Domani per la 39^ edizione delle Orestiadi di Gibellina (ore 21,15 – Baglio di Stefano) va in scena “Orapronobis” di Rino Marino con Fabrizio Ferracane. Un pover’uomo, un residuo d’umanità “malata”, in una dimensione onirico-allucinatoria, al cospetto di un alto prelato (incarnato dalla muta immobilità di un fantoccio), scioglie un lamento disperato, che si alza come una preghiera profana, in un siciliano arcaico, attraverso le poste di un rosario dolente e sarcastico, che si fa violenta invettiva, spietato atto d’accusa alla corruzione e al “sacrilegio” del potere ecclesiastico, fino a culminare nella tragica rievocazione di un’esistenza misera e marginale, in una struggente antitesi tra sogno e realtà.
Allo spettacolo collaborano Gianluca Giambalvo (assistente di scena), Liborio Maggio (assistente scenografo), Rudy Pusateri e Antonio Bonanno (effetti sonori), Annamaria la Barbera, Cristina Perrone e Ermelinda Palmeri (voci off).
“Orapronobis” è stato finalista Premio Rete Critica 2014, il testo è compreso in Tetralogia del dissenno (Editoria&Spettacolo 2020) ed è prodotto dalla Compagnia Sukakaifa, costituita da Rino Marino e Fabrizio Ferracane. Rino Marino, direttore artistico della compagnia, si è occupato di drammaterapia con pazienti affetti da disagio mentale, coniugando il suo lavoro di psichiatra alla vocazione teatrale. A questa deve la sua formazione e collaborazione lavorativa con artisti che eseguono il metodo Stanislavskij e quello di Grotowski come Carlos Riboty; con il Living Theatre per Gary Brackett; con la recitazione autoriale di Carlo Cecchi, Dario Fo, Paolo Graziosi, Mario Martone. Fabrizio Ferracane, ha da poco ricevuto il Nastro D’Argento per la sua straordinaria interpretazione di Pippo Calò ne Il Traditore di Marco Bellocchio.