni batterista e per il genere jazz-fusion.
Da allora il percorso di Cobham è stato un susseguirsi di esperienze, tour, dischi e collaborazioni, da Carlos Santana a George Duke, dalla Glass Menagerie a Peter Gabriel, da Stanley Clarke a Ron Carter, dal gruppo cubano Asere alla finlandese Orrenmaa Band, oltre a quelle con grandi orchestre come le europee Frankfurt Radio Big Band, WDR Big Band di Colonia, London Jazz Orchestra e più di recente, appunto, la Sicilia Jazz Orchestra della fondazione The Brass Group. A 77 anni suonati, insomma, Billy Cobham non ha alcuna voglia di appendere al chiodo le sue leggendarie bacchette.