È stato presentato a Capo d’Orlando, nel messinese, il libro di Franco Valenti “Lucio Piccolo e il barbiere”. Alla presentazione è intervenuto anche l’assessore regionale alla Cultura, Alberto Samonà, che è legato a doppio filo con la fondazione Famiglia Piccolo di CAlanovella essendo stato membro del suo consiglio di amministrazione.
Sabato pomeriggio la sala conferenze della biblioteca comunale ha ospitato la tavola rotonda dal titolo “Conversazioni sul Mediterraneo” organizzata dalla fondazione presieduta dall’avvocato Andrea Pruiti Ciarello.
“E’ stata un’emozione per me tornare a villa Piccolo dopo tanto tempo – ha dichiarato l’assessore Samonà – visto che per 10 anni sono stato consigliere di ammnistrazione della prestigiosa fondazione culturale fondata nel 1970 da Casimiro Piccolo. Domenica pomeriggio, in paese, nei locali della biblioteca, alla presenza del sindaco Franco Ingrillì e dell baronessa Mariel Piccolo di Calanovella, erede diretta del grande poeta, è stato presentato il libro di Franco Valenti, grande estimatore della famiglia Piccolo e in particolare del poeta Lucio.
“Sento il dovere e il piacere di ringraziare tutti coloro che hanno dato un valido e prezioso contributo alla riuscita della presentazione del saggio – dichiara Franco Valenti – In particolare ringrazio il sindaco, partecipe attivo; la baronessa Mariel Piccolo, nipote del poeta e grande sostenitrice del valore del saggio; il dottor Sapone che ha curato l’organizzazione e l’assessore regionale Samonà che è venuto per la prima volta a Capo d’Orlando da assessore e ha voluto partecipare e relazionare brillantemente sul testo; la professoressa e scrittire Ricciardo Calderaro che ha sviscerato sapientemente i punti più importanti del saggio, con ampie e colte dissertazioni, nonché la lettrice Cinzia Conti NIbali che ha letto brani del libro e poesie di Lucio Piccolo; un grazie all’editore Giambra che ha creduto nel libro più di tutti e grazie al numeroso pubblico presente senza il quale ogni manifestazione sarebbe un fiasco.
Mi permetto di dire a tutti gli orlandini di essere orgogliosi del fatto che, per ben 36 anni, fino alla morte, è vissuto qui e ha trovato ispirazione il più grande poeta lirico puro del Novecento italiano. Questo lo grido da 30 anni – prosegue Valenti – Prima venivo preso per esaltato, da certi pseudo intellettuali, oggi qualcuno comincia finalmente a credermi. Lucio Piccolo è stato come Giacomo Leopardi, ossia il poeta più colto ed elevato del secolo in cui è vissuto. Qualcuno mi chiede come mai i critici italiani in 50 anni non l’abbiano capito. La risosta che oggi do è che non l’accno capito per insufficiente capacità di analisi. Non erano, e non sono, all’altezza di capirlo. Per capire il valore di Lucio Piccolo poeta non basta essere letterato, bisogna anche essere ingegnere.
Come caratura universale della sua poesia scrissi che egli è l’equivalente moderno del poeta latino Lucrezio Caro, il poeta più colto del periodo romano. In questo, la professoressa Ricciardo concorda col sottoscritto – conclude Valenti”.