Caltanissetta: formare i giovani nel mondo digitale, strategie e sfide della pastorale

Lo scorso sabato, 13 aprile, a Caltanissetta si è tenuto un incontro di formazione delle consulte regionali degli uffici per la cultura, le comunicazioni sociali e la pastorale giovanile organizzata dalla conferenza episcopale siciliana. Il tema affrontato è stata: “potenzialità e rischi del web per la pastorale quotidiana”. Questo è stato il punto di partenza per un’attenta analisi dei fenomeni digitali.

All’incontro hanno partecipato: Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della CESi; don Gaetano Gulotta, direttore dell’ufficio regionale per la pastorale giovanile e don Arturo Grasso, direttore dell’ufficio regionale per le comunicazioni sociali. Da remoto sono intervenuti: Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani, delegato dell’ufficio regionale per i giovani e il vescovo di Siracusa, Francesco Lomanto, delegato dell’ufficio regionale delle comunicazioni sociali. I due momenti formativi sono stati condotti da don Fortunato Di Noto, responsabile del centro ascolto regionale della CESi e dall’ispettore della polizia di Stato, Luigi Lombardo.

Don Fortunato, fondatore e presidente dell’associazione Meter che da 35 anni si occupa di intervenire in difesa dei minori, ha introdotto il primo dei due temi: “l’uso dei social nella pastorale nelle nostre realtà ecclesiali: vantaggi e svantaggi”. A colpire sono principalmente i dati che emergono dal report che l’associazione Mter ha presentato per il 2023 e che mostra come il numero di abusi su minore non solo è in crescita, ma travalica i confini del reale e si spinge su internet. Dal dark web ad archivi compressi, sono numerose le cartelle segnalate alla polizia postale che contengono foto e video di minori.

Il report ha inoltre evidenziato come molti sono anche i giovani disabili che vengono contattati sui social network, circuiti e indotti alla realizzazione di materiale pornografico. In questi giovani e giovanissimi, che già per naturale condizione versano in situazione di vulnerabilità, è purtroppo sempre più presente il fattore abusante, anche legato alla scarsa o inesistente capacità di comunicare le proprie esperienze e i propri disagi.

Ancora l’accento è stato posto sul fenomeno della “pedomama”, ovvero quando le donne, spesso madri, abusano sessualmente o permettono che qualcuno abusi dei neonati. Non secondario l’aumento dei casi in cui siano minori ad abusare di altri minori, in violenze spesso di gruppo.

“Come comunità – dichiara il vescovo Raspanti – il nostro obiettivo deve essere quello di assicurare che i giovani non solo navighino in sicurezza, ma anche che trovino in internet uno spazio per esprimere le loro potenzialità, scoprire opportunità educative e stabilire connessioni umane positive. Vogliamo garantire che i giovani siano equipaggiati per affrontare le sfide del mondo digitale, mantenendo un equilibro tra innovazione e tradizione”.

Oggigiorno a dare un contributo negativo a questa realtà è anche il fenomeno dell’IA, capace di modificare immagini e rendere un innocente bambino protagonista di foto scandalose e sessualmente allettanti. La società – ha ribadito don Fortunato – deve essere più consapevole che il dramma c’è e devasta ogni anno centinaia di minori. Solo azioni preventive e sensibilizzanti, unite a quelle formative, possono ridurre il fenomeno e portarlo alla sua scomparsa”.

Di “Buone prassi di prevenzione online e offline” ha parlato invece il Luigi Lombardo, ispettore della Polizia di Stato. Nel suo intervento, puntuale e dettagliato, ha riportato la sua esperienza personale. Gli spunti di prevenzione proposti sono sicuramente tanti, ma resta fondamentale conoscere la realtà del web in cui i giovanissimi vivono. Dalle challenge che mettono a repentaglio la loro vita al bisogno di accettazione sociale: tutto si riversa in contenuti social. L’approvazione, il disagio, il non sentirsi abbastanza, l’aver bisogno di farsi parte di qualcosa spingono ogni giorno centinaia di giovani a mettersi a nudo davanti ad uno smartphone, a scoprire i propri limiti con sfide sempre più pericolose e letali che conducono alcuni di loro alla morte.  Il valore della vita stessa diventa un dato relativo alla possibilità di raccogliere qualche like in più.

 

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