L’istituto italiano dei castelli onlus, fondato da Piero Gazzola nel 1964, compie 60 anni e sarà festeggiato anche a Taormina, comenel resto d’Italia. Per l’occasione è stato previsto da poste italiane un annullo speciale filatelico. L’iniziativa è organizzata con il patrocinio del ministero della cultura e la partecipazione del council of Europe ufficio di Venezia.
Sono 25 i siti italiani visitabili nel fine settimana dell’11 e 12 maggio. Si tratta di 10 castelli, quattro forti, una torre, una casaforte, otto tra città e borghi e un arcipelago. Un calendario culturale ricchissimo quello previsto, sia nelle grandi città che nei piccoli centri, con visite guidate gratuite, attività di trekking culturali, itinerari speciali, conferenze, concerti, mostre e presentazioni di tesi di laurea.
In Sicilia, è prevista una giornata di visita e studi nel recuperato castello di Taormina patrocinata dalla Regione Siciliana – assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana e organizzata dalla sezione Sicilia dell’istituto italiano dei castelli, in collaborazione con l’assessorato regionale turismo, sport e spettacolo; il comune di Taormina; il comune di Messina; la soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Messina; il parco archeologico Naxos Taormina; il museo regionale di Messina e castello di Taormina®.
Il castello di Taormina o di Monte Tauro è stato edificato nel X secolo, ricostruito tra il XIII e il XIV secolo e da poco riaperto al pubblico, dopo importanti lavori di restauro eseguiti dalla soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Messina.
Domenica mattina la struttura sarà visitabile: la storia e i restauri della fortificazione taorminese saranno illustrati Mirella Vinci, soprintendente per i beni culturali e ambientali di Messina.
Nel pomeriggio, nel palazzo Duchi di Santo Stefano (fondazione Mazzullo) ci sarà l’annullo filatelico che celebra i sessant’anni dalla fondazione dell’istituto. La cartolina filatelica sarà conservata nel museo delle Comunicazioni a Roma e, a seguire, una tavola rotonda dal titolo ‘A 60 anni dall’attività avviata da Piero Gazzola, l’istituto italiano dei castelli, guarda al futuro, il patrimonio fortificato siciliano, progetti e prospettive’ a cura di Fulvia Caffo, consigliere direttivo e referente scientifico dell’istituto Italiano dei castelli sezione Sicilia.
Prevista la partecipazione dell’assessore regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato; dell’assessore regionale al turismo, sport e spettacolo, Elvira Amata e i saluti del sindaco di Taormina, Cateno De Luca. Aprirà i lavori la presidente regionale dell’Istituto Italiano dei Castelli, Maria Vittoria D’Amico Santagati, li concluderà la presidente nazionale della onlus, Michaela Marullo Stagno D’Alcontres.
Il seminario sarà moderato da Biagio Ricciardi, consigliere direttivo della sezione siciliana dell’IIC. Parteciperanno:Mirella Vinci, soprintendente per i beni culturali e ambientali di Messina; Lino Morgante, presidente e direttore editoriale Gruppo GDS SES – ‘Gazzetta del Sud’ e ‘Giornale di Sicilia’; Gabriella Tigano, direttrice del parco archeologico regionale Naxos – Taormina; Orazio Micali, direttore del museo regionale interdisciplinare di Messina; Santo Giacomo Le Grottaglie, capo delegazione di Messina dell’istituto italiano dei castelli; il proprietario del castello di Sant’Alessio, Giovanni Mauro; Fulvia Toscano, direttrice artistica di ‘NaxosLegge’, Maurizio Scaglione, presidente di ‘Centomedia & Lode’, concessionaria del castello di Taormina.
“Ripartiamo dal successo della scorsa edizione e devo dire grazie ai tanti volontari che hanno consentito e consentono l’apertura di sempre più siti nel nostro Paese”, afferma Michaela Marullo Stagno D’Alcontres, presidentessa nazionale dell’istituto italiano dei castelli. “Anche quest’anno – prosegue – contiamo sulla collaborazione di molte istituzioni. È importante il supporto dei mezzi di comunicazione e di tutte le associazioni con le quali abbiamo accordi nazionali, tra le quali l’Asi, l’Unpli e molte altre. L’edizione 2024 rappresenta due traguardi molto importanti, il venticinquesimo anniversario delle giornate e il sessantesimo dalla nascita del nostro Istituto, grazie alla dedizione di Piero Gazzola. Nello stesso anno – ricorda la presidente – lo studioso e soprintendente italiano scrisse la ‘carta internazionale del restauro dei monumenti’, nota anche come ‘carta di Venezia’, della quale parimenti ricorre l’anniversario. Il nostro sodalizio è stato il primo in Italia e tra i primi in Europa ad occuparsi dello studio, della salvaguardia e del riuso delle architetture fortificate: continua ancora nella sua missione originaria, con particolare attenzione alle giovani generazioni. L’istituto italiano dei castelli è presente in 19 regioni italiane, che tutto l’anno danno vita ad un fitto calendario di appuntamenti culturali destinato ai soci ed ai non soci”.
