Palermo: convegno sulla ZES unica della fondazione Magna Grecia

La fondazione Magna Grecia ha organizzato a Palermo un convegno sulla ZES unica del Mezzogiorno per approfondire e analizzare la riforma sulla Zona Economica Speciale.  L’incontro, ospitato alla Sirenetta di Mondello, ha visto alternarsi diversi relatori, che si sono soffermati sulle opportunità di sviluppo e le criticità di questa riforma.

Dopo i saluti dell’assessore alle Attività Produttive della città di Palermo, Giuliano Forzinetti, che ha sottolineato come “la ZES Unica rappresenti un modello vincente per le nuove sfide che bisogna affrontare e che molto dipenderà dai decreti attuativi, che faranno capire come si muoveranno i Comuni e di conseguenza come agire sulle ZES”, ha preso la parola il presidente della fondazione Magna Grecia, Nino Foti.

“La ZES Unica è fondamentale per lo sviluppo del Mezzogiorno – ha commentato Foti – tuttavia, in questa fase così cruciale, la cosa più importante e preoccupante è la legge che prevede l’approvazione dell’autonomia differenziata”. Ha poi aggiunto, “in caso di approvazione a cosa servirà il PNRR se nel frattempo si sta svolgendo un’attività che di per sé sposterà ingenti somme economiche e finanziarie verso le aree del nord, visto che viene costituzionalizzata la spesa storica e il Paese viene diviso in due? Bisogna ricordare che intese, tra tre Regioni e Stato, erano già state firmate dal Governo Gentiloni, per cui non è solo un problema della destra”.

“Per quanto riguarda la ZES, che deve essere coniugata con lo strumento dei fondi strutturali europei – ha concluso Nino Foti – sarà fondamentale effettuare investimenti sulle competenze e sul capitale umano, attraverso attività di formazione, ma anche sulle infrastrutture. E’, quindi, cruciale la contemporaneità degli interventi e delle scelte oculate del Piano strategico nazionale in corso di definizione”.

Pietro Massimo Busetta, professore ordinario di Statistica economica presso l’università degli studi di Palermo, facendo un excursus sulla storia della ZES ha espresso alcuni dubbi su questa riforma, ma ha anche evidenziato la “strategicità per l’attrazione di investimenti dall’estero e bisogna creare una regia unica dove andate in giro per il mondo ad attirare investimenti”.

In collegamento, Luca Bianchi, Direttore generale SVIMEZ, ha dichiarato: “La Zes Unica funziona con piani ben definiti. Il vecchio modello con 8 zone non aveva mostrato efficienza e velocità.  La Zes unica è una zona economica per il Sud, presenta rischi, ma anche enormi vantaggi. Sarà fondamentale realizzare i piani strategici identificando i settori nei quali intervenire da fare rientrare negli interventi di investimento sostenuti dal credito di imposta. Una mossa che può funzionare solo se accompagnata dalla semplificazione amministrativa fatta a livello centrale”.

Bianchi ha poi espresso preoccupazione sulla riforma dell’autonomia differenziata: “L’autonomia per noi è un tema di interesse e preoccupazione e la nostra posizione è di forte contraddizione alla riforma che sta circolando. Fra due giorni avremo una audizione nella quale esprimeremo i nostri dubbi. Siamo in presenza di due modelli incompatibili. Da un lato, c’è un accentramento delle istanze territoriali e dall’altro una autonomia che rischia di spaccare e frammentare le politiche pubbliche”.

Francesco Saverio Coppola, segretario generale dell’associazione internazionale Guido Dorso, ha invece affermato che “la Zes Unica è realtà sulla quale dobbiamo costruire il futuro. L’economia del Mediterraneo crescerà più della Cina e del Nord Europa e questa è una prima grande occasione”.

