Nuova aggressione ai danni di un agente da parte di una detenuta con problemi psichiatrici al carcere di Barcellona Pozzo di Gotto, nel messinese. Ad intervenire nella questione la Fp Cgil che dice: “non staremo più fermi di fronte al silenzio dell’assessore regionale”.
Il segretario della Fp Cgil, Francesco Fucile e il coordinatore provinciale Giovanni Spanò Bascio, intendono adire alle vie legali per verificare se da parte dell’assessorato regionale alle sanità, in silenzio di fronte ai fatti che si verificano all’interno della struttura penitenziaria di Barcellona, siano configurabili atteggiamenti omissivi.
“Il fatto – spiegano Fucile e Spanò – si è verificato durante la chiusura delle camere di pernottamento. Una detenuta, dopo essersi rifiutata di rientrare nella propria camera, in modo del tutto improvviso e repentino, ha colpito con uno sgabello di legno l’agente addetta alla medesima sezione. La lavoratrice è quindi stata immediatamente condotta al pronto soccorso dell’ospedale di Milazzo per essere refertata”.
Di fronte all’ennesimo preoccupante fatto di violenza che si consuma nel carcere di Barcellona, la Fp Cgil chiama nuovamente in causa l’assessore regionale alla sanità, più volte sollecitato ad intervenire sulla complessa gestione della sezione ATSM ma che, a fronte delle innumerevoli denunce, è sempre rimasto silente ed impassibile. “Ci viene davvero difficile comprendere – affermano i sindacalisti – come uno degli esponenti della principale istituzione politica siciliana, continua a rimanere indifferente di fronte a quello che si verifica a Barcellona e che questa organizzazioen sindacale ha sempre denunciato. Continuando di questo passo, infatti, alla luce anche dei cronici problemi di carenza di organico che interessano tutti gli istituti penitenziari, compreso ovviamente il carcere di Barcellona, ci troveremo ad assistere a qualcosa di ben più grave rispetto agli episodi finora verificatisi e a quel punto sarà necessario che ciascuno si assuma le proprie responsabilità. Ecco perché – proseguono Spanò e Fucile – adesso più che mai vogliamo capire, con il supporto dei nostri legali, se da parte dell’assessorato regionale alla sanità, siano rilevabili atteggiamenti omissivi rispetto alla gestione della vicenda.
Ribadiamo, ancora una volta, e non ci stancheremo mai di farlo, che la gestione delle sezioni ATSM non possa essere demandata esclusivamente al personale di polizia penitenziaria, in quanto quest’ultimo deve essere affiancato da competente personale sanitario capace di gestire problematiche psichiatriche che affliggono i detenuti che infatti, se non adeguatamente supportati, si rendono protagonisti di episodi di violenza ai danni degli agenti.
In merito proprio alla scarsa presenza di personale sanitario – continuano i due sindacalisti – riteniamo sia assolutamente inaccettabile che in una sezione ATSM con settanta detenuti con problemi psichiatrici, ci sia la presenza di un solo medico psichiatra, che in proporzione al personale medico specialistico previsto per le REMS, si conta la mancanza di ben sei medici psichiatrici a tempo pieno con reperibilità medico-psichiatra notturna e festiva”.
Infine, in relazione alla risposta dal Provveditore Cinzia Calandrino, rispetto al fatto che “da parecchi mesi è in corso di predisposizione, in stretta collaborazione con l’Assessorato Regionale alla salute, un Protocollo operativo regionale per le procedure assistenziali di gestione e sicurezza da adottarsi all’interno delle Sezioni Intramurarie per la Tutela della Salute Mentale già esistenti presso gli Istituti Penitenziari di Barcellona e Palermo”, la Funzione Pubblica CGIL non può fare a meno di mostrare « profondo stupore se per la sottoscrizione di un Protocollo di una così centrale importanza, a distanza di mesi non si sia ancora giunti ad un accordo”.