È stato avviato nelle province di Trapani, Agrigento e Palermo il monitoraggio “Don’t touch” nell’ambito del progetto FAMI contro la violenza sui minori stranieri, promosso dalla cooperativa sociale Badia Grande.
Con i report sui bisogni dei destinatari diretti ed indiretti e sui servizi nelle province di Trapani, Agrigento e Palermo, proseguono le attività di “Don’t Touch”, il progetto che la cooperativa sociale Badia Grande, da anni impegnata nel settore dell’accoglienza degli immigrati, realizza in partenariato con l’Asp di Trapani ed il Consorzio UNISOM. Obiettivo del progetto, finanziato nell’ambito del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione 2014-2020, è quello di migliorare e potenziare le attività volte al contrasto e alla prevenzione della violenza di ogni genere nei confronti dei minori stranieri residenti nei 3 territori coinvolti.
Le equipe multidisciplinari, appositamente formate, hanno proceduto alla mappatura dei servizi esistenti erogati dalle Istituzioni pubbliche e private, che verranno successivamente integrati dai risultati dei questionari che verranno presentati e somministrati agli Enti che decideranno di aderire. I questionari serviranno sia come indagine statistico-conoscitiva, sia per valutare necessità e difficoltà degli operatori, nonché problematiche legate alla gestione dei servizi e alla comprensione del fenomeno.
Nella prima fase della mappatura è stato analizzato il contesto demografico dei territori per avere contezza sulla reale quantità di minori stranieri soggiornanti nelle tre province ed i Paesi di provenienza in modo da poter individuare, nella fase successiva, mediatori culturali e interpreti delle lingue prevalenti. Il passaggio successivo è stato l’individuazione di tutte le scuole (dall’infanzia alle superiori) e degli Enti privati (Associazioni, Cooperative, Chiese attive nell’accoglienza, ascolto e supporto dei minori stranieri). Sono stati individuati, inoltre, alcuni Servizi pubblici, compresi quelli specifici erogati dalle ASP di riferimento rivolti agli stranieri e ai minori in particolare.
“La mappatura- spiega Nicola Sequenzia, coordinatore del progetto Don’t Touch- è fondamentale per conoscere e valutare i bisogni dei destinatari diretti del progetto, quali operatori pubblici e privati impegnati nei servizi rivolti all’utenza straniera, personale didattico e sanitario, ed indiretti, ossia i minori stranieri e le loro famiglie. L’obiettivo del progetto è, infatti, quello di accrescere le competenze e le capacità degli operatori per valorizzare e potenziare i servizi sociali, sanitari, amministrativi e scolastici già esistenti rendendoli più chiari, accessibili e fruibili, e realizzandone di nuovi e innovativi. Vogliamo realizzare- aggiunge Sequenzia– un insieme di azioni interconnesse ed integrate in un unico intervento strategico; per farlo, è fondamentale la partecipazione attiva degli attori locali per la creazione di reti territoriali stabili”.
Al progetto “Don’t Touch” hanno già aderito i Comuni di Trapani, Palermo, Valderice e Agrigento e la Caritas Diocesana di Agrigento. Tra le attività progettuali è prevista l’apertura di 3 sportelli antiviolenza; l’attivazione del servizio di mediazione Llinguistica e culturale; l’attivazione e gestione di un’unità mobile itinerante che, grazie all’equipe multidisciplinare, fornisca nei diversi territori informazioni e consulenza; la creazione di un portale web e di un’APP multilingue e di una direct line antiviolenza attiva h24 per supporto e consulenza.