Nell’ambito della manifestazione “Le Notti di BCsicilia” si terrà mercoledì 4 Agosto 2021 alle ore 17,00 al Palazzo Reale di Ficuzza, nel territorio di Corleone, l’iniziativa “Quando la poesia diventa futurista: omaggio a Giacomo Giardina”. Dopo la presentazione di Giuseppe Oddo, presidente BCsicilia Sede di Corleone e i saluti di Sebastiano Daniele Bellini, sindaco di Godrano e di Nicolò Nicolosi, sindaco di Corleone, sono in programma gli interventi di Ciro Spataro, presidente Rotary club Corleone e dello storico Pippo Oddo. Prevista anche la partecipazione straordinaria di Sara Favarò, artista poliedrica. Le conclusioni affidate ad Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia.
Il poeta Giacomo Giardina è nato a Godrano nel 1901. Frequenta le prime due classi elementari sotto la guida del padre, maestro elementare, ma con scarsissimo profitto. Negli anni della sua giovinezza fa il pecoraio nelle campagne di Godrano. La sua fortuna inizia con la scelta di abbandonare la nativa Godrano e stabilirsi nella città dove spiccavano le operosità artistiche di Guttuso e quelle poetiche di Buttitta e di Castrense Civello. Negli anni venti Giardina sente parlare per la prima volta di Futurismo. Viene irresistibilmente attratto dalla poesia e comincia a scrivere le prime liriche ispirate alla vita pastorale, alla campagna di Bagheria e di Godrano e a farsi conoscere nell’ambiente culturale palermitano.
Nel 1927 inizia la corrispondenza con Marinetti che lo esorta a continuare ripetutamente «avete ingegno lavorate con fede» Il fondatore del Futurismo avrà occasione, l’anno successivo durante un convegno a Palermo di presentare ufficialmente Giardina al pubblico.
L’editore Vallecchi pubblica il suo primo volume di liriche: Quand’ero pecoraio con la prefazione dello stesso Marinetti. Quasi tutta la stampa italiana se ne occupa diffusamente ed esplode il caso letterario.
Nel 1944 dopo la morte di Marinetti, Giardina abbandona l’attività poetica per fare il venditore ambulante a Godrano. Nel 1959 Francesco Carbone rispolvera il caso letterario con un articolo che scuote Giardina dal torpore intellettuale. Abbandona il mestiere di venditore ambulante e riprende a scrivere ed a interessarsi nuovamente ed attivamente di poesia. Francesco Rosi lo ha voluto attore nel film: Cristo si è fermato a Eboli tratto dall’omonimo romanzo autobiografico libro di Carlo Levi. Giardina muore a Bagheria nel 1994 alletà di 93 anni. Sulla sua tomba ha voluto una lapide con il titolo di una sua raccolta di versi: “Dante/ambulante del mio paese”.
All’incontro di Ficuzza interverrà anche la poetessa e cantautrice Sara Favarò che leggerà poesie del poeta pastore e canterà brani della tradizione popolare siciliana, accompagnata alla chitarra dal Maestro Ferdinando Sclafani. “Ho conosciuto il poeta Giacomo Giardina agli inizi degli anni Ottanta, quando organizzai una collettiva di pittura contemporanea con la mia amica Anna Cuticchio, grandissima pupara e direttrice del Teatro Bradamante, fummo coadiuvate dall’indimenticabile scopritore di talenti artistici e critico letterario e d’arte Francesco Carbone. Francesco era di Godrano, paese in cui aveva avuto i natali il poeta Giacomo Giardina che lui stimava molto e che invitava spesso ai convivi letterari. Quella fu la prima volta che vidi il poeta tanto apprezzato da Marinetti. Giardina aveva il volto scavato dalla magrezza e dagli anni e gli occhi vispi di un bambino curioso. Mi dedicò la sua silloge dedicata a Rocca Busambra che lui amava descrivere come un enorme ventaglio rameggiato di cerri scuri. Da allora ho incontrato tante altre volte il poeta che condivideva il luogo di residenza, Bagheria, con il poeta, mio mentore, Ignazio Buttitta”.