Malta può tirare l’ennesimo sospiro di sollievo. Ancora una volta l’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) ha optato per rinviare l’accesa discussione sul disegno di legge proposto da Lino Leanza, quello sull’apertura di due casinò nelle splendide località di Taormina e Palermo.
Rumors provenienti da ambienti vicinissimi al presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta parlavano di una possibile approvazione del ddl rivoluzionario ddl ideato e proposto dal suo più stretto collaboratore, ma l’Ars ha rinviato ulteriormente la seduta al 6 febbraio quando sarà al terzo posto dell’ordine del giorno.
A pesare sulla decisione dell’Assemblea la situazione di caos totale che regna attorno alla giunta Crocetta, ormai prossima alla spaccatura definitiva. Nel dettaglio, il ddl Leanza verrà dopo la – presumibilmente molto lunga – discussione sulle “norme relative al funzionamento della forma di governo regionale, alla nomina ed alla revoca degli assessori, alla conclusione anticipata della legislatura” e sulle “norme relative alla promozione della ricerca scientifica in ambito sanitario”.
L’apertura di due casinò regolamentati dall’AAMS in due perle dell’isola come Taormina e Palermo potrebbe rappresentare un ulteriore strumento di promozione turistica del territorio, come testimoniano le numerose infografiche consultabili sulla Rete e gli accessi unici su sezioni di siti di giochi online come Betclic casinò. Dalle videoslot al tradizionale poker, dalle slotmachine al blackjack, il gioco nelle sue varie forme ha fatto registrare in Italia nell’ultimo anno dei dati sbalorditivi. 32 milioni gli italiani abitualmente dediti al gioco, 80 miliari la spesa complessiva in giochi d’azzardo e 167% la crescita, rispetto al 2013, di esercizi commerciali che hanno come attività principale o connessa la gestione di apparecchiature da gioco”.
Il potenziale boom economico che potrebbe derivare dalla nascita di due grandi casino legali è evidenziato infine dai 4,5 miliardi di euro spesi in giochi di poker cash, un autentico fenomeno senza età. L’indotto potrebbe essere reinvestito dai comuni di Palermo e Taormina per la creazione di nuove strutture di accoglienza, per il restauro delle principali attrattive paesaggistiche-culturali e per la creazione di nuovi posti di lavoro in un periodo in cui molti isolani attraversano lo stretto o sorvolano il Mar Mediterraneo alla ricerca di un futuro migliore.