“Il caso Martoglio. Un misfatto di Stato alla vigilia del fascismo”. Il libro di Luciano Mirone, sarà presentato domenica 15 ottobre alle 18.00 a palazzo Milio a Ficarra, centro nebroideo del messinese.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco, Basilio Ridolfo e del delegato alla cultura, Mauro Cappotto e l’intervento di Alfonso Lo Cascio, presidente regionale BCsicilia, converserà con l’autore Cettina Giallombardo, presidentessa della sede locale di BCsicilia con letture a cura di Emiliano Lazzara, previsto anche un momento musicale con Aurelio Indaimo e Delfio Plantemoli. L’iniziativa è promossa dalla sezione di BCsicilia di Ficarra in collaborazione con il comune.
Catania, 15 settembre 1921. Il celebre artista Nino Martoglio sparisce improvvisamente dall’ospedale Vittorio Emanuele. Ha appena ricoverato il figlio. Il giorno dopo verrà trovato agonizzante dentro la stessa struttura. Nessun soccorso. Alla fronte una ferita lacero contusa con profondo incavo. Morirà dissanguato molte ore dopo. Niente autopsia. Caso chiuso per “caduta accidentale dentro la tromba di un ascensore”. Viene escluso il delitto. Morte casuale o assassinio? Disgrazia accidentale o clamoroso caso giudiziario? Storia banale o banalizzazione della storia per occultare movente e mandanti? Cosa c’entra la fine di Nino Martoglio con il delitto Matteotti? Intellettuale scomodo, socialista intransigente, fondatore del teatro siciliano, maestro di palcoscenico di Pirandello, pioniere del cinema “muto” e, secondo diversi critici, ispiratore del neorealismo di Visconti, De Sica e Rossellini, Martoglio è amato dal popolo e odiato dai “poteri forti”. Che tramano nell’ombra e intrecciano rapporti velenosi col futuro regime.
Cento anni dopo l’autore del libro ha studiato gli atti dell’indagine del tempo e ha scritto un’altra storia. La storia di un’indagine insabbiata, dietro alla quale si allungano le ombre di una politica pronta a riciclarsi nel fascismo ormai alle porte: una parte di essa e già collusa con la mafia del feudo diversi anni prima rispetto al 1927, anno in cui il pentito Antonino Calderone ha indicato nelle sue confessioni.
L’autore, Luciano Mirone, giornalista, ha lavorato con il giornale di Sicilia, i Siciliani di Giuseppe Fava, laRepubblica, il venerdì di Repubblica, Left e Diario. Fondatore del periodico giovanile Lo scarabeo, dirige il quotidiano online L’informazione. Ha al suo attivo 14 libri fra cui gli Insabbiati, A Palermo per morire, Un suicidio di mafia, Le città della luna, L’antiquario di Greta Garbo, Il futuro è adesso, Il set delle meraviglie e Itaca. Ha redatto i testi della graphic novel Cosimo Cristina. Il cronista ragazzino ucciso dalla mafia. E’, inoltre, autore del monologo Uno scandalo italiano, che racconta la storia di Cosimo Cristina, il giovane giornalista di Termini Imerese “suicidato” da Cosa Nostra.