Servono maggiori controlli e scoprire le complicità che fanno introdurre in Italia, attraverso i porti della Sicilia e della Calabria il grano coltivato con il glifosato. A dirlo è l’imprenditore agricolo di Ispica, Pippo Gennuso, titolare dell’omonima azienda, aderente alla Coldiretti.
“Aver visto il Tir a Pozzallo che scaricava il grano essiccato proveniente dal Canada provoca rabbia e sconcerto – dice l’imprenditore – Tutti sanno che il glifosato è vietato in Italia ed in tanti Paesi europei, perché ritenuto cancerogeno. Ma riesce a superare barriere ed ostacoli, perché dietro al frumento d’importazione c’è un business di non poco rilievo. Per fermare questo scempio – aggiunge Gennuso – servono controlli severi, non soltanto da parte della Regione siciliana, ma di tutte le forze dell’ordine e poi stanare quei depositi di stoccaggio per poi finire nei panifici e nei pastifici di tutta la Penisola. In questa triste situazione a farne le spese sono i produttori siciliani, ma anche i consumatori, che dovrebbero sapere e conoscere ciò che mangiano. Occorre un freno a questa concorrenza sleale”.
Gennuso ricorda che il presidente nazionale della Coldiretti, Ettore Prandini, è stato esplicito nella riunione di ieri a Bruxelles, al Consiglio dei Ministri agricoli dell’Ue affermando ” un netto stop all’ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano i nostri stessi standard garantendo il principio di reciprocità delle regole. Non possiamo più sopportare questa concorrenza sleale, che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole”.
Secondo il presidente nazionale – aggiunge Gennuso – occorre lavorare per aumentare la produzione agricola agendo sul fronte dell’innovazione, con nuove tecnologie di miglioramento genetico per recuperare in termini di sostenibilità e quantitativi e su quello dei contratti di filiera, fondamentali per aumentare il livello di aggregazione dell’offerta”.
Sul tema del grano, d’accordo con Prandini – conclude l’imprenditore siciliano – che ha detto di fermare l’importazione del frumento. Da quello di Putin a quello del Canada. Un affare per pochi ‘potenti’. Il cibo straniero importato dall’Italia ha creato nel 2023 un business di 65 miliardi di euro”.