Palermo: all’aeroporto “Dei di lava” dell’artista Edoardo Puglisi

L’opera “Dei di lava: Paolo Borsellino e Giovanni Falcone”, dell’artista Edoardo Puglisi, sarà svelata domani mattina alle 10.30 all’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo, al terzo piano, al terminal passeggeri, nella sala partenze. Il lavoro dell’artista è dedicato a Falcone e Borsellino, i due giudici uccisi dalla mafia nel 1992, a cui è intitolato l’aeroporto siciliano.

L’opera è stata donata alla fondazione Federico II, presieduta da Gaetano Galvagno che, in accordo con la Gesap, presieduta da Salvaotre Burrafato, ha scelto di esporla nell’hub palermitano da cui nel 2024 transiteranno circa 9 milioni di passeggeri. Nel corso dello svelamento sarà presente l’artista, riconosciuto in tutto ilmondo ,anche se meno nella sua Sicilia, come uno fra i maggiori esponenti, nel panorama internazionale, del nuovo realismo, oltre ad essere uno degli ultimi artisti storici viventi. Nato a Catania nel 1963, da una nobile famiglia patriarcale, Puglisi ha lasciato da giovane la Sicilia per girovagare da artista bohemienne, geniale e scapestrato, tra Milano, Parigi, Teheran e Belgrado.

Il ciclo di opere in questione “Dei di lava” di Puglisi, nasce alla fine degli anni Novanta. Un movimento viscerale lo induce ad esteriorizzare la parte lavica ed irruente del Sé, i due lati di una stessa identità. Dopo un lungo esilio mentale dai conflitti con la sua terra natia, Puglisi ritorna a sentirsi figlio dell’Etna.

Gli eroi siciliani, Borsellino e Falcone, resuscitano dalla cenere, in questo caso la cenere vulcanica, per proclamare un monito: “quando un popolo non segue l’esempio dei suoi eroi è destinato a piangere continuamente sangue”.

“Abbiamo accolto con grande emozione la donazione alla Fondazione Federico II Di questa opera da parte dell’artista Edoardo Puglisiafferma Gaetano Galvagno, presidente della Fondazione Federico II -. Scegliere di esporla all’aeroporto assume diversi significati: è un altro piccolo tassello per non dimenticare il sacrificio di due eroi della lotta alla mafia in un luogo da cui transitano milioni di persone di ogni nazionalità. Inoltre, riteniamo sia il posto ideale per l’omaggio ad un artista che, partendo dalla sua Sicilia, ha iniziato un viaggio artistico internazionale e che, alla fine, è tornato in Sicilia. Un artista che, dunque, merita il plauso della sua Terra natìa”.

La memoria è fondamentale, e celebrarla è necessario per educare le generazioni future al concetto di legalità – dice Salvatore Burrafato, presidente di Gesap – Ricordare con un’opera d’arte due grandi figure simbolo di legalità e della lotta alla mafia, proprio nell’aeroporto a loro intitolato, ci riempie di orgoglio”.

Attraverso il sanguinamento dell’immagine, Puglisi, immortala fantastici Dei, tracciati con la lama feroce della pittura d’azione secondo una vigorosa sicilianità. Gli Dei di Lava, sebbene abbiano all’attivo alcune importanti esposizioni in Francia, non sono mai stati esposti in Sicilia. Nel 2008 vengono esposti in Bretagna presso la Mantovani Galerie, nel 2010 un’intera sala del Museo d’arte Moderna (Espace Riquet) di Béziers è dedicata a questi divini custodi dell’inconscio, durante la grande antologica di 150 opere, “Les éclats d’une Couleur Sonore”, presentata in catalogo dal critico Gérard Xuriguera. Nel 2016, gli Dei di Lava, fanno la loro prima apparizione sulla Montaigne Noire, a Labastide-Rouairoux presso la Galleria Boulang’Art  di Una Zandmane.

