Il sacro “tremendo e fascinoso”, nel tripudio simbolico della processione del venerdì Santo a Taormina, nel messinese, – “liturgia” condivisa da una comunità sempre nuova, sinodale, ovvero in cammino, che vede protagoniste le “donne” della congregazione del varo’; disvelato ai giornalisti e ai curiosi, giunti numerosi da vari centri della Sicilia, alla scoperta di una tradizione unica nel suo genere.
La seconda edizione del seminario “Le donne di Taormina nella processione del venerdì Santo”, destinato alla formazione dei giornalisti ed apertoal pubblico, si è svolta giovedì 18 marzo centrando in pieno gli obiettivi, suscitando grande interesse e una qualificata partecipazione. Il corso è stato promosso dall’ordine dei giornalisti di Sicilia e dal consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti, organizzato dall’Ucsi Sicilia e ospitato nella chiesa di San Giuseppe di Taormina.
“Il valore e la novità dell’evento” è quanto ha voluto sottolineare in apertura don Paolo Buttiglieri, docente di comunicazione sociale, dell’università pontificia salesiana, giornalista, responsabile del progetto. La processione dei misteri di Taormina, ha affermato, “unica nel suo genere, è caratterizzata da suggestivi spunti simbolici di natura religiosa e culturale. E la novità di quest’anno è il proagonismo delle donne della congregazione del Varò. Il ruolo e il valore della donna nell’universo simbolico del sacro, nell’immaginario antropologico e sociale. I volti delle donne, immortalati dalla fotografia, dalla poesia, dalla prosa, nella suggestiva cornice del venerdì Santo”.
Il progetto di formazione era stato avviato nel 2014 dall’Ucsi Sicilia, unione cattolica stampa italiana in collaborazione con l’ordine dei giornalisti di Sicilia, si proponen di offrire strumenti utili ai giornalisti ai fini di una comunicazione efficace degli eventi legati al sacro e alle tradizioni di cui si fregia la Sicilia. Incontrare il territorio al fine di scandagliare le antiche radici storiche, antropologiche, sociali e religiose, per comunicare, ovvero mettere in relazione passatoe presente, e costruire un futuro alla stregua della ricchezza che afferisce dal passato.
A tenere una relazione sul tema sarà Mario Bolognari, già ordinario di antropologia culturale all’università di Messina, già sindaco di Taormina. A fronte della partecipazione complementare della donna, nelle tradizioni plurisecolari ( i portatori uomini, ledonne che accompagnano), il caso delle donne di Taormina ha delle peculiarità. Il “silenzio”, innanzitutto, esempi similari si riscontrano in Calabria, con la connotazione di mesta disapprovazione. Una processione identificante, comunitaria, che coinvolge i più deboli: le donne. Un protagonismo delle donne caratterizzato dalla presenza di regole che assicurano il prosieguo della tradizione, nella continuità e stabilisce gerarchie, non codificate, ma stabili, ogni tanto messe in discussione, che segnano quasi dei riti di passaggio.
Tale processo genera una stratificazione della memoria, e citando E. De Martino, sottolinea l’importanza del villaggio (paese, quartiere, gruppi di appartenenza) luogo dove si sviluppano le regole e le gerarchie del gruppo sociale. Solo chi ha un “villaggio” nella memoria può avere una visione cosmopolita. Nel villaggio conosciamo tutto e il contrario di tutto, che amiamo riscoprire quando ritorniamo. Molti emigrano, per fuggire dalla città turistica, ma se non trovano la strada del ritorno, incappano nello “spaesamento”.
La struttura dell’appartenenza alla Congregazione del Varò segue la “catena generazionale”, e si amplia per “stratificazione”. Il “protagonismo”, ancora, è una importante fonte di “cambiamento sociale”, le donne crescono e ampliano la loro capacità professionale e lavorativa. “La società taorminese ha cambiato la processione e la processione ha cambiato la società taorminese”.
Il luogo dell’elaborazione del lutto dedicato alle donne è il “Santuario della Madonna della Rocca”. Sacrario che ancora custodisce le foto dei “militari in guerra”, le preghiere per chi era partito, e le preghiere per il ritorno: “Madonna mia, fa’ che torni da me”. Tema che ritroviamo in un romanzo della letteratura di fine ‘800 inglese.
Don Paolo Buttiglieri ha focalizzato il suo discorso sul rapporto tra la donna e il sacro. La donna e il sacro negli anfratti del tempo che scorre inesorabile, segnato dalle gesta umane. La donna “discepola segreta”, eletta nei vangeli di Gesù, come portatrice e testimone fedele del Mistero. La donna accanto a Cristo, nella Passione, sotto la Croce, madre della chiesa e del dolore, nel sepolcro dopo la morte e annunciatrice della notizia sconvolgente della resurrezione.
Vincenzo Caruso, giornalista Ucsi, ha declamato un suo componimento: “Buio e silenzio a Taormina”. Marcello Strano, invece, giornalista cinematografico, fotoreporter, ha presentato un breve video della processione con scatti dell’edizione del 2023. La professoressa Mirella Bolognari, docente di storia dell’arte, scrittrice e artista ha aperto il seminario con una immersione plurisensoriale, mediante le parole e la musica, nelle atmosfere del venerdì Santo, facendoci incontrarei volti delle protagoniste.
Infine, l’incontro con Ernesto De Luna, presidente dell’associazione fotografica Taoclick di Taormina; Roberto Mendolia, vicepresidente; Alfio Barca, segretario che, a nome dell’associazione, ha presentato lamole di attività dell’associazione condotte nel territorio siciliano e oltre, al fine di scandagliare un patrimonio sommerso, tante volte chiuso alla conoscenza perché recluso in luoghi non aperti al pubblico. Il segretario dell’ASsostampa di Messina, a nome della categoria dei giornalisti, ha sottolineato l’importanza dei momenti di formazione che hanno una ricaduta significativa dal punto di vista deontologico e culturale, come questa.
L’associazione Fotografica Taoclick di Taormina ha presentato, in anteprima, il video fotografico “Taormina – le donne dell’Addolorata”, molto apprezzato dai presenti.