La presidentessa regionale dell’istituto, Maria Vittoria D’Amico Santagati, spiega la scelta di Taormina: “Domenica i visitatori – spiega – avranno l’occasione di vivere un’esperienza oggi inedita. Con emozione potranno ritrovare e rivisitare un luogo per troppo tempo dimenticato, un monumento che viene restituito alla collettività locale e internazionale; eredità da trasmettere soprattutto alle giovani generazioni, alle quali il nostro Istituto dedica particolare attenzione”.
Su quest’ultimo aspetto, la presidente Sicilia, ricorda il premio nazionale per le tesi di laurea ‘Salvatore Boscarino’, istituito dalla Sezione regionale (giunto alla XII edizione) “con lo scopo di sensibilizzare i giovani studiosi verso lo studio delle architetture fortificate, dei sistemi difensivi urbani e territoriali siciliani, anche ai fini del loro riuso e del reinserimento nel tessuto sociale ed economico del territorio di appartenenza. Con profondo compiacimento – conclude Maria Vittoria D’Amico Santagati – auspichiamo un autentico interesse per il mantenimento e la valorizzazione di questo straordinario bene, nel quale storia, cultura e natura trovano insieme la loro massima espressione di armonia”.
Ad illustrare i temi della tavola rotonda, la curatrice del seminario, Fulvia Caffo: “Il ricco patrimonio fortificato della Sicilia costituito da castelli, torri, mura, borghi rappresenta un tesoro inestimabile da proteggere e custodire per la sua bellezza, la sua storia e per il rapporto simbiotico tra natura e cultura”, osserva Fulvia Caffo, “È ormai, quindi, non rinviabile l’esigenza di trasformare questo enorme patrimonio – spiega – secondo solo a quello religioso per qualità e importanza, in opportunità e risorsa per la Sicilia e per lo sviluppo socioeconomico delle comunità, di cui rappresenta la memoria storica e identitaria. Osserviamo che nel mondo aumenta la domanda di bellezza e di ricerca delle proprie radici, il patrimonio castellano siciliano, pubblico e privato, potrebbe costituire una risposta di alta qualità in termini di servizi, di offerta culturale, di conoscenza storica, di fruizione allargata. Cosa, dunque, mettere in campo per intercettarla e guardare al futuro? La tavola rotonda nasce, appunto, con l’obiettivo di promuovere la più ampia riflessione sul futuro del patrimonio castellano attraverso il dialogo tra le diverse concrete esperienze, competenze e punti di vista degli ospiti che vi partecipano”.
“Auspico – commenta Fulvia Caffo – che l’incontro possa generare spunti, riflessioni e suggerimenti su iniziative da intraprendere, congiuntamente tra le istituzioni, le università, le associazioni, i privati, per operare in modo più incisivo a favore della conoscenza, conservazione e valorizzazione del patrimonio fortificato, bene comune”.
Il castello di Taormina, (detto anche castello Regio o del Monte Tauro) è stato edificato nel X secolo e ricostruito tra il XIII e il XIV. Il complesso monumentale sorge sul Monte Tauro a 396 metri sul livello del mare. Ubicato, quindi, in posizione preminente rispetto alla sottostante città di Taormina, sin dalla sua origine ha rappresentato un punto di guardia e di controllo del passo tra la valle del fiume Alcantara e il mare Jonio.
In sinergia con il sovrastante castello di Mola e le fortificazioni urbane di Taormina, delle quali oggi rimangono Porta Messina sul lato nord, Porta Catania sul lato sud e la intermedia, ricostruita, Torre dell’Orologio, la fortezza ha risposto, nel corso della storia, alle esigenze di difesa degli abitanti insediati. Dall’edificio si gode un panorama mozzafiato a 360 gradi. A nord lo Stretto di Messina, a sud la valle del fiume Alcantara e le pendici dell’Etna, sullo sfondo la città di Catania, e ancora, a ovest i monti Peloritani.
Fondato dagli Arabi nel 902 e per questo detto ‘saraceno’, faceva parte del sistema di fortificazioni costruite in tutta la Sicilia in punti naturalmente strategici. Fu ricostruito tra il XIII e il XIV secolo dopo l’arrivo dei Normanni e degli Svevi.
Al Castello si accede attraverso una scalinata intagliata nella roccia, che partendo dalla suggestiva chiesetta della Madonna della Rocca si inerpica fino a raggiungere la porta, a sua volta preceduta da un avancorpo scoperto e presidiato da camminamenti di ronda, ha forma trapezoidale con un imponente mastio. Sul lato sud si erge, su un’alta scarpata, una torre con la garitta per la sentinella e la campana d’allarme. Inoltre, si conservano tracce di alcune scalette che conducevano agli spalti, in origine con merli dei quali una decina ancora visibili, alcune cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, un corridoio sotterraneo usato come deposito di armi e vettovaglie.
Le cortine murarie, completamente cieche, si innalzano all’esterno mediamente per più di quattro metri sul piano di campagna, mentre all’interno, presumibilmente a seguito di crolli, emergono per circa un metro. Entro il recinto murario si identificano alcune giaciture delle precedenti strutture murarie.