Sicilia: sanità, dati drammatici per le famiglie

“Difficoltà di accesso alle cure mediche pubbliche tra liste di attesa con tempi biblici e lunghissime trafile per prenotare visite o altri tipi di servizi che non saranno espletati prima di svariati mesi, se non nell’anno successivo. Una situazione drammatica che devono affrontare migliaia di persone costrette sempre più spesso a ricorrere alle prestazioni offerte dalla Sanità Privata le quali per altro hanno costi rilevanti e chi non può permettersi quello che sta diventando un vero e proprio “lusso”, è costretto a ricorrere a finanziamenti oppure, nel caso dei più indigenti, a fare a meno delle stesse cure mediche”.

Queste le parole del segretario regionale dell’associazione dei consumatori Centro per i Diritti del Cittadino- “CODICI SICILIA” Avv. Manfredi Zammataro che commenta il 21°rapporto “Ospedali & Salute”, promosso dall’Associazione italiana ospedalità privata e realizzato in collaborazione con il Censis, e le stime di “facile.it” secondo le quali in Italia, nel 2023, il 42% dei pazienti con redditi più bassi, ovvero fino a 15mila euro, è stato costretto a procrastinare o a rinunciare alle cure sanitarie nell’impossibilità di accedere al Servizio Sanitario Nazionale e di sostenere i costi della sanità privata. La richiesta di prestiti per far fronte alle spese mediche appare aumentata del 6,6% rispetto al 2022. Il quadro non migliora in Sicilia dove, nel 2023, le richieste di prestiti personali (in media oltre 5.000 euro) per sostenere le spese sanitarie hanno rappresentato quasi il 4% del totale dei finanziamenti erogati nella regione.

Sono dati drammatici che devono far riflettere perché, se non si inverte il trend, il concreto rischio è che la sanità italiana si avvii verso un modello americano dove la salute ed il diritto alla cura sono considerati non un diritto fondamentale di ogni individuo, cosi come sancito dalla nostra costituzione, ma un lusso. Il dato inoltre diventa ancora più inquietante – prosegue Zammataro- se si pensa che in Sicilia vivono migliaia di famiglie che si trovano in una situazione di sovraindebitamento, perché economicamente fragili in quanto monoreddito o precari, che non riescono a far fronte alle spese quotidiane come pagare le bollette o fare la spesa. Certamente questi cittadini non saranno in condizione di ricorrere alle cure a pagamento della sanità privata, ma nel SSN l’attesa media – secondo la recente indagine commissionata da Facile.it- è di quasi tre mesi. È evidente che tale situazione comporti per questi soggetti una sovraesposizione dal punto di vista finanziario che, nella migliore delle ipotesi, porta al sovraindebitamento e, nella peggiore, a rinunciare alle cure con ulteriori costi sociali che inevitabilmente peseranno sull’intera collettività”.

Sul punto però – continua Zammataro – è importante ricordare che esiste il D.Lgs. n. 124 del 1998 il quale, all’art. 3, prevede espressamente che qualora l’attesa della prestazione medica si prolunghi oltre il termine fissato, il cittadino possa richiedere che la prestazione sanitaria venga resa in ambito privato ponendo a carico del Servizio Sanitario Nazionale l’intero costo della prestazione. Raccogliamo giornalmente segnalazioni da parte dei cittadini sui problemi di difficoltà di accesso alle cure mediche nelle strutture pubbliche, ma – conclude Zammataro- registriamo che solo in pochi conoscono i propri diritti”.

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