“L’alba è quella linea del giorno sospesa sull’eterno.” – scrive la giornalista e antropologa Rita Patané – ed è in questo momento magico che, sul versante Sud dell’Etna, esattamente sui Crateri Silvestri, all’alba dello scorso 22 settembre 2023, viene ripresa dal regista Vladimir Di Prima, per il docufilm sulla vita dell’artista, l’eccezionale performance “Alla ricerca di Dei ed Eroi di Lava” -. Finalmente l’Etna accoglie nel suo grembo Edoardo Puglisi ma soltanto dopo aver dipinto tra gli Dei anche gli Eroi (Falcone e Borsellino).

Ecco che i tentacoli della “piovra” vengono bruciati da un flusso fertile di lava che purifica ed abbraccia, dall’occidente all’oriente della Sicilia, ogni suo figlio. Un rito di purificazione da cui sorgono incontaminati i sentimenti della giustizia, dell’onestà, della legalità. È come se un singulto giunto dal profondo del vulcano proiettasse i lapilli di un fasto incandescente e umanamente irreprensibile. La vita immolata dei nostri Eroi si eleva alla potenza dell’immortalità, e il loro sguardo, perpetuato fino al nucleo dell’anima, continua ad operare, a parlare, esplosione dopo esplosione, verso la redenzione della coscienza collettiva.

Ma il flusso dell’opera è ancora in movimento, “Dei di Lava: Paolo Borsellino e Giovanni Falcone” ha ancora tanto da raccontare e la sua voce deve diventare un monito immortale. Il luogo più adatto, allora, è proprio uno scalo internazionale ove potrà parlare a milioni di persone senza esaurire la sua forza magmatica e creativa. E l’Etna, in questi giorni, con le sue alte fontane di lava, rende omaggio ad un’opera che viene dal suo ventre e che è destinata all’Immortalità.

L’artista ha lasciato la Sicilia dopo gli studi classici. Gli anni Sessanta sono fondamentali per la sua formazione. Esordisce come ritrattista a Montmartre e condivide la vita bohème nei caffè letterari di Parigi con diversi artisti e scrittori. Assorbe l’ideologia del nouveau réalisme. Incamera il pensiero di Pierre Restany ed inventa una particolare tecnica usando i pigmenti colorati e le vernici fluorescenti caratteristici della tecnologia moderna industriale. In Persia, presso la tribù dei Baktyari, scopre il segreto della miscela e stagionatura del colore dai maestri tintori. Valendosi di queste nuove cognizioni, riesce a raggiungere il massimo livello di padronanza nell’uso degli smalti, creando così la chiara impronta di stile che lo contraddistingue. A Teheran, con un gruppo di pittori europei invitati dal governo di Persia, affresca «Il Giardino d’Inverno» nel Salone delle Feste del Palazzo Imperiale. Dà inizio al primo periodo romantico di «Il Fiore e la sua Grande Avventura» che lo inserirà nel clima artistico-culturale italiano. Sempre negli anni sessanta, è docente alla scuola d’arte di Novi-Sad (ex Jugoslavia).

Gli anni Settanta sono un’exploit di mostre personali soprattutto in Italia ma anche a: Parigi, Cannes, Basilea, Lugano, Schiraz, Tunisi, Teheran, Belgrado. Nel 1973, un’équipe di giornalisti americani gli riconosce per la sua attività internazionale, il titolo di -Gran Maestro- insieme a Henry Kissinger, Ted Kennedy, Liza Minnelli, Dean Martin e Frank Sinatra. Il suo spirito intraprendente e poliedrico lo porta ad essere contemporaneamente pittore e uomo di spettacolo. Organizzatore di manifestazioni artistiche di livello internazionale come il «Pavone d’Oro», frequenta la jet society con: Benito Jacovitti, Walter Molino, Enzo Biagi, Enrico Vaime, Giorgio Saviane, Nantas Salvalaggio, Anita Ekberg, Antony Queen, Monica Guerritore, Steve Mc Queen. Riceve il «Selenio d’Oro» al premio «Regia Televisiva» per la trasmissione «St. Germain Des Prés» a Tele Delta, attuale Rete 4.

