Sarà presentato a Gangi, nell’ambito di “Le notti di BCsicilia”, il libro “Le monache di casa. Storia, aneddoti e curiosità dei dolci conventuali” di Mario Liberto. Appuntamento per sabato 27 luglio alle 18.00nell’aula consiliare di palazzo Bongiorno.
Dopo i saluti di Giuseppe Ferrarello, sindaco di Gangi, ne parlerà con l’autore Alfonso Lo Cascio, presidente regionale BCsicilia. L’iniziativa è promossa dal comune di Gangi e da BCsicilia. Il volume racconta le vicende della storia della pastieria siciliana, attraverso l’epopea delle monache di casa. Da secoli all’interno della chiesa erano presenti delle pie donne che decidevano di sottomettersi ad una regola di pietà chiamate in diverse parti d’Italia col nome di begardi, beghine, bizzocche, tutte facenti parte di que’’esercito di pseudo consacrate che più genericamente venivano chiamate monachedi casa, in virtù non dello status di consacrazione verginale, madi voto privatoin confessione.
Dopo l’unità d’Italia, le figure religiose soppresse dai monasteri andarono a rivitalizzare ed ingrossare le file delle esistenti monache di casa. Un esercito di suore, mortificate, strappate con forza dai conventi, un’intera vita con le loro cose, le ritualità, le preghiere, di colpo si ritrovarono sole, prive di sostentamento, senza un tetto dove dormire, una casa dove abitare.
Le più facoltose tornarono presso le loro famiglie aristocratiche; altre andarono a servizio presso la nascente borghesia; un numero elevato di consacrate tornarono alla vita laicale, pur mantenendo gli abiti talari del proprio ordine di appartenenza religioso, vivendo di elemosine o con attività di ducciere, cioè preparando i dolci per sposalizi e feste. Donne i cui abiti talari erano sempre impregnati di cannella, vaniglia, chiodi di garofano, suore, ancor prima della loro presenza, erano precedute dall’odore dei dolci che quotidianamente preparavano.
Ogni monastero aveva una sua specializzazione ed esercitava una sorta di monopolio, in questa maniera venivano meno anche i principi di concorrenza. Una cultura che è stata da sempre custodita al di là delle grate dei conventi. Abili mani di suore dalla fantasia e capacità celestiali hanno saputo creare, perfezionare, ingigantire le varie prelibatezze che sono a noi giunte dalla cultura dolciaria romana e arcaica, ma anche da quella araba, spagnola e borbonica. Analoga consuetudine era presente anche nei monasteri europei e americani, insomma, la dulceamina sacra imperava ovunque.
Lo sdoganamento dei dolci conventuali ad opera delle monache di casa contribuirà, oltre a far conoscere le leccornie alla classe subalterna, che ne diventerà la maggiore fruitrice, daranno vita ad una pasticceria reinventata e popolare.
Il libro è arricchito della storia e delle ricette di ben 32 dolci conventuali siciliani in parte scomparsi. Il volume è un invito a scoprire un patrimonio di sapori e tradizioni che rischia di scomparire. Un libro da leggere e da gustare, per assaporare la vera essenza della Sicilia, un viaggio affascinante alla scoperta di un mondo perduto, ma che ancora oggi vive nelle nostre tradizioni culinarie, ottimo per gli appassionati di storia, di cultura e di cucina.