Gibellina (Tp): continua il viaggio delle Orestiadi

Continua alle Orestiadi di Gibellina, nel trapanese, il viaggio intorno alla forza delle parole. Il prossimo fine settimana sarà la volta della forza della poesia, con due appuntamenti originali e una prima nazionale.

Venerdì 2 e sabato 3 agosto spazio alla poesia al baglio Di Stefano con le parole di due grandi poetesse contemporanee italiane, quali Maria Luisa Spaziani e Patrizia Cavalli. “Giovanna D’Arco” di Maria Luisa Spaziani, in prima nazionale, con Silvia Ajelli e Gaia Insenga con le musiche eseguite dal vivo di Ermanno Dodaroe Raffaele Pullara, venerdì 2 agosto alle 21.00 e “Vita meravigliosa”, omaggio a Patrizia Cavalli con Iaia Forte, musiche e parole dal vivo di Diana Tejerea, sabato 3 agosto alle 21.00.

In Giovanna D’Arco, Maria Luisa Spaziani riscrive la storia della Pulzella d’Orleans rifacendosi ad una corrente di pensiero francese secondo cui Giovanna D’arco era la figlia adulterina di Isabella di Baviera, moglie di re Carlo VI, la quale, separatasi dal marito afflitto di una forma di follia, era diventata l’amante del Duca di Orléans, fratello del re, e aveva concepito una figlia nel 1407. Questa bambina scomodissima viene mandata a balia dalla famiglia D’Arco. E questa sarebbe stata Giovanna: una ragazza di sangue nobile, cresciuta in campagna, istruita da emissari della corte, a cui avrebbero dato un cavallo e un vessillo per mandarla tra i soldati a dire che la profezia del mago Merlino, “Verrà una Vergine a salvare la Francia”, stava per realizzarsi. Maria Luisa Spaziani va oltre questa versione della storia: rilevando che da tutti i documenti disponibili riguardo alla famiglia di Giovanna D’Arco l’unica figura di cui non si sa nulla è la sorella maggiore di Giovanna, Caterina, l’autrice ha ipotizzato che fosse Caterina la figlia della regina Isabella mandata a balia, e che Giovanna D’Arco, istruitasi insieme alla misteriosa sorella, si sia sostituita a lei nella missione orchestrata dalla corte per risollevare la sorte della Francia.

Lo spettacolo si sviluppa attorno a queste due sorelle, due voci che in un primo momento si alternano e si confrontano, e poi si confondono fino a diventare una sola voce, quando Giovanna intraprende l’avventura della guerra e di Caterina si perdono le tracce.  Insieme costruiscono la storia della Pulzella d’Orleans, in un gioco di specchi in cui si trovano a vivere l’una la vita dell’altra, e mentre Giovanna occupa la parte della protagonista della Storia, Caterina tesse la trama delle vicende di cui Giovanna è protagonista.

Maria Luisa Spaziani, una vita dedicata all’arte della parola. Conobbe e frequentò i più grandi intellettuali dell’epoca, tra cui Montale, e fece conoscere la sua determinazione e il suo talento ovunque nel mondo. Nel 1990, nell’intento di rinnovare la narrazione popolare in versi, scrive un poema in ottave dedicato a Giovanna d’Arco, un personaggio che sin dall’infanzia l’aveva colpita profondamente: “Per me Giovanna d’Arco è semplicemente la poesia; è la donna come dovrebbe essere dopo ogni femminismo riuscito, e cioè una creatura che abbia le stesse potenzialità di un uomo ma che agisce autonomamente, secondo il suo personale destino, secondo i suoi gusti, le sue scelte, in stretta simbiosi con l’universo maschile.”Maria Luisa Spaziani

Patrizia Cavalli grandissima poeta della vita, come per prima le disse Elsa Morante, e della sintomatologia amorosa, ha incantato con il suo stile cristallino e ironico generazioni di lettori e lettrici. L’interpretazione di Iaia Forte, con la musica e le canzoni di Diana Tejera, ci faranno entrare nel vivo della sua poetica, quasi come fosse per la prima volta, tra questi versi capricciosi e sapienti, al cui centro regna incontrastato l’amore e la sua sintomatologia.

