In Sicilia è prevista dal primo settembre l’apertura della caccia. Lo chiedono i parlamentari regionali Palmeri, Claudio Fava, Giampiero Trizzino e Salvatore Siragusa, di partiti differenti.
L’avvio della caccia, secondo i parlamentari, “appare del tutto inaccettabile alla luce dell’emergenza ambientale determinata dagli incendi, nonché incoerente e irragionevole rispetto alla dichiarazione dello stato di crisi ed emergenza deciso dalla giunta regionale proprio per affrontare la situazione determinata dai roghi devastanti di questi giorni.
Prima firmataria della richiesta è Valentina Palmeri dei Verdi, insieme a Fava de I cento passi e poi Trizzino e Siragusa del M5S. i quattro hanno presentato un’interpellanza nella quale ricordano che “il calendario venatorio è stato approvato a fine luglio, appena 10 giorni prima che la giunta decidesse di applicare per la prima volta le norme eccezionali della legge regionale 13/2020 sullo stato di emergenza.
Già a giugno, si legge nell’atto ispettivo, l’Ispra, istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, nel dare un parere fortemente critico sulla bozza di calendario venatorio predisposta dall’assessorato all’agricoltura, ne aveva rilevato la non coerenza e non con divisibilità, sottolineando le modalità e i tempi della caccia sarebbero incompatibili con la situazione ambientale, climatica ed ecologica.
Lo stesso Ispra ha ribadito l’invito ad adottare “limitazioni al’attività venatoria a causa della siccità e degli incendi che hanno colpito il Paese”. Stesse limitazioni per le quali, ricordano i quattro deputati, “le associazioni ambientaliste hanno inviato al governo Musumeci una formale diffida nei giorni scorsi”.
Le associazioni hanno chiesto di sospendere del tutto l’attività venatoria 2021-2022 o almeno di prevedere una sua interdizione per una superficie del territorio agro-silvo-pastorale, oggi destinata alla libera caccia, pari alle superfici natuali e semi naturali perse, oltre che a tutte le aree limitrofe a quelle incendiate “dove hanno trovato e troveranno rifugio gli animali scampati agli incendi”.
Sottolineando, infine, che il calendario venatorio siciliano appare in contrasto sia con le norme del testo unico sull’ambiente, sia con le direttive comunitarie sulla tutela dell’avifauna, Palmeri, Fava, Trizzino e Siragusa chiedono al governo regionale di sospendere con urgenza il provvedimento e di istituire un tavolo tecnico di monitoraggio e verifica dell’esercizio della caccia con lo stato ecologico ed ambientale, coinvolgendo le associazioni di protezione, i dipartimenti regionali dell’ambiente, della protezione civile e dell’agricoltura, nonché rappresentanti del mondo scientifico/universitario.