È stata inaugurata ieri pomeriggio, 17 gennaio, a Catania, nelle sale della galleria d’arte moderna di via Castello Ursino, la mostra “Tra figurazione e segno. Incisione e incisori dell’accademia di belle arti di Catania 1968-2023”. L’esposizione resterà aperta al pubblico fino al 17 marzo ed è stata curata dalla storica dell’arte e docente Abact Laura Ragusa, in compartecipazione con il comune di Catania.
All’inaugurazione hanno preso parte il sindaco di Catania, Enrico Trantino; la presidentessa Abact, Lina Scalisi; il direttore Gianni Latino e la curatrice. La mostra conta circa 70 incisioni che ricostruiscono la storia della scuola di grafica dell’accademia etnea a partire dal contributo del suo fondatore Nunzio Sciavarello.
L’esposizione, però, fa parte di un più ampio progetto di ricerca intitolato “Generazione anni 60-70. Fondatori e accademie di belle arti in Italia ai tempi della contestazione”. A cura di Vittorio Ugo Vicari e Gianni Latino, promosso da Abact e sostenuto dal MUR (Ministero Università e Ricerca), il progetto è articolato in due giornate di studi (18 e 19 gennaio, nella sede Abact di via Franchetti) e indagherà, con il contributo di studiosi e testimoni del tempo, una stagione straordinariamente dinamica della formazione artistica superiore in Italia: quella che, nell’arco di un decennio, rispondendo a una naturale istanza da parte delle comunità, vide la nascita delle cosiddette “Giovani Accademie” a Lecce, Reggio Calabria, Urbino, Catania, L’Aquila, Bari, Foggia, Frosinone, Macerata e degli ISIA, ovvero gli Istituti Superiori per le industrie artistiche. Interverranno i direttori delle Accademie coinvolte insieme a vertici ministeriali, storici dell’arte, architetti, filosofi e saggisti.
In mostra alla GAM per “Tra figurazione e segno” le opere di decine di autori italiani e stranieri e fra loro molti maestri dell’Accademia di Urbino – alcuni dei quali su invito del fondatore Nunzio Sciavarrello insegnarono anche a Catania come Bertoni, Ceccacci, Polisca, Toccacieli) per i quali Leonardo Sciascia nel 1982 ebbe a dire: “E bisognerà, una volta o l’altra, tentare un discorso sulla congenialità dei marchigiani a questo mezzo d’espressione semplice ed arduo che è l’acquaforte”.
Tra incisioni, serigrafie, acqueforti e acquetinte – alcune giunte dal Giappone, dagli Stati Uniti, dall’Argentina, dalla ex Jugoslavia e da tutti i Paesi europei – le opere selezionate dalla curatrice, Laura Ragusa, sono il frutto di un meticoloso quanto complesso lavoro di catalogazione e ricognizioneBrancato, Freiles, Greco, Guccione, Indaco, Russo, Zarco e lo stesso Milluzzo, autore anche delle stampe; e opere di docenti della Scuola di Incisione dal 1968 ad oggi.
Chiude l’allestimento una sezione sperimentale e ad alto contenuto tecnologico curata da docenti e studenti del corso NTA (Nuove tecnologie dell’Arte) dell’Accademia di Catania: un’esperienza immersiva con visori VR (realtà virtuale) per entrare “dentro” l’opera dell’ungherese Arnold Gross “Piccola città italiana” (1968), un universo di personaggi colti nella routine della quotidianità tra vicoli, balconi e finestre, tutti da esplorare in 3D con una sonorizzazione spazializzata.
Mentre per il mondo della scuola, per le famiglie e i gruppi, l’Accademia ha predisposto una ricca proposta di laboratori didattici a cura degli studenti e dei cultori e che potranno essere prenotati via email scrivendo a generazione60@abacatania.it
VISITE: dal lunedì al giovedì 9.30-13.30, da venerdì a domenica 9.30-19.30. Ingresso gratuito.