A Catania fervono i preparativi per la grande festa in onore della patrona, Sant’Agata. La manifestazione per quest’anno è sostenuta da 43 associazioni umanitarie. Per un mese, inoltre, cinque strutture sanitarie private accreditate offriranno servizi medici e visite gratuite a persone fragili e bisognose. Gli allievi dell’accademia di belle arti di Catania hanno realizzato gli abiti, precisamente 117, che potranno essere ammirati dal pubblico gratuitamente a palazzo Minoriti dal 31 gennaio al 6 febbraio prossimi.
L’esposizione sarà inaugurata domani alle 20.00 a palazzo dei Minoriti e rimarrà aperta gratuitamente al pubblico fino al sei febbraio. Mater Agata, si intitola così la mostra di abiti e costumi dedicata alla patrona della città, è curata da Maria Liliana Nigro, docente di storia del costume per lo spettacolo e organizzata dall’accademia di belle arti di Catania ed è giunta alla sua ventitreesima edizione. Inoltre, la mostra fa parte delle celebrazioni dedicate a Sant’Agata, una delle feste religiose più conosciute e apprezzate al mondo che coinvolgono l’intera città e la sua popolazione.
La mostra, il più longevo evento organizzato dall’accademia, presenta quest’anno 117 abiti realizzati dagli studenti del corso di moda. Ogni anno, gli studenti affrontano la creazione di abiti sartoriali, mettendo in pratica la loro ricerca artistica attorno ad un tema ben preciso. Quest’anno il focus è il rapporto tra madri e figli, con l’intento di celebrare la figura materna come simbolo di forza, coraggio e luce che guida il cammino dei propri figli.
“Accompagnata dal talento e dall’entusiasmo dei nostri giovani allievi – sottolinea Lina Scalisi, presidentessa dell’accademia di belle arti di Catania – racconta con uno sguardo nuovo il profondo legame tra Catania e la sua Santa. Il titolo stesso incarna un ideale di forza, purezza e dedizione che va oltre la dimensione religiosa, toccando profondamente il simbolismo della maternità, qui da intendersi nel senso più trascendente che materiale. Da presidentessa dell’accademia – sottolinea la Scalisi – non posso che sottolineare l’importanza di iniziative come questa, che mettono in luce il talento e la dedizione dei nostri docenti, studenti e collaboratori. La mostra è soprattutto un momento di riflessione collettiva sul valore del patrimonio culturale e sulla capacità dell’arte di unire e ispirare le comunità.
Come ogni anno, quella della professoressa Nigro e dei suoi allievi non è una semplice esposizione di abiti, ma un vero e proprio tributo artistico e culturale alla città, una celebrazione dell’identità catanese, filtrata attraverso il linguaggio universale dell’arte e della moda. – conclude”.
Mater Agata non è solo una mostra di abiti, ma una riflessione profonda sulla fede, sulla storia, sull’emozione e sulla devozione della città di Catania alla sua Santa. Agata, vergine e martire, diventa madre di tutte le madri, abbracciando il suo popolo con lo stesso amore di una madre. Madri coraggiose, come Felicia Bartolotta, vedova Impastato, paladina ed esempio, determinata a proteggere il figlio e la sua memoria, ferita a morte dalla mafia. Madri dei quartieri popolari, che per difendere i loro figli, colpiti dal degrado e dalla fragilità, derivante dalla solitudine e dalla violenza sociale, sono pronte a denunciare. Madri che accompagnano figli sfortunati in percorsi gravi di malattie mortali. Madri che vegliano ogni attimo per tutelare la parte più intrinseca di sé stessi. Con tutto pronto per l’inizio della manifestazione, il pubblico è invitato a lasciarsi trasportare dalla magia di questa tradizione che celebra l’amore materno, oltre ogni limite.
“Gli abiti realizzati dagli allievi dell’Accademia non sono solo vestiti, ma raccontano il legame forte con una Santa sempre amata – afferma la curatrice, Maria Liliana Nigro –. Agata trascende ogni limite di tempo e spazio: il suo “esistere” è eterno, unendo il sacro e il profano, il cielo e la terra, racchiudendo tutto in sé stessa e diventando simbolo universale. Dalla fede cristiana al dramma contemporaneo del femminicidio, fino alla scelta di opporsi a un uomo che non amava, Agata si trasforma in una donna libera, una Santa, ma anche una Guerriera. Oggi, i giovani hanno bisogno di credere, ma per farlo è necessario raccontare la sua storia in modo nuovo, con un linguaggio rapido e contemporaneo. Gli abiti realizzati dagli allievi dell’Accademia, dunque, non sono solo vestiti, ma un tributo alla figura materna, un abbraccio simbolico che lega l’arte del vestire alla protezione e alla sacralità, celebrando il lungo percorso della mostra.”
Esposti su busti sartoriali in una cornice affascinante come palazzo Minoriti, gli abiti raccontano storie e tradizioni: accostamenti insoliti di materiali sembrano dialogare tra sacro e profano, creazioni lussuose e imponenti, realizzate con sete, pizzi e merletti, evidenziano una “santità sartoriale”.
Gli abiti in mostra sono il risultato di un concorso di moda che premia il talento degli studenti più giovani dell’accademia. Una giuria di esperti premierà quattro dei 117 studenti partecipanti con borse di studio, destinate a sostenere il loro impegno creativo e artistico. Tra i membri della giuria, che vedrà come madrina la campionessa olimpica Giusi Malato, ci sono Claudia Cantone, Salvatore Lo Giudice, Enza Marchica, Marco Marziano, Paola Pesce, Elena Petrolito, Barbara Renna, Valeria Rizzo, Riccardo Tommasello e Cinzia Torrisi.
L’edizione 2025 della mostra mette anche in campo iniziative di solidarietà. Ben 43 associazioni umanitarie sosterranno l’iniziativa sfilando con il proprio gonfalone durante la serata inaugurale, venerdì 31 gennaio, sulle note della Corale Tovini, che allieterà il pubblico prima del fatidico taglio del nastro alla presenza delle più alte cariche istituzionali e culturali.
Un’altra importante novità di quest’anno legata alla mostra è quella che dà la possibilità, per un mese, a persone e soggetti fragili e bisognosi di usufruire gratuitamente di servizi medici come radiografie, visite oncologiche e cardiologiche, grazie alla collaborazione con cinque strutture private accreditate aderenti all’ACOP Catania: Casa di cura Gibiino, Casa di cura Mater Dei, Casa di cura Vidimura Gretter, Centro riabilitativo Calaciura, Casa di cura Villa Sofia, Centro Catanese di Medicina e Chirurgia – H7 e altre strutture private. Un’iniziativa con un forte riferimento a Sant’Agata, alla sua capacità di prendersi cura degli altri con abnegazione e generosità.
La mostra resterà aperta al pubblico fino al 6 febbraio dalle 09.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 20.00 in palazzo Minoriti, in via Prefettura 14 a Catania, con ingresso gratuito. Il vernissage invece è previsto per il 31 gennaio alle 20.00.