Palermo: a Danisinni il progetto teatrale “La luna e la rosa”

La Luna e La Rosa” è il progetto teatrale del Museo Sociale Danisinni che riporta il teatro di comunità nella periferia Nord di Palermo, Brancaccio, grazie alla collaborazione con il Centro di Accoglienza Padre Nostro, giovani e anziani hanno partecipato ai laboratori di scenografia e costumi  per realizzare oggetti di scena ispirati alla tradizione del Festino di Santa Rosalia, patrona della città di Palermo, come le bandierine con la Santuzza e la rafia che si vendevano fuori dal Santuario durante il periodo dell’Acchianata (a settembre il peregrinaggio dei devoti nella grotta della Santa sul Monte Pellegrino).

Lo spettacolo-parata del 15 e 16 giugno tra le vie del quartiere farà rivivere la tradizione dei Festinelli e dei Triunfi, e l’antico spirito devozionale che coinvolgeva vicoli, strade e periferie.

Uno spettacolo di strada scritto e diretto da Gigi Borruso direttore di DanisinniLab, costola teatrale del Museo Sociale Danisinni, in occasione del 400° Festino di Santa Rosalia. Una strampalata compagnia con una capocomica, attori e un musicista che suonerà dal vivo, saranno alla guida del proprio carro-zattera, dando vita a un corteo popolare che terminerà con uno spettacolo nei luoghi simbolo di Padre Puglisi e della lotta alla mafia.

Il Museo Sociale Danisinni torna a Brancaccio con l’operina buffa itinerante di Gigi Borruso in onore del 400° Festino di Santa Rosalia. Uno spettacolo di strada che parla delle piccole umanità nascoste, dimenticate, dei loro sogni di riscatto.Una strampalata compagnia alla guida del proprio carro-zatteradarà vita a un corteo popolare che terminerà con uno spettacolonei luoghi simbolo di Padre Puglisi. La tradizione dei Festinelli e dei Triunfi incontra la contemporaneità del teatro, proprio come i giovani e gli anziani di Brancaccio si sono incontrati per crearescene e costumi.

Come attraversare con il teatro un quartiere? E come rendere la sua comunità parte della compagnia che andrà in scena? Nasce così “La Luna e La Rosa” progetto teatrale del Museo Sociale Danisinni che riporta il teatro di comunità nella periferia Nord di Palermo, Brancaccio, grazie alla collaborazione con il Centro di Accoglienza Padre Nostro con cui si solidifica un rapporto avviato nel 2022 con il progetto “Itaca” realizzato con il Teatro Biondo di Palermo. Il 15 e 16 giugno appuntamento nel cuore di Brancaccio per partecipare a questo particolare spettacolo-parata, scritto e diretto da Gigi Borruso, regista e direttore di DanisinniLab, costola teatrale del Museo Sociale Danisinni. Un testo pensato appositamente per l’ensemble di attrici e attori di DanisinniLab, con la partecipazione di Stefania Blandeburgo e le musiche originali eseguite dal vivo da Giacco Pojero.

“La Luna e La Rosa” metafora di una città che accoglie e si fa comunità. Al centro la Santuzza, la devozione di un immaginario collettivo post-moderno che porta dentro tutti i ricordi della tradizione. L’Operina buffa di Borruso, tra tradizione e sensibilità contemporanea, proverà a far rivivere lo spirito di quei festinelli che animavano gli angoli d’ogni quartiere, dove intorno a piccole edicole votive, siascoltavano i racconti degli “Orbi”, si mangiava e si ballava insieme. Uno spettacolo di strada con una compagnia un po’ freak e musica dal vivo che attraverserà alcuni luoghi del quartiere, mettendo a fuoco il tema dell’inclusione, le storie di integrazione e rinascita, le memorie e le attese del quartiere e della Città. Intorno a Rosalia e al suo Festino da sempre si riconoscono culture, classi e generazioni diverse, divenendo simbolo, fin dalle sue origini, di una città in grado di accogliere le differenze, di riconoscersi in una comunità. La storia di Rosalia è inoltre emblema di chi va controcorrente, promessa di rinascita di ogni individuo dinanzi alle difficili prove della vita.

“A maggio, con i due laboratori abbiamo avviato la costruzione della nostra operina buffa che racconta di Rosalia – spiega Borruso -, di chi percorre la sua strada con ostinazione, di chi la smarrisce, di chi si dispera e di chi torna a sognare, dei sogni dei bambini. Delle fantasie dei “piccoli” e degli “ingenui” che non hanno ascolto”.