Nel 1974 è nominato cittadino onorario di Ponte Buggianese (Firenze). Nello stesso anno, al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica di Milano, nel corso di un gemellaggio culturale Italo-Iraniano, le autorità, alla presenza del Ministro Consigliere dell’Ambasciata Imperiale dell’Iran a Roma, Reza Hachemain, scelgono un’opera di Puglisi destinata ad arricchire la collezione privata dello Scià.

Nel 1975, la Rifi Record sceglie il design di Puglisi per la copertina di Franz Schubert, serie Penny.

Nel 1979, il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, gli conferisce il titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Nello stesso anno, il Comune di Milano gli assegna L’Ambrogino d’Oro. L’ACTS (Architectural Ceramics & Tiles by Shino Toseki) di Kyoto, inserisce nella propria collana di ceramiche, il fiore stilizzato di Puglisi con i designes di Dova, Picasso, Rotella, Scanavino, (produzione italiana CEDIT), indirizzata all’arredamento di importanti catene alberghiere in Giappone. (Catalogo 1982-1983). Dal 1979 al 1985 è stato regista e scenografo della trasmissione televisiva settimanale “Tocco d’Arte” su Tele Alto Veneto.

Nel corso degli anni Ottanta, è toccato da una profonda crisi interiore. Una totale mancanza di stimoli, lo porta al rifiuto della pittura. E’ un periodo introspettivo, di intima ricerca. Mantiene comunque vivo il suo interesse per l’arte tramite l’amicizia epistolare con lo scrittore e giornalista siciliano Franco La Guidara. Continua a frequentare l’ambiente artistico milanese dove, determinante, è l’incontro con la scrittrice Marie-Claire Delamichelle che diventerà sua compagna e fautrice del suo talento, spingendolo a riprendere il filo interrotto con la pittura. Riparte per la Francia, e lei lo introduce nei cenacoli e salotti letterari di Aix-en-Provence dove entra in contatto con Denis Coutagne, conservatore del Musée Cezanne. La forte influenza lasciata dall’impressionismo, lo incita ad esprimere una nuova dimensione di sé che sfocia in un secondo periodo romantico; permane il suo inconfondibile stile ma si esaurisce l’avventura figurativa del «Fiore». Tra il 1992 e il 1993, alcune sue opere entrano a far parte della collezione dei Musei Vaticani.

Nel 1994, Puglisi inizia un ciclo di esposizioni a tema: «Si Venise m’était contée », «Emozioni d’Artista », «Masques… et bas les masques», «Piume di struzzo, fiori e… champagne». Queste personali, presentate in Francia ed in Svizzera, lo pongono nei parametri della new-age painting: lo esprime pienamente con la performance «United Colors of New Age» nel contesto della mostra «Belle Epoque, fleurs et… champagne» ad Aix-en-Provence nel 1997. Non spezza il legame con il mondo artistico italiano, in quanto, lo scrittore Francesco Ogliari ed il gallerista Stefano Cortina, presentano sue personali a Varese, Padova e Milano. Conosce il pittore Giancarlo Borgia con cui trascorre un importante periodo di vita permeato da una reciproca evoluzione culturale ed intellettuale e, soprattutto, da una sincera amicizia. Conclusa l’esperienza provenzale, verso la fine degli anni novanta, si ristabilisce a Milano in un grande spazio che denomina «Studio-Teatro Puglisi» non dimentico della sua indole di show-man. Esprime, libero, una prorompente creatività dedicandosi anche alla scultura. Entra, con tele dal forte temperamento, in gallerie di primo piano. L’affetto e i continui inevitabili contrasti di idee con il gallerista Franco Cafiso, i viaggi in Spagna sulle tracce di Picasso e Dalì, contribuiscono alla creazione di opere dalla forza sanguigna. In questo periodo di vigorosa espressione e provocazione si diverte a mettere in gioco sé stesso: castigat ridendo mores. Lui stesso diventa la sua pittura, come la sua pittura, è ciò che lui è. Questa sicurezza ed eloquenza pittorica sfociano oltreoceano.

