Il pesce spatola (il cui nome scientifico è Lepidopus caudatus) è un pesce d’acqua salata e fa parte della famiglia dei Trichiuridae. E’ anche conosciuto col nome di pesce sciabola. Il suo corpo ha la caratteristica forma allungata, tipicamente nastriforme e compressa ai lati, di colore argentato. La pelle del pesce spatola è liscia, completamente priva di squame di colore argentato e luccicante (il pigmento si stacca facilmente a contatto con le dita e lascia le sue tracce sugli oggetti con cui viene a contatto). Ha un muso allungato, con due mascelle molto prominenti provviste di una robusta e aguzza dentatura. Il pesce spatola è, infatti, un predatore carnivoro molto attivo: si nutre di calamari, pesci e crostacei. Gli adulti di pesce spatola possono raggiungere in media gli 8/ 9 kg di peso ed i 2 metri di lunghezza.
Il pesce spatola viene pescato durante tutto l’anno è piuttosto comune, lo si trova in tutti e tre gli Oceani (Atlantico, Indiano e Pacifico), nel Mar Mediterraneo (zona occidentale) e nel basso Tirreno. In Italia abita le acque di Campania, Calabria e Sicilia dove è diffusissimo nei pressi dello Stretto di Messina. La frequenza di pesca è costante per tutto l’anno, con picchi tra luglio e ottobre, soprattutto d’estate quando si avvicina a riva. Il pesce spatola viene pescato con reti a strascico o con palangari di profondità. Il primo metodo è molto diffuso nel Mar Ionio e nel Mar Tirreno: le reti vengono calate di notte, in presenza di una forte fonte luminosa che attiri i pesci a galla. La pesca mediante palangari invece è diffusissima nello Stretto di Messina, in cui vi è una lunga tradizione di pesca di pesce spatola, tanto che esiste anche il mestiere specifico di “spatularu” (pescatore di pesci spatola, appunto), spesso tramandato di padre in figlio. Viene calato a fondo un lunghissimo palangaro con molti ami, su cui vengono poste delle esche, generalmente pezzetti di sardine. Il palangaro va calato rigorosamente di notte, e in genere lasciato in acqua diverse ore, per poi essere tirato su all’alba.
La freschezza di questo pesce si può verificare, come per ogni altro pesce pesato, dal colore vivo della pelle e dell’occhio, oltre che dalla compattezza delle carni che non devono rompersi facilmente. La sua carne è soda, consistente, molto bianca con sfumature rosate, si separa facilmente sia dalla lisca che dalla pelle. Inoltre, ha poche spine facilmente eliminabili. Attenti quando lo sfilettate perché, a causa dei denti estremamente robusti, ha bocca tagliente anche da morto. E’ una carne, comunque, molto saporita che ben si lascia cucinare. E’ ottimo al forno, fritto, in pastella, o in umido, meglio, invece, non cuocerlo alla griglia, poiché tende a diventare un po’ fibroso. Si consiglia sempre, indipendentemente dalla freschezza, di mangiare il pesce spatola esclusivamente cotto perché può presentare all’interno della sua cavità viscerale dei parassiti molto pericolosi per l’uomo.
Infine, ricordiamo che appartiene al gruppo dei pesci azzurri e ha, dunque, ottime proprietà nutritive con un’alta presenza di Omega 3 è un vero e proprio toccasana per il nostro benessere. È classificato come pesce magro, a 100 grammi di pesce corrispondono 102 calorie.
La ricetta che vi consiglio è un tripudio di colori – con al verde del pistacchio e della rucola – e di sapori di Sicilia grazie al pistacchio e il limone. Provate!