Dario Lo Bosco, presidente di RFI, ha evidenziato come “la ZES Unica valorizzi il ruolo della Sicilia, che è piattaforma strategica nel Mediterraneo”. “Si tratta di armonizzare le reti infrastrutturali -ha dichiarato – e, finalmente, come diceva già il libro bianco 2001 dell’Unione europea, realizzare per il trasporto delle merci una intermodalità virtuosa. Bisogna puntare a far crescere le ferrovie e le vie del mare, a una connessione con i porti, ma anche con gli aeroporti, perché ci sono merci che viaggiano con sistema cargo”.

Giuseppe Russello, presidente Confindustria Palermo, ha ricordato come le imprese con le ZES abbiano beneficiato di effetti positivi dopo 5/6 anni dalla loro istituzione e come in termini di attrattività ciò sia penalizzante. “Abbiamo avuto grande accelerazione con la nomina dei commissari straordinari – ha sottolineato – e adesso aspettiamo il piano strategico per vedere cosa accade”.

Nella seconda parte dei lavori è intervenuto in collegamento Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR che ha così commentato: “La ZES Unica rappresenta una grande opportunità per un territorio molto ampio e le proposte di riperimetrazione delle vecchie 8 ZES andavano in direzioni discutibili. Il lavoro che il governo ha fatto con la Commissione europea è stato molto complesso. Non era scontato che la Commissione autorizzasse le ZES, questa scelta rappresenta una grande opportunità, perché si colloca al centro del Mediterraneo. Dal Piano Mattei alla ZES unica, alla revisione del Pnrr, c’è una strategia che come governo abbiamo messo in campo e che guarda ai prossimi anni e ai prossimi decenni e non solo ai prossimi giorni, come è accaduto in passato”.

Hanno poi preso la parola, Giosy Romano, già commissario straordinario del Governo Zes Campania e Zes Calabria, che ha spiegato il funzionamento della Zes unica, ed in particolare, dello sportello digitale e della svolta epocale rappresentata dalla possibilità di realizzare impianti per eventi sportivi e di cultura, Silvia Castagna, membro del Comitato AI del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha parlato del contesto sociale in cui si inserisce la Zes, facendo una fotografia dei territori in cui si inseriscono questi provvedimenti, analizzando i benefici di crescita e Roberto Di Maria, Professore ordinario di Diritto costituzionale, Università degli studi di Enna “Kore”, che ha analizzato la nuova normativa legandola alla riforma del titolo V, mentre Fabio Montesano, AD Fidimed, ha evidenziato il ruolo del credito, con riferimento alla desertificazione bancaria attualmente in atto nel Mezzogiorno, spiegando lo strumento del Fondo centrale di garanzia, per le piccole e medie imprese.

In conclusione il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani e Francesco Saverio Romano, presidente della commissione bicamerale per la Semplificazione che ha evidenziato come la ZES Unica semplifichi i processi di investimento per le imprese.

Il Mezzogiorno – ha aggiunto Romano – necessita di una spinta maggiore affinchè possa essere, insieme al resto del Paese, motore in Europa, anziché zavorra. E noi andiamo in questa direzione, per fare in modo di accorciare la distanza tra gli utenti, le amministrazioni e lo Stato. Con la Zes Unica, questo processo, anche attraverso l’accentramento dei poteri, accorciamo la filiera”.

“La ZES unica sicuramente può essere un’opportunità e lo sarà – ha concluso invece Schifani -. L’importante è che vengano abbreviati, accorciati tutti quei termini che sono strategici per la velocizzazione delle procedure. Lì è la scommessa. Ho condiviso con il ministro Raffaele Fitto l’ipotesi di una ZES unica, cioè tutto il Mezzogiorno. Parcellizzare gli interventi su micro aree avrebbe complicato sempre di più la possibilità di investimenti grazie a una pressione fiscale più ridotta. Adesso abbiamo un quadro più completo. La scommessa è, però, di essere coerenti con la tempistica, quindi la riforma teoricamente va bene, occorre però calarla in una velocizzazione delle procedure, perché altrimenti avremmo fallito. Ma non è nell’intenzione del Governo e neppure del governo regionale, che farà la sua parte.”

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