Acireale (Ct): la diocesi diventa più social

Ad Acireale, nel catanese, la diocesi diventa social. Gli utenti potranno accedere ai canali social diocesani attraverso il QR-Code che permette di accedere rapidamente ad informazioni, senza la necessità di digitare manualmente informazioni o URL. Lo comunica l’ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Acireale, guidato dal direttore-giornalista, don Arturo Grasso e coadiuvato da Chiara Costanzo, competente in comunicazione web e social media, nell’ambito delle festività pasquali.

“Il ruolo dei social media nella chiesa ha un impatto significativo su diversi aspetti – dichiara don Arturo Grasso – La riflessione sull’impatto dei social media sulle relazioni tra la chiesa e la società è significativa e complessa allo stesso tempo. È importante riconoscere che, nonostante il digitale e i social media siano di notevole interesse nell’ambito ecclesiastico e nella società in generale, lo splendore delle relazioni umane autentiche e significative non possono essere sostituite dal virtuale”.

I social media nella relazione tra chiesa e società sono più rilevanti negli ultimi anni e per questo la diocesi acese ha deciso di “abitare” in maniera considerevole gli spazi digitali perché offrono l’opportunità di testimoniare la propria fede in modo innovativo e creativo: l’evangelizzazione 4.0. tuttavia, l’uso dei social media da parte della chiesa non è esente da sfide. La visibilità e l’esposizione ai diversi punti di vista sui social media può anche portare a conflitti e divergenze.

Le persone possono mostrare idee contrastanti o critiche nei confronti della chiesa e dei suoi insegnamenti. Le discussioni online possono diventare polarizzate e divisive. È possibile che nascano rischi di fraintendimenti o malintesi su varie questioni. Inoltre, anche con l’avvento dell’intelligenza artificiale i social media sono, purtroppo, anche strumento per diffondere messaggi contrastanti o informazioni errate.

I social media, però, d’altro canto, sono importanti per partecipare al dibattito pubblico su questioni sociali e morali quali la giustizia sociale, la pace, la solidarietà e la cura dell’ambiente incoraggiando i fruitori a partecipare attivamente anche attraverso testimonianze personali, condivisione di esperienze e promozione di opere di carità e giustizia sociale .

“L’uso dei social media da parte della chiesa – dichiara Chiara Costanzo – comporta una responsabilità particolare nel comunicare in modo accurato e rispettoso, evitando la diffusione di disinformazione o contenuti dannosi. Ci sono anche rischi di abusi o comportamenti inappropriati sui social media che possono danneggiare la reputazione della chiesa e minare la fiducia dei fedeli”.

In conclusione, i social media rappresentano sia opportunità che sfide. La chiave per un uso efficace dei social media da parte della chiesa è una comunicazione autentica, trasparente e rispettosa che rifletta i valori evangelici di amore, verità e bellezza.

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