E’ stato siglato un accordo storico che pone fine a Termini Imerese, nel palermitano, ad oltre 15 anni di crisi industriale, aprendo una nuova fase per tutto il territorio e per le quasi 600 famiglie coinvolte. L’accordo è stato raggiunto tra Blutec in amministrazione straordinaria, il ministero dello sviluppo economico, la regione siciliana, l’Inps, i sindacati e il gruppo Pelligra, il nuovo proprietario dello stabilimento ex Fiat. Per l’avvocato giuslavorista Alessandro Paone “è una intesa storica, unica in Italia nel suo genere e che dimostra come il dialogo e la negoziazione sindacale siano gli strumenti più utili per rislvere crisi industriali all’apparenza insormontabili”.
Svolta storica , dunque, alla ex Blutec di Termini Imerese, ancora prima stabilimento Fiat, e ora di proprietà della Pelligra Italia, gruppo specializzato nella riconversione di aree industriali dismesse. L’intesa prevede diverse misure a tutela dei lavoratori, tra cui la continuità occupazionale, la protezione sociale attraverso il sostegno dell’Inps e un impegno concreto da parte della Regione Sicilia e del ministero dello Sviluppo Economico per supportare il piano di rilancio mediante investimenti mirati e agevolazioni. Pelligra, infatti, assumerà 350 dipendenti, formandoli e riqualificandoli, mentre le restanti 190 risorse saranno accompagnate alla pensione grazie a risorse straordinarie stanziate dalla Regione Sicilia.
“È una intesa storica, unica in Italia nel suo genere e che dimostra come il dialogo e la negoziazione sindacale siano gli strumenti più utili per risolvere crisi industriali all’apparenza insormontabili – afferma l’avvocato Paone, incaricato dai commissari straordinari di Blutec, nominati dal Ministero dello Sviluppo Economico, per la gestione della complessa crisi occupazionale e la mediazione con il sindacato e le istituzioni che ha portato alla finalizzazione dell’accordo quadro – Quella di Termini Imerese è una vertenza ai massimi livelli sul piano della difficoltà tecnica e della delicatezza sindacale, da sempre punto di tensione sociale e sindacale. Ecco perché, dopo 15 anni di procedure concorsuali e dinamiche tremende sul piano legale, oggettivamente stancanti, si è deciso questa volta di cambiare completamente schema di gioco, abbandonando l’approccio esclusivamente tecnico – legale, percepito come elemento di protezione propedeutico ai licenziamenti, e cioè qualcosa che il territorio e il sindacato non avrebbe mai accettato e digerito.
Al centro della negoziazione sono stati posti da subito i dipendenti e la loro salvaguardia, la possibilità di risolvere tensioni sociali, offrendo opportunità e un futuro alle persone, considerate come tali non come un problema. Così impostata la trattativa, gli strumenti tecnici del diritto del lavoro sono stati indirizzati verso un obiettivo che aveva alla base il consenso di tutti gli attori, consentendo di superare le enormi complessità che sul piano giuridico sono state incontrate e puntualmente affrontate. Per questo è doveroso esprimere apprezzamento per la Regione Sicilia, che ha introdotto risorse davvero eccezionali, i Ministeri coinvolti per il sostegno ma soprattutto verso i sindacati, con i quali è stato fatto un lavoro congiunto oggettivamente unico, fondato sulla fiducia e sul confronto franco e trasparente, nell’interesse di un obiettivo comune che oggi abbiamo pienamente centrato. Dietro a tutto questo la responsabilità e il coraggio di commissari straordinari che hanno adempiuto al loro compito in maniera encomiabile”.