Catania: sgominata una banda di rapinatori che prendeva di mira anziani e indifesi

Prendevano di mira persone sole e anziani indifesi i componenti di una banda di rapinatori finiti in manette a Catania. Su delega della procura di Catania gli agenti della polizia hanno arrestato, su disposizione del gip di Catania: Marco Rapisarda, 43 anni; Ivan Stella, 29 anni; Giuseppe Nicolosi, 33 anni; Ivan Zappalà, 28 anni; Francesco Distefano, 38 anni e Paul GIorgian Calinescu, 32 anni.

Gli arrestati devono rispondere di reati contro il patrimonio tra cui efferate e cruente rapine in abitazione, commessi in un breve lasso di tempo e caratterizzati da un identico modus operandi. Le azioni delittuose avevano come destinatari persone anziane, spesso sole, sorprese di notte nella propria abitazione e precedute da una meticolosa attività preparatoria, con attenti sopralluoghi e pedinamento delle vittime.

Il provvedimento restrittivo accoglie i gravi indizi di colpevolezza rassegnati all’Autorità giudiziaria dalla squadra mobile, squadra antirapine, ad esito di una indagine che ha tratto origine dal tentativo di rapina subito da un noto gioielliere catanese sorpreso in casa insieme alla moglie, da un insolito blackout elettrico.

Il gioielliere ha aperto la porta di casa per ripristinare la corrente elettrica, ma in quel momento si è trovato davanti un gruppo di uomini, armati e incappucciati, che hanno tentato di forzare la porta per entrare nell’abitazione e rapinarne i proprietari.

In quell’occasione i malviventi sono rimasti fuori grazie al ferma porta inserito e al fatto che il proprietario di casa ha annunciato di essere armato e questo ha spinto i malviventi alla fuga.

Le indagini hanno permesso agli investigatori di battere una pista determinante per i successivi sviluppi investigativi. Il gioielliere era stato seguito per diversi giorni, compreso quello programmato per l’attuazione della rapina, da alcuni componenti del gruppo che ne avevano studiato abitudini e orari. Uno di loro è stato identificato nel pregiudicato Ivan Stella.

Il blackout era stato solo un escamotage dei malviventi per costringere la vittima ad aprire la porta di casa, cogliendolo di sorpresa. I successivi approfondimenti investigativi sul conto di Ivan Stella, orbitante nel rione Cibali, hanno condotto la squadra mobile agli altri partecipanti alle attività delittuose consentendo di monitorarne incontri frequenti avvenuti prevalentemente in via Zaccà, divenuta il centro di riferimento degli affari illeciti degli indagati e luogo in cui venivano programmate le azioni criminose. All’indirizzo citato è ubicata l’abitazione di Marco Rapisarda, ritenuto ils oggetto di maggiore carisma criminale ,condannato per associazione per delinquere di stampo mafioso in quanto ritenuto contiguo al clan Cappello-Bonaccorsi.

Le indagini sono proseguite e questo ha fatto luce intorno al core business del gruppo criminale che era quello delle rapine nelle abitazioni di vittime che rispondevano ad un preciso target: anziane, facoltose e da sole in casa.

La strategia criminale messa in atto era quella di sorprenderle nel cuore della notte e, con metodi da arancia meccanica, costringerle ad assistere al saccheggio dell’abitazione, imobilizzate con nastro adesivo o tenute in ostaggio sotto la minaccia delle armi.

In questo contesto sono state ricondotte all’azione predatoria degli indagati due violente rapine, analoghe per modus operandi. La prima e più cruenta era stata messa a segno la notte del 7 ottobre del 2020 ad Aci Castello nella casa di un uomo ultranovantenne che è stato sorpreso da quattro uomini armati e con il volto coperto da passamontagna che lo hanno legato alle mani, alle caviglie e alla bocca con del nastro adesivo. I rapinatori gli hanno svaligiato la casa, privandolo anche di beni ai queli era profondamente legato.

Analoga azione violenta è stata reiterata la notte del 12 novembre 2020 nell’abitazione di un’anziana donna, anche lei colta nel sonno, da uomini armati che, dopo essere entrati dalla terrazza, sono scesi al piano inferiore, raggiungendola nella sua camera da letto. Anche in questa occasione, la vittima è rimasta ostaggio del gruppo che l’ha minacciata di morte se non avesse consegnato tutto il denaro che custodiva in casa.

A riscontro di quanto emerso dalle indagini, il 2 dicembre del 2020, la squadra mobile-squadra antirapina ha arrestato Ivan Stella in quanto in casa aveva una pistola calibro 38 con matricola abrasa completa del relativo munizionamento. L’attività ha consentito anche di rafforzare il quadro probatorio a carico degli indagati perché nella stessa abitazione sono stati sequestrati due passamontagna, 4 paia di guanti da lavoro e due rotoli di nastro adesivo, questi ultimi risultati compatibili con quello utilizzato per immobilizzare la vittima della rapina ad Aci Castello.

Nello stesso contesto, al gruppo criminale è stato sottratto tutto il materiale occorrente per scardinare le porte delle abitazioni nonché rinvenuta un’auto rubata che gli indagati utilizzavano esclusivamente per recarsi sul luogo della rapina e trovati capi di abbigliamento identici  aquelli indossati nel corso delle rapine.

Infine, è stato possibile anche addebitare agli indagati numerosi altri reati contro il patrimonio, tra cui furti in abitazione, furti di ciclomotori e ricettazione di vari beni, ritenuti strumentali al conseguimento del denaro necessari per sostenere le spese per la realizzazione di colpi maggiormente remunerativi.

Il provvedimento giudiziario ha applicato nei confronti degli indagati Stella, Nicolosi, Rapisarda e Zappalà, mentre Calinescu è stato condotto ai domiciliari. La misura dell’obbligo di dimora, infine, è stata disposta nei confronti di Francesco Distefano.

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