Enna: aree archeologiche sotto attacco dai tombaroli

I tombaroli continuano a prendere di mira le aree archeologiche della provincia di Enna, così come quelle di tutta la Sicilia interna. Spesso queste attività illegali sono collegate ad una rete internazionale di trafficanti, tesori di inestimabile valore che hanno lasciato la Sicilia.

Un fenomeno che nel corso dei decenni ha provocato un enorme danno al patrimonio storico e artistico della Sicilia, non facilmente arginabile perché serve una costante attenzione e manutenzione dei siti adatta alla loro fruibilità .

Si continua a pagare ciò che la politica degli ultimi anni ha continuato ad attuare non ascoltando le incessanti richieste di incremento di tecnici ed archeologi nelle soprintendenze, anzi si va nella direzione opposta con provvedimenti che mirano al depotenziamento delle stesse.

La Rai, probabilmente venuta a conoscenza dell’esistenza di tali problematiche e volendo realizzare un servizio giornalistico, ha preso contatti con la presidenza regionale di SiciliAntica per chiedere di essere accompagnati nel sito di Montagna di Marzo, un’area archeologica di grande importanza, probabile sede dell’antica città di Herbessos, portata alla luce solo in minima parte con le campagne di scavi succedutesi fra il 1999 e il 2002.

L’8 maggio l’associazione con la troupe di Raitre Tgr è andata sui luoghi impervi e difficili da raggiungere e come prima cosa è stata riscontrata la presenza in tutta l’area archeologica di profonde buche nel terreno fatte da scavatori clandestini. Sembra che sia stata saccheggiata anche una tomba di notevoli dimensioni con degli attrezzi ancora visibili al suo interno, segno di presunte attività di trafugamento di reperti archeologici dal sito.

Nella sede dell’acropoli della città antica e specificatamente nel settore dove nel 1999 furono rinvenuti i resti di un teatro databile al periodo ellenistico-romano, rileviamo danni ingenti alle antiche strutture dell’area archeologica, in particolar modo risulta essere stato smantellato l’altare che si trovava nel settore settentrionale del teatro, mentre nel settore meridionale è stato sventrato il muro dell’analemma che sosteneva la cavea del teatro stesso. I danni desumiamo essere stati determinati da attività dolosa che parrebbero da ricondurre all’attività degli scavatori di frodo.

A seguito di quanto ritrovato il 13 maggio scorso, è stato presentato un formale esposto-denuncia alla procura di Enna per tutti quegli eventuali reati che saranno ravvisati dalle autorità competenti. SiciliAntica si riserva la possibilità di costituirsi parte civile in un eventuale procedimento penale che sarà intrapreso.

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