Nel 2000 le sue opere entrano nella collezione impressionista e moderna del Bellagio di Las Vegas. Nel settembre 2002, in Guascogna (Francia) viene intronizzato «Moschettiere d’Armagnac» dal diretto discendente di D’Artagnan, Capitano della Compagnia e Senatore Aymeri de Montesquiou, contemporaneamente all’ambasciatore degli Stati Uniti a Parigi, Howard Leach.

Nel 2006, In cooperazione con la scrittrice e sua compagna Marie Claire Delamichelle (che lo esorta anche tramite l’amicizia con il critico Achille Bonito Oliva verso espressioni che coniugano alla forza cromatica dei suoi lavori evidenti valenze intellettuali) realizza l’installazione performativa Holós che viene esposta alla Catania Arte fiera del 2007 e nel 2010  durante la mostra ”Les éclats d’une Couleur Sonore “ all’Espace Riquet (Museo d’rte Conremporanea di Béziers).

Nel 2009, interessato alle problematiche inerenti l’ecologia e la salvaguardia della propria terra, concepita anche nel senso esteso di pianeta, sposa dopo 26 anni tra amicizia e convivenza, l’artista e scrittrice Marie-Claire Delamichelle in un matrimonio-happening dedicato a Madre Terra: “Scacco da un Matrimonio – OOMM: TERRAQUEUS”.

Nel 2010, dal 8 aprile al 20 giugno espone nello Spazio d’Arte Contemporanea Riquet (Musée des Beaux-Arts di Béziers – Francia). La mostra “Les éclats d’une Couleur Sonore”, presentata in catalogo dal critico Gérard Xuriguera, comprende 150 opere tra dipinti, sculture e foto suddivise nei sette saloni dello spazio museale.

In questi ultimi anni si è dedicato maggiormente alla scultura e a continuare il ciclo “Dei di Lava” Infatti i dipinti di questa serie sono stati esposti alla Mantovani Galerie di St. Maden in Bretagna, e recentemente alla Boulang’Art di Labastide Rouarioux dove è stato anche performer fra le sue creazioni. Senza dimenticare la matita di ironico disegnatore maturata negli anni sessanta con Benito Jacovitti, ha appena completato di illustrare “Gaston le Rat”, libro edito da gmebooks http://www.gmebooks.com/ della collezione “Créatures Drôles” (Strane Creature) scritte da Luigi Mantovani.

Nel 2024, la prima Conferenza Show: “Color King Color – La forza comunicativa del colore” approfondisce vita e opere del Maestro e la sua filosofia artistica del colore quale arma e scudo per affrontare e costruire la vita. Il convegno è stato patrocinato dal Ministero della Cultura ed organizzato dall’associazione culturale Zzenia, in particolare dall’antropologa Rita Patané che, attraverso diversi linguaggi artistici (filmati, contributi scientifici, danza, teatro con interventi ispirati a testi tratti da una sua biografia “…è tutta una Commedia”) ha raccontato l’Arte di Edoardo Puglisi spesso istrionica, comunicativa e performativa.

Le sue opere figurano nei seguenti musei e pinacoteche: – Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica di Milano – Museo Civico Malaspina di Pavia – Pinacoteca Comunale di Roma – Museo Nazionale d’Arte Moderna di Teheran – Museo d’Arte Moderna di Jacksonville (Florida) – Musei Vaticani – Pinacoteca d’Arte Contemporanea di Ruffano (Lecce) – Musèe des Beaux-Arts de Beziers (Francia).

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