E’ il 7 gennaio quando colpi d’arma da fuoco vengono esplosi nei confronti di un’auto nei pressi del cavalcavia di via Venezia a Gela, nel nisseno. Alla base del gesto delle diatribe familiari.
Questa mattina, dopo mesi di indagini gli agenti della squadra mobile e del commissariato di Gela arrestano il 25enne Jhon Parisi, accusato di essere autore del tentato omicidio del 7 gennaio scorso.
Il provvedimento è notificato a Parisi nel carcere di Gela dove si trova recluso per altra causa. Quel giorno di gennaio nessuna denuncia viene sporta dalla vittima. Gli agenti, appresa la notizia che nei pressi del cavalcavia di via Venezia vengono esplosi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di un’auto su cui viaggiano due persone, avviano subito le indagini alla ricerca della vittima, dell’auto raggiunta dai colpi d’arma da fuoco e di testimoni che inirizzano le indagini verso la ricerca dell’autore.
Individuata subito la casa della madre della vittima, sui muri delle scale del condominio, gli agenti trovano tracce ematiche che fanno chiaramente intendere che la persona a cui sono diretti i proiettili appartiene alla cerchia dei familiari della donna. Rintracciata l’auto, parcheggiata tra i dedali di viuzze gelesi limitrofe all’abitazione, con un foro sul parabrezza, nell’auto vengono trovate anche evidenti tracce ematiche.
L’indagine si protrae per tutta la notte per scongiurare anche eventuali ritorsioni nei confronti dell’autore del delitto. La vittima, ferita ad una mano, viene ascoltata ai poliziotti. Sentiti alcuni testimoni e familiari si riesce a risalire al movente, riconducibile a diatribe familiari. Numerosi i rilievi effettuati sulla scena del crimine e su altri luoghi. Vengono eseguite perquisizioni alla ricerca di prove e dell’arma usata da Parisi che non è stata però ritrovata. Nel corso delle indagini vengono sequestrati cellulari dei protagonisti della vicenda e di familiari, dalla cui ispezione emergono messaggi importanti che cristallizzano alcune fasi dell’avvenuto delitto.
La direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta sviluppa le indagini e le risultanze acquisite dalla squadra mobile di Caltanissetta e dal commissariato di Gela e richiede al Gip del tribunale l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che viene emessa il 16 marzo e notificata oggi in carcere.