Il15 e 16 giugnolo spettacolo-parata verrà messo in scena nel cuore di Brancaccio, attraverserà le sue vive arterie principali.Gigi Borruso declina nella sua scrittura l’incontro con lo spirito devozionale della gente di Brancaccio, quartiere che fu casa spirituale e testamentaria del beato Pino Puglisi, tra contraddizioni, lotte e battaglie di riscatto. E saranno proprio questi luoghi ad accogliere l’atto finale dello spettacolo in piazza: il 15 giugno alle ore 17 il corteo partirà dal Centro Polivalente Sportivo ‘Padre Pino Puglisi e Massimiliano Kolbe’ (via San Ciro, 23A) per poi terminare con la rappresentazione davanti l’Istituto comprensivo statale‘Padre Pino Puglisi’; il 16 giugnoalle ore 18:00ci si muoverà in direzione dellaCasa del Beato oggi Casa Museo in piazzale Anita Garibaldi, 5. Ai partecipanti verranno distribuiti le bandierine tradizionalicon Santa Rosalia che giovani e anziani del quartiere stanno realizzando nei laboratori avviati a maggio, parte integrante del progetto teatrale.

Brancaccio si riconferma quartiere attivo, la sua comunità ha preso parte ai due laboratori di costume e scenografia avviati a maggio e diretti da Valentina Console, docente di scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Palermo e presidente del Mu.S.Da., affiancata dalle assistenti scenografe: Alessandra Guagliardito e Felicetta Giordano. Un percorso che conferma l’impegno del Museo Sociale Danisinni a utilizzare i medium dell’arte per promuovere il territorio, la sua storia, ma anche i suoi protagonisti attivando dinamiche di riscatto e bellezza.  Giovani e anziani, studenti e sarte, artigiani, mamme, suore, pensionati hanno collaborato fianco a fianco nei locali messi a disposizione del Centro Padre Nostro, trasformati in estemporanee botteghe d’arte e dei mestieri in cui si tanno realizzando oggetti di scena come le tradizionali bandierine con l’effige della Santuzza, che un tempo venivano vendute dagli ambulanti ai piedi della grotta sul Monte Pellegrino durante il periodo dell’Acchianata, a settembre, quando i devoti palermitani si recano in peregrinaggio al santuario.

Insieme alle signore di Brancaccio nel laboratorio sartoriale stiamo facendo degli esperimenti– racconta Valentina Console – oltre a dipingere gli scapolari con la pittura a pennello faremo delle tinture naturali per tessuti, con cui tingeremo anche la grande vela, vessillo di questa compagnia che sarà montata sul carro con gli stessi  simboli dello spettacolo: la luna e la rosa”.

Su di un carro – zattera, trascinato per le vie di Brancaccio dagli stessi attori, in scena la vicenda di una compagnia di commedianti per diletto, i “Cilestrini”, composta da una sarta, un’infermiera, un pescatore pensionato, una barista, una postina, un ferrivecchi ambulante e una ragazza considerata un po’ tonta, guidati da una eccentrica capocomica un po’ filosofa, interpretata da  Stefania Blandeburgo. I commedianti ci condurranno dentro una bizzarra storia fra sogno e realtà, quando, avventuratisi con la loro zattera per mare, si perderanno e andranno alla deriva. Spersi ‘ntodesertu du mari, confesseranno paure e speranze, piccoli o grandi nodi che stringono la vita di ciascuno. Nel lieto epilogo, sarà Rosa ‘a luocca, la ragazza considerata tonta, a restituirci, inaspettatamente, il senso di una città che ha cura delle sue memorie e sa coltivare i suoi sogni. Per altre informazioni visitare il sito e le pagine social del Mu.S.Da. e DanisinniLab: www.museosocialedanisinni.it

Nella vita d’ogni navigante prima o poi giunge inaspettata la paura di smarrire la luce dell’approdo.Dopo la disperazione a volte un sogno ci rapisce. Ma sapremo comprenderlo, interpretarlo?Sapremo riconoscere che la nostra salvezza viene dallo sguardo d‘un bambino o d’un idiota?Che le nostre attese sono anche quelle degli altri?Forse ciò che attendiamo richiede un nostro gesto coraggioso. Un sobbalzo del cuore.Per venirne fuori e celebrare con il gioco, infine, il miracolo della vita che rinasce, nell’interiorità enella collettività. Guardando la luna e custodendo la rosa.

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