Anche quest’anno la sede nissena di SiciliAntica organizza il consueto Convegno annuale di Studi sulla Sicilia antica. Quella del 2023 sarà però un’edizione speciale perché SiciliAntica Caltanissetta festeggia il suo ventesimo compleanno. La sede locale dell’Associazione, infatti, opera nel territorio nisseno da ben venti anni (2003-2023) con iniziative finalizzate alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale.
Il tema prescelto per celebrare degnamente questa importante ricorrenza “Ad aquam orantes. Il culto delle divinità acquatiche nella Sicilia antica” vedrà impegnati a Caltanissetta domenica 22 ottobre nella Sala Morici della Fondazione Sicana numerosi specialisti per discutere di un argomento senza dubbio affascinante e sicuramente sempre attuale se si considera che l’acqua è ritenuta, sin dai primordi dell’umanità, l’emblema della vita.
Essa ha infatti tutte le caratteristiche del sacro, dove convivono gli opposti: la purezza e la fertilità, la morte e la distruzione, la memoria e l’oblio. Nell’acqua si distinguono due principi antitetici: il maschile e il femminile, le acque in movimento che scendono dal cielo a penetrare nel grembo della terra, e quelle che sgorgano, limpide, dalle sorgenti a portare la fertilità a tutto il territorio circostante o che ristagnano, immote, in luoghi paludosi e mefitici dove, secondo il folklore popolare, abitano streghe e nefaste divinità. Dai nessi simbolici, epocali e legati alle civiltà si snoda una narrazione opulenta di riferimenti.
In concomitanza con l’avvio dell’economia produttiva dell’Età della pietra l’acqua diventa oggetto di culto: il rigoglio dei campi veniva letto come l’intervento di una mano divina. Vasi preistorici ritrovati in alcune grotte consoliderebbero la teoria della sacralità dell’acqua e l’esistenza di riti di tipo agrario e ctonio. Più avanti saranno le monete a testimoniare l’importanza dell’acqua nelle società antiche, anche i miti greci svelano questo l’intensità del rapporto vita-acqua.
Anche in Sicilia il culto di divinità fluviali, spesso personificazioni maschili di sorgenti e fiumi, così come il culto di divinità femminili legate agli stessi aspetti della natura e simili alle Ninfe delle acque, come le Naiadi greche, doveva essere presente molto tempo prima dell’arrivo dei Greci nell’isola, per il carattere prevalentemente pastorizio e agricolo delle popolazioni indigene che godevano dei benefici derivanti dall’utilizzo di sorgenti e fiumi. Ecco perché non era inconsueto ricorrere alla personificazione, sia maschile che femminile, di sorgenti e fiumi, anche se in seguito il sopravvento della religione greca portò alla perdita delle caratteristiche indigene del culto, sostituite da quelle prettamente elleniche. Tutti i principali fiumi della Sicilia erano personificazione di un dio o di una ninfa, anche se, della maggior parte di essi, sono rimaste solo poche tracce nella letteratura classica ed in qualche antica moneta.
Questo aspetto doveva probabilmente riguardare il fiume Anapo a Siracusa, il Simeto a Catania, di cui si sa solo che la Ninfa che lo personificava era considerata, a sua volta, la madre del dio fluviale Aci, l’Heloros (l’attuale Tellaro), il fiume Agrakas che diede il nome all’omonima città e ad altri fiumi della Sicilia. Ma nell’isola erano onorate anche divinità marine e/o protettrici dei naviganti come Poseidone-Nettuno, Afrodite-Venere, Era-Giunone. Così molti santuari nascevano sulla costa, in prossimità del mare oppure nei pressi di sorgenti o fiumi. Il potere dell’acqua, con l’avvento del Cristianesimo, passerà, poi, da un ambito magico-terapeutico a quello religioso e miracoloso.
Il Convegno, che gode del Patrocinio delle Istituzioni pubbliche, si articolerà in due sedute; la prima, con inizio alle ore 09,00, prevede dopo i saluti di Giuseppe Di Forti, Presidente della Fondazione Sicana e delle Autorità, la presentazione del Convegno da parte di Stefania D’Angelo, Presidente di SiciliAntica Caltanissetta e del volume degli atti del XVIII Convegno di studi, “Palaia pharmaka. La medicina in Sicilia dalla Preistoria al Medioevo”, da parte di Simona Modeo, Vicepresidente regionale di Sicilia antica, gli interventi di Claudia Portaro, Eleonora Lena, Valentina Vittori, Francesco M. Galassi, Massimo Cultraro, Anita Crispino, Susanna Saderi, Claudia Portaro, Manuel Destro Pastizzaro, Mimmo Chisari, Saverio Scerra, Gianni Insacco, Dario Puglisi, Giuseppe Terranova, Elisabetta Tramontana, Lorenzo Guzzardi, Maria Teresa Magro, Ferdinando Maurici, Valentina Purpura, Carmela Bonanno, Annamaria Seminara, Rosalba Panvini, Marco Miano.
Nella seconda, con inizio alle 15,00, relazioneranno Pietro Piazza, Giancarlo Germanà Bozza, Giuliana Maria Amata, Maria Rosy Pergola, Giovanni Di Stefano, Elena Minnì, Salvatore Virzì, Angelo Cutaia, Barbara Cavallaro, Emidio Sarpietro, Antonino Filippi, Angelo Vintaloro, Maria Lucia Guarneri, Valentina Festa, Roberto Naro, Salvatore Distefano, Giacomo Cavillier, Paolo Daniele Scirpo e Marta Fitula. Seguirà il dibattito.
Nel corso dell’evento sarà premiata Gabriella Glorioso, alunna dell’Istituto comprensivo “V. Guarnaccia” di Pietraperzia, vincitrice del Concorso grafico-pittorico per la realizzazione della locandina del XIX Convegno. Inoltre, per l’occasione, saranno disponibili gli Atti del XVIII Convegno di Studi editi dalla Lussografica. Il comitato organizzatore è costituito da Pietro Alba, Alessio Amico, Massimo Arnone, Cinzia Caminiti,
Filippo Cammarata, Calogero Cammarata, Silvana Chiara, Stefania D’Angelo, Salvatore Difrancesco, Calogero Giordano, Simona Modeo, Giuseppe Sardo.