Il centro studi Feliciano Rossitto di Ragusa, venerdì 9 febbraio alle 18.00, ospiterà l’incontro su Ranuccio Bianchi Bandinelli con l’archeologo Giovanni Di Stefano, già direttore del parco di Camarina e professore all’università della Calabria e di Roma Tor Vergata. Titolo dell’iniziativa è “Ranuccio Bianchi Bandinelli. Un marxista e l’arte antica. Alla ricerca di un maestro”.
L’iniziativa culturale è resa possibile grazie alla sinergica collaborazione del centro studi Feliciano Rossitto, presieduto da Giorgio Chessari con l’archeoclub d’Italia, sezione di Ragusa, presieduto da Enzo Piazzese.
Ranuccio Bianchi Bandinelli, natoa Siena nel 1900 e morto a Roma nel 1975, è stato uno dei maggiori archeologi e intellettuali italiani del Novecento. Si è laureato in lettere a Roma nel 1923 con una tesi in archeologia. Archeologo di fama mondiale, insegnò storia dell’arte greca e romana nelle università di Cagliari, Groningen, Pisa, Firenze e Roma .
Direttore generale delle antichità e belle arti, membro dell’accademia dei Lincei, diresse la scuola nazionale di archeologia e la pubblicazione dell’enciclopedia dell’arte classica e orientale. All’attività di studio, come autore di ricerche specialistiche e docente universitario, ha sempre associato un diretto impegno civile e militante nell’amministrazione dei beni culturali e nella diretta partecipazione politica come esponente di spicco del partito comunista. Ha svolto opera di informazione presso il largo pubblico attraverso la direzione di enciclopedie e volumi a grande diffusione. Morì il 17 gennaio del 1975.
Tra le sue opere: Storicità dell’arte classica; Organicità e astrazione; Archeologia e cultura; L’arte etrusca; La pittura antica; Dall’ellenismo al medioevo; Diario di un borghese. Il fondo archivistico di Ranuccio Bianchi Bandinelli è conservato presso l’Archivio di Stato di Siena.