In Sicilia ci sarà bisogno di 260.000 unità tra ingegneri e tecnici per il settore delle rinnovabili. A cercarli è Sicindustria. Si potranno inviare i curricula alla mail palermo@unimpiego.it.
Sicindustria e consulenti del lavoro hanno deciso di creare una banca dati per fare incontrare domanda e offerta di impiego. “Nel mercato del lavoro oggi le parti in Sicilia si sono invertite: i giovani offrono lavoro e le imprese cercano lavoratori. Ma la realtà è ben lontana dal soddisfare queste esigenze: le imprese, soprattutto nel campo della transizione ecologica e digitale, hanno un disperato bisogno di tecnici, ma non ne trovano. E Unioncamere stima che quest’anno le imprese in Sicilia avranno bisogno di assumere circa 260mila unità di personale.
Per questo come Sicindustria abbiamo un portale, Unimpiego, che favorisce l’incontro fra domanda e offerta di lavoro e anche indicazioni al mondo della formazione per rendere la preparazione dei giovani aderente alle nostre esigenze. E ora con i consulenti del lavoro abbiamo deciso di creare una banca dati che favorisca l’incontro fra domanda e offerta di lavoro”.
Ad annunciarli è stato Luigi Rizzolo, presidente di Sicindustria, intervenendo oggi a Palermo al convegno della Fondazione nazionale consulenti del lavoro. Rizzolo ha aggiunto: “Per il settore delle energie rinnovabili, le nostre imprese ricercano urgentemente tecnici diplomati dagli istituti tecnici professionali e dagli Its, e, soprattutto, ingegneri: non tanto ingegneri civili, quanto elettrici, elettromeccanici e industriali, e persino ingegneri aerospaziali che intervengono nella gestione e manutenzione degli aerogeneratori delle pale eoliche. I curricula vanno inviati all’indirizzo e-mail palermo@unimpiego.it ”.
Il presidente di Sicindustria, però, ha avvertito: “Quello della banca dati è solo un primo passo, perché è un fatto reale che i giovani che si presentano nelle imprese o non hanno una preparazione adeguata, o non hanno esperienza, e con organici all’osso e tante commesse da realizzare, le aziende non hanno il tempo di formarli sul posto di lavoro. Questo accade – ha spiegato Rizzolo – perché la filiera non funziona: i programmi didattici sono obsoleti, non sono previsti periodi di esperienza sul campo e, peggio ancora, le famiglie hanno ancora la convinzione che i loro figli debbano seguire il percorso degli studi classici, col risultato che poi i ragazzi o non trovano lavoro o sono costretti ad andare fuori Isola.
Occorre che le famiglie abbandonino questa idea sbagliata, che comprendano che le professioni tecniche oggi assicurano ottime possibilità di sbocco lavorativo, e che il mondo dell’istruzione e formazione si orienti verso le esigenze urgenti del tessuto produttivo”.
L’assessore regionale al Lavoro, Nuccia Albano, ha spiegato che “l’istituzione dell’Osservatorio del mercato del lavoro ci ha consentito di ottenere indicazioni utili a migliorare le nostre politiche attive del lavoro per rendere più efficaci le azioni formative e rafforzare le misure per l’inserimento nel mercato del lavoro. Abbiamo già avviato una prima azione: l’apertura di sportelli dei Centri per l’impiego presso i piccoli Comuni, soprattutto quelli montani e lontani dai grandi centri urbani, che apriranno una volta a settimana con l’obiettivo di offrire i servizi per l’impiego anche ai giovani di questi territori. Ciò risponde ad una precisa richiesta che ci è arrivata dai sindaci”.
“La fondazione nazionale consulenti per il lavoro – ha aggiunto il presidente Vincenzo Silvestri – è attiva in Sicilia per aiutare le istituzioni, le imprese, e in particolare Sicindustria con l’accordo odierno – nell’opera di selezione delle figure professionali ricercate. E’ una sinergia che sta producendo i primi risultati e che consente alla Sicilia di voltare pagina nella gestione del mercato del lavoro”.
Concreta l’esperienza portata avanti dai consulenti del lavoro di Palermo: “Con il Comune di Palermo – ha riferito il presidente Antonino Alessi – stiamo realizzando un progetto di recupero degli antichi mestieri della metalmeccanica di precisione, come tornieri, orafi e orologiai, perché è forte la richiesta di queste figure professionali ormai introvabili. L’obiettivo è quello di offrire voucher e rimettere in campo gli anziani che custodiscono la conoscenza di questi mestieri, perché possano formare le nuove leve. La sfida è quella di riuscire a parlare ai giovani usando il loro linguaggio, sia per offrire loro gli sbocchi che desiderano, sia per convincerli del fatto che anche questi mestieri possono garantire un futuro”.
Sebastiano Cappuccio, segretario generale della Cisl Sicilia, è tornato a chiedere che il governo regionale convochi le parti sociali per un confronto sulla programmazione dei fondi del “Pnrr” e delle Politiche di coesione: “Abbiamo le analisi – ha detto Cappuccio – e siamo in grado di dire cosa chiedono i giovani e le imprese. Bisogna affrontare l’emergenza lavoro mettendo insieme tutte le risorse e programmandole e usandole con condivisione e responsabilità in base a ciò che serve, come il digitale e il green, dicendo ai giovani dove possono collocarsi invece di andare via”.
Luisella Lionti, segretario generale della Uil Sicilia, ha sottolineato che “la formazione è fondamentale per preparare i giovani al mondo del lavoro, per recuperare chi lascia la scuola o non va all’università, per il reinserimento delle figure professionali nei settori che cambiano. L’iniziativa di oggi dei consulenti del lavoro è un primo momento di ascolto e confronto. Il problema dell’inverno demografico in Sicilia va affrontato aiutando le famiglie e i giovani che vogliono un lavoro qualificato in base a ciò che hanno studiato, sì con la flessibilità che chiedono le imprese, ma anche con contratti continuativi e con retribuzioni dignitose”.
Il presidente nazionale dei consulenti del lavoro, Rosario De Luca, ha concluso: “Esiste un disallineamento tra offerta formativa e mercato del lavoro, che produce l’inoccupabilità di oltre il 40% dei laureati. Da un lato bisogna intervenire sull’offerta formativa universitaria perché oggi si sa che ci sono alcune facoltà che non assicurano uno sbocco lavorativo, senza trascurare gli istituti tecnici per cogliere l’enorme occasione delle transizioni; dall’altro lato occorre che i giovani si impegnino attivamente nel continuo adeguamento delle proprie competenze e nella ricerca di un lavoro, così come prevede l’articolo 4 della Costituzione, senza cedere alla tentazione del vivere con i sussidi pubblici”.