Nelle Isole Egadi, nel trapanese, nell’ultimo anno sono state recuperate 20 tartarughe Caretta Caretta trovate ferite a causa di impatti con barche, ingestione di rifiuti di plastica galleggianti o lenze da pesca. Le testuggini sono state salvate e soccorse nel centro di recupero di tartarughe marine a Favignana e, dopo le cure, già otto di queste sono state rimesse in libertà nei giorni scorsi.
Le tartarughe sono state riabilitate grazie alla preziosa collaborazione tra Rio Mare e l’AMP delle isole Egadi, uno dei primi progetti di questo genere sia per durata che per investimento realizzato da privati in Italia che in 5 anni è riuscito a recuperare e salvare oltre 80 specie di tartarughe Caretta Caretta. Dal 2014 l’azienda ha iniziato a supportare il centro di primo soccorso tramite l’acquisto di materiale tecnico fino a vederlo diventare un vero e proprio centro di recupero per tartarughe marine Caretta Caretta a Favignana.
Un importante riconoscimento per l’equipe specializzata del centro sia di dare prima assistenza alle specie, sia al fatto di poterle tenere sotto controllo lungo la loro degenza, fino ad arrivare alla loro guarigione e alla successiva rimessa in libertà. Una volta guarite, le tartarughe, dopo essere state munite di un tag satellitare ideato dall’università di Pisa, vengono liberate in acque sicure.
“Siamo orgogliosi di portare avanti negli anni questa partnership, esempio concreto dell’impegno dell’azienda nei confronti della sostenibilità della pesca e della salvaguardia delle risorse e delle specie animali che popolano i nostri mari – commenta Luciano Pirovano, global sustainable development director della business unit food di Bolton Group – Tutto il nostro percorso di sostenibilità si basa su parnership trasformative. Ci uniamo a soggetti autorevoli che rappresentano un punto di riferimento nel proprio ambito, perché crediamo che soltanto così si possano cambiare veramente le cose. La sfida della sostenibilità è un percorso lungo e complesso che non può essere intrapreso da soli. La partnership con l’AMP Egadi rappresenta per noi un valore aggiunto, volto a valorizzare le risorse naturali del nostro Paese, a migliorare gli ecosistemi marini e a creare un rapporto diretto e più stretto con le comunità locali. In questo percorso vogliamo coinvolgere anche i più giovani, essere un esempio per le generazioni future, che saranno sempre di più i protagonisti attivi nella sfida della sostenibilità”.
Questa importante collaborazione ha come obiettivo quello di salvaguardare la biodiversità e favorire una gestione sostenibile delle risorse naturali del territorio attraverso diversi progetti che si stanno portando avanti nel tempo, come ad esempio anche l’attività a tutela della prateria di Posidonia oceanica più estesa del Mediterraneo, in grado di regolare l’assorbimento di CO2 nel mare e nell’atmosfera. La Posidonia ha un ruolo fondamentale per il benessere del Mar Mediterraneo e di tutto l’ecosistema marino, tanto da essere considerata una vera e propria “foresta amazzonica” subacquea, ed è proprio per questo che Rio Mare ha deciso quest’anno di impegnarsi concretamente nella salvaguardia di questa pianta e di mettere a dimora, in una fase iniziale, circa 2000 nuovi fasci di posidonia durante l’anno corrente.
A difesa di questa pianta, l’azienda ha finanziato il progetto MASTER (Misure Anti Strascico per la Tutela e il Ripopolamento), attraverso la posa di 40 dissuasori posizionati sui fondali dell’area marina protetta delle Isole Egadi, che hanno contribuito alla diminuzione dell’85% della pesca a strascico in zona vietata, una delle principali minacce alle praterie di Posidonia. Oltre a questo, Rio Mare ha contribuito a coprire anche i costi di gestione dell’osservatorio della foca monaca, collocato all’interno del Castello di Punta Troia nell’Isola di Marettimo, spazio destinato non solo al monitoraggio della presenza di esemplari della specie, ma che effettua anche ricerche finalizzate allo studio di questo animale e, in estate, si apre al pubblico diventando centro visite e info point.
Per sensibilizzare maggiormente i consumatori del domani alla sostenibilità ambientale, negli ultimi anni il progetto è stato ampliato con delle attività destinate alle classi di tutti gli ordini scolastici, che comprendono, oltre ad una visita nei centri, una parte didattica sull’ecologia e le minacce della specie. Le attività svolte sono state ripetute nel corso degli anni, rivolgendo l’invito soprattutto alle scuole del bacino di utenza principale delle Isole Egadi e trovando un coinvolgimento di circa 20 classi all’anno. A causa del Covid-19 però, il progetto è stato rimodulato e ampliato in forma digitale, cambiamento che ha permesso di raggiungere ancora più studenti e di continuare le attività di educazione ambientale in maniera smart e sicura.