Due straordinarie artiste – l’attrice Iaia Forte e la cantautrice Diana Tejera -, amiche care della poetessa, presentano Vita Meravigliosauna produzione Argot Produzioni in collaborazione con Infinito e con il contributo di Regione Toscanain collaborazione con REGGIO INIZIATIVE CULTURALIun ritratto in versi e musica dell’universo poetico della Cavalli. La sua opera ci ha offerto una fenomenologia del quotidiano tra sacre estasi e profani furori: i baci, gli amori, le vendette, il cielo, le liste della spesa, i sanpietrini sconnessi di Roma, il cesto della biancheria sporca, le tasche che sono sempre troppo basse… Le voci di Iaia e Diana restituiscono proprio la voce di Patrizia, quello che aveva di preciso e fulminante nella sua instancabile capacità di innamorarsi e far innamorare.

Vita Meravigliosa prende in prestito il titolo dall’ultimo libro della Cavalli, pubblicato nel 2020, due anni prima della scomparsa. Una raccolta di epigrammi comici e filosofici, monologhi e poesie d’amore, che rappresenta una summa della sua poetica, estremamente complessa, caratterizzata da numerosi temi e registri stilistici. Con un leggio, una chitarra e uno sgabello, muovendosi tra prosa e versi, Iaia Forte restituirà alla perfezione il caos creativo della poetessa, e talvolta ci farà entrare, con l’aiuto di un telo da retroproiezione, direttamente nella sua casa. Accompagnata sul palco da Diana Tejera, compositrice e polistrumentalista che ha collaborato, tra gli altri, con Battisti, Mogol e Tiziano Ferro, e che ha trasformato in musica le rime di Patrizia Cavalli, Iaia Forte ci racconterà il quotidiano e l’universo visionario dell’autrice.

“Dal momento in cui ho conosciuto le poesie di Patrizia Cavalli non me ne sono più separata. In particolare, Pigre divinità e pigra sorte è stato per me una sorta di oracolo portatile, che mi accompagnava ovunque. Un libro che mi era necessario rispondeva a tutte le mie domande.

Molti anni fa, mi venne in mente di musicare una delle poesie di quel libro, e chiesi alla casa editrice il permesso di pubblicarla. Fu grazie a loro che ebbi il contatto di Patrizia, la quale, grazie alla simpatia che aveva per il mio cognome, mi rispose immediatamente. Il caso voleva che avesse una storia personale con le teiere e che il mio cognome (che è spagnolo, ma lei pronunciava all’italiana) le piacesse particolarmente. Patrizia aveva inoltre una venerazione per i nomi, per la loro capacità quasi magica di evocazione, per il loro suono. Grazie a questo equivoco circa il mio cognome, che faceva di me una teiera, ebbi la fortuna di conoscerla e il privilegio di diventare sua amica. Durante il primo pranzo insieme, non fece altro che ripetere che aveva sonno: sonno nella schiena, nella spalla, nel collo fino ad arrivare alla nuca, alla testa. Ero molto in difficoltà ma toccai involontariamente un tema a lei molto caro: il diritto e la rendita d’autore. Lì si svegliò e iniziammo a fantasticare sulla possibile rendita delle nostre future canzoni. Iniziò così uno dei periodi più belli della mia vita: tutte le sere insieme a fare cenette, a scrivere canzoni, a bere ottimi rhum e fare le 4 del mattino con una felicità rara, infantile, come appena scoperta. Ho viaggiato molto insieme a Patrizia, portando in scena le nostre canzoni e le sue poesie. Ci è sembrato allora naturale, con Iaia, portare avanti le sue parole attraverso questo spettacolo, anche solo per la felicità di continuare a fantasticare incassi favolosi.” Daniela Teiera

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