Sarà il live di MOVITI FERMA, della cantautrice siciliana Eleonora Bordonaro, ad aprire la stagione di concerti dell’Arci Tavola Rotonda di Palermo il prossimo 22 luglio. Moviti ferma è l’ultimo album della Bordonaro che lo scorso anno è stato considerato uno dei cinque dischi in dialetto più belli della stagione dalla giuria delle targhe Tenco composta da circa 300 tra giornalisti e critici musicali.
Un concerto, in full band, intimo e dirompente. Uno spettacolo composito e corale dove la teatralità della lingua siciliana si scioglie nell’intreccio ritmico di marranzano e percussioni. La cantautrice costruisce connessioni artistiche per un omaggio alla creatività dell’area etnea, in cui autori e musicisti rinvigoriscono il patrimonio culturale siciliano con i suoni della contemporaneità.
Ad accompagnare la Bordonaro sul palco ci saranno: Puccio Castrogiovanni: marranzano, plettri, fisarmonica, percussioni; Marco Corbino: chitarra; Michele Musarra: basso; Salvo Farruggio: batteria.
Dopo Palermo, Eleonora Bordonaro sarà in Calabria, a Castrovillari, il 29 luglio (in duo con Diana Tejera) poi all’Onda Festival di Valderice il 31 luglio, al Nievski di Catania il 7 agosto (in duo), alle Cantine Patria di Castiglione di Sicilia il 22 agosto, a “C’è Musica al tramonto” a Catania il 29 agosto e all’Alture Festival di Monreale il 18 settembre.
“Moviti ferma” è un racconto individuale, intriso di femminilità, potenza e fierezza. Un album sorprendente, prodotto da Puccio Castrogiovanni e pubblicato da Finisterre, un disco d’autrice contemporaneo, che va oltre la tradizione. Senza retorica, né desiderio di compiacere. Nervoso ed elettrico nel senso di pieno di linfa, “gioiosamente arrabbiato, con i piedi radicati al suolo, gli occhi al cielo e il coltello in mano”, come dice la Bordonaro. Il titolo si riferisce ad un modo di dire tipico di Paternò, città d’origine della musicista, dove “muvirisi” non significa muoversi ma restare. “Un ossimoro, della lingua e del pensiero – spiega lei – che svela l’atavico dualismo tra evolversi o resistere, tra partire e restare. Tra il desiderio di andare e la condanna all’immobilità. Per fortuna. Di questo e di corpo e di desiderio parla ‘Moviti ferma’”.