Messina: emergenza rifiuti per i comuni dei Nebrodi

Non è piu’ possibile gestire la raccolta dei rifiuti a colpi di ordinanze del presidente della Regione e posizioni di chiusure da parte di chi gestisce gli impianti di smaltimento, a danno dei comuni dell’isola e dei cittadini siciliani, in piena stagione estiva. Occorre affrontare l’emergenza in sinergia ed accelerare i processi autorizzativi degli impianti esistenti per una migliore gestione dei rifiuti”. E’ l’appello lanciato dai 57 Sindaci del comprensorio dei Nebrodi, soci della  SRR provincia di Messina, riunitisi in Assemblea a Capo d’Orlando il 2 luglio scorso, dopo la drammatica chiusura dell’impianto di smaltimento di Sicula Trasporti di Lentini, che ha messo nel caos diversi territori siciliani.

I rappresentanti dei comuni nebroidei, che raggruppano una popolazione di circa 200.000 abitanti, hanno sottolineato come “non si puo’ continuare a gestire la raccolta dei rifiuti senza certezza di conferimento a causa di ordinanze spesso lacunose di riferimenti normativi ed autorizzativi ed organi di gestione commissariali degli impianti che, facendo leva su problematiche che si trascinano da troppi anni, bloccano e chiudono gli impianti col risultato di mettere intere comunità e i loro amministratori in condizione di ritrovarsi con montagne di rifiuti non smaltiti e costi che aumentano a dismisura per lo smaltimento da un giorno all’altro”.

Un settore di fondamentale importanza su cui manca pianificazione e programmazione dal parte della Regione che non consente di abbattere i costi, che nel resto d’Italia sono molto inferiori di oltre la metà, mettendo la Sicilia tra le Regioni dove la spesa è in costante crescita, senza controllo, rispetto ad altre realtà nazionali.

Su questo punto e sulla necessità di potenziare gli impianti già esistenti in Sicilia, tra l’altro funzionali agli impianti di termovalorizzatori programmati dalla Regione, i Sindaci soci della SRR Provincia Messina hanno voluto sottolineare ancora una volta la miopia degli Uffici regionali di competenza nel seguire l’iter autorizzativo per il Polo Impiantistico pubblico da realizzarsi nel territorio del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea. Un modus operandi che di fatto ha bloccato l’intervento che avrebbe potuto realizzare, con fondi del PNRR, la SRR nominata dalla Regione stessa Soggetto Attuatore Esterno, per il recupero di materia di trattamento di rifiuti urbani con inclusione ed adeguamento delle strutture esistenti, comprese le opere connesse. Inoltre avrebbe permesso la costruzione e la gestione di un Polo impiantistico pubblico per la produzione di biometano e compost di qualità, nonché di ridurre e tamponare alcune criticità che insistono nella vicina discarica di Mazzarrà Sant’Andrea.

Un intervento, come ha spesso sottolineato e ribadito il presidente della SRR e sindaco di Sinagra, Antonino Musca, che avrebbe permesso, soprattutto ai comuni e quindi alle comunità, di poter avere enormi risparmi sul conferimento dei rifiuti e di poter respingere al mittente imposizioni unilaterali da parte delle società proprietarie di impianti in altre parti della regione ed anche fuori regione, che negli ultimi mesi si sono succeduti in maniera costante diverse volte.

Durante l’assemblea dei soci sindaci è stato ribadito il mandato, già ricevuto dal consiglio di amministrazione della SRR, di valutare quali altre autorità informare della vicenda affinché venga indagata ogni eventuale responsabilità e diffidare ogni altro ente interessato dal procedimento dal modificare e/o revocare in tutto o in parte, le autorizzazioni, i pareri, i nulla osta e ogni altro atto di assenso comunque denominato, che siano stati positivamente rilasciati nel corso del procedimento a favore della realizzazione del Polo Impiantistico nel suo complesso, come proposto dalla SRR.

SRR evidenzia, inoltre, che la regione non ha brillato anche in relazione alla gestione della procedura relativa alla messa in sicurezza definitiva della discarica di Mazzarrà S. Andrea non mettendo a disposizione le necessarie risorse economiche e muovendo, a distanza di anni, contestazioni al progetto dalla stessa prima commissionato ed